Skip to main content

I no Green Pass non sono una nuova marcia su Roma, ma…

Che gli italiani non abbiano davvero mai fatto i conti non solo con il fascismo, ma con i fascisti, è lapalissiano. Non concluderò affermando solennemente che bisogna insegnare la storia. Dirò, invece, che bisogna prevenire, reprimere e punire in maniera selettiva, puntuale, senza attenuanti. Il commento di Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei e professore emerito di Scienza politica

Se siamo oppressi e schiacciati da una dittatura sanitaria voluta congiuntamente da Draghi e da Speranza (nonché da qualche oscuro potere straniero: il Forum di Davos?) e non casualmente imposta dai mezzi affidati al generale Figliuolo, allora non resta che solidarizzare con gli eroici combattenti (No Vax) No Green Pass. Dalle loro torri d’avorio (o forse sono trasmettitori televisivi) intellettuali, filosofi, critici d’arte e giornalisti affermano che a essere violata dalle decisioni del Führer Draghi (faccio più fatica a vedere Speranza nel phisique du rôle del dittatore) è la nostra libertà personale che loro, con grande sprezzo del pericolo, si  dannano per difendere, anzi, per non sacrificare neppure minimamente. Poi, magari, citano a sproposito e sbagliando la Costituzione, ricorrono a concezioni della libertà più simili a quelle di un anarchismo mal interpretato, si arrampicano in fantasiose analisi comparate.

Credo che, sempre, le parole abbiano/hanno conseguenze, ma dubito che i facinorosi di Forza Nuova, i loro sostenitori e i dimostranti di ieri a Roma, dell’altro ieri e di domani, si facciano influenzare dai professoroni. Semmai, usano quelle parole come giustificazioni di comportamenti che stanno tutti nelle loro corde. Disordini e distruzioni vanno, comunque, sempre condannati e puniti. Il rispetto delle idee altrui, qualche volta, peraltro, espressione ipocrita che equivale a lavarsi le mani, non ha nulla a che vedere con l’accettazione supina di aggressioni selvagge. Certo, non tutta la violenza politica è automaticamente fascismo. Però, quando è accompagnata da slogan, simboli, gestualità che si richiamano deliberatamente e inequivocabilmente alle modalità praticate dallo squadrismo merita di essere definita quantomeno di stampo fascista.

Saranno i magistrati, quando, finalmente, investiti della questione, a decidere se Forza Nuova si configura come tentativo di riorganizzazione del disciolto partito fascista. La apposita Dodicesima Disposizione transitoria e finale è già stata applicata nel novembre 1973 a Ordine Nuovo fondato da Pino Rauti, con chiusura delle sedi e confisca di beni. Che il fascismo sia eterno oppure no non è un tema che, lo dirò con il verbo spesso usato dai politici, mi appassiona. Vedo che esistono diverse generazioni che si alimentano di fascismo. Che il fascismo in questo Paese mantenga propaggini numerose, delle quali è, però, sbagliato esagerare la pericolosità, è evidente. Che si riproduca anche grazie alla connivenza e benevolenza di ambienti politici e economici (che ne finanziano le attività), è un segreto di Arlecchino. Che gli italiani non abbiano davvero mai fatto i conti non solo con il fascismo, ma con i fascisti, è lapalissiano. Non concluderò affermando solennemente che bisogna insegnare la storia. Dirò, invece, che bisogna prevenire, reprimere e punire in maniera selettiva, puntuale, senza attenuanti. Scriverò un commento simile fra una decina di mesi?



×

Iscriviti alla newsletter