Domani il titolare dell’Economia parteciperà a Washington alla riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori centrali del G20, nell’ambito degli incontri annuali del Fondo monetario internazionale. Ecco i temi al centro dei lavori
Si alza il sipario sulla minimum global tax, all’indomani dell’approvazione da parte di 136 Paesi aderenti all’Ocse, rappresentanti del 90% del Pil globale, della tassa piatta che poggia su un’aliquota del 15%, riservata a tutte quelle multinazionali con un fatturato annuo oltre i 750 milioni di dollari annui. Giganti del web, dell’e-commerce, ma non solo, pagheranno dunque un’aliquota uniforme sugli utili realizzati.
Oltre alla già citata tassa flat, concepita per scongiurare la fuga delle grandi multinazionali verso dimore fiscali più favorevoli, il recente accordo punta anche a spostare la base imponibile delle aziende nei luoghi dove operano concretamente, a prescindere dal luogo della loro sede sociale e fiscale. Dunque, le grandi aziende con oltre 20 miliardi dollari di fatturato subiranno una tassazione nei Paesi in cui operano, tra il 20% e il 30% sui profitti, se superiori al 10% dei ricavi. Tutto sulla carta, ma ora bisogna avviare la fase più complessa, quella operativa. E sarà proprio questo il cuore dei lavori al quale prenderà domani parte a Washington il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nell’ambito del quarto incontro dei ministri delle Finanze e dei governatori centrali del G20, attualmente sotto la presidenza italiana.
Un incontro decisivo per le sorti di quella che a tutti gli effetti appare come una svolta fiscale di portata globale (qui l’intervista sul tema all’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco), innescata anche dall’esigenza di finanziare i voluminosi piani pandemici messi a punto dai diversi Stati. Alla riunione, inserita nell’ambito degli Annual Meetings del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale e al termine del quale è prevista una conferenza stampa, parteciperanno oltre a Franco, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e i direttori generali di Mef e Palazzo Koch, Alessandro Rivera e Luigi Federico Signorini.
Come è in grado di anticipare Formiche.net, il grosso dei lavori sarà concentrato proprio sulla global tax, in particolare su come strutturare il tutto nei diversi contesti internazionali, al fine da rendere il tutto operativo nel minor tempo possibile. L’obiettivo dei ministri riuniti a Washington sarà proprio quello di accelerare sulla fase due della global tax. Ma l’agenda dei lavori è ben più ricca. Un altro tema sul tavolo del vertice G20 in seno al Fondo monetario, viene spiegato da Via XX Settembre, sarà quello dei debiti dei Paesi più poveri, alle prese con la lotta al Covid e con disponibilità finanziarie ridotte.
Spazio, poi, alla salute globale e alle iniziative volte alla promozione di una crescita più sostenibile. D’altronde, mentre la ripresa globale è continuata ad un ritmo sostenuto, soprattutto grazie alla diffusione dei vaccini e al continuo sostegno politico, la spinta verso la sostenibilità non è uniforme. Ministri e i governatori si confronteranno su soluzioni volte a sostenere la crescita e ad affrontare le conseguenze negative della pandemia, soprattutto sui gruppi più colpiti della società.
Sempre su questo fronte, va ricordato come lo scorso giugno il Fmi abbia assegnato 650 miliardi di dollari di diritti speciali di prelievo, attività fruttifere del Fondo con l’obiettivo di far crescere l’adeguatezza delle riserve delle economie emergenti. La discussione in questo senso si concentrerà sulle opzioni per indirizzare, volontariamente, una parte dei diritti assegnati verso i Paesi in condizioni più critiche.
Non è finita. Altro obiettivo è rafforzare il coordinamento nel contrasto al cambiamento climatico. A luglio, il G20 decise di promuovere la transizione verso economie e società più sostenibili, più prospere e inclusive; ora, i vari gruppi di lavoro del G20 dovranno agire in sinergia per costruire un mix di politiche efficaci per la transizione verso economie carbon neutral. E, in linea con l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi, ci si aspetta che i ministri riuniti a Washington approvino la Roadmap del G20 sulla finanza sostenibile.