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Terza telefonata Draghi-Putin in tre mesi. Al centro Afghanistan e G20

Dopo quelli di agosto e settembre, nuovo colloquio tra i due leader. Mancano pochi giorni al vertice di Roma: il presidente russo ha annunciato che parteciperà in videoconferenza. Ecco i temi in cima all’agenda

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto stamattina una conversazione telefonica con il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin. Al centro dei colloqui vi sono stati gli ultimi sviluppi della crisi afghana, i lavori preparatori del prossimo vertice G20 e le relazioni bilaterali. Ne dà notizia Palazzo Chigi.

Il Cremlino ha comunicato che il presidente Putin “ha apprezzato molto il lavoro svolto dalla presidenza italiana del G20 e ha
annunciato la sua disponibilità a partecipare in videoconferenza al vertice” dei leader previsto a Roma il 30-31 ottobre.

È la terza telefonata tra i due leader in soli tre mesi. La prima è del 19 agosto scorso, a quattro giorni dalla caduta di Kabul nelle mani dei Talebani. Al centro sempre l’Afghanistan, con la volontà italiana di organizzare una riunione G20 ad hoc, tenutasi la scorsa settimana. In quell’occasione Mosca ha inviato un viceministro. Pesa, come osservato su Formiche.net, il fatto che la Russia, come la Cina, ha avviato un percorso (indipendente) di contatto diretto con i Talebani.

La seconda telefonata è datata 22 settembre. In cima all’agenda ancora l’Afghanistan e la preparazione del vertice G20 di fine ottobre. Il comunicato del Cremlino spiegava che i due leader “hanno sottolineato l’importanza di stabilire un dialogo intra-afghano che tenga conto degli interessi di tutti i gruppi della popolazione”. “Particolare attenzione è stata data al tema della ricostruzione post-conflitto in Afghanistan, anche in relazione alle attività del G20, che l’Italia presiede quest’anno”, proseguiva il comunicato. “In questo contesto, sono stati discussi i problemi del prossimo vertice del G20”. La nota di Mosca spiegava che il presidente russo ha parlato delle recenti riunioni dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva e dell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai (che coinvolge otto Paesi tra cui Russia, Cina, India e Iran).

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