L’impennata dei prezzi del gas all’origine della crisi energetica è figlia del tetto agli stoccaggi in Ucraina che con il gasdotto verranno sostanzialmente aggirati. E questo è un problema che l’Europa non può non porsi. Un report dell’Atlantic Council suona l’allarme
La Russia tiene sotto scacco l’Europa, e il metro di misura è il gas. L’ambizioso Nord Stream 2 non è ancora operativo, ma la stretta del Cremlino sulle forniture energetiche si fa già sentire in tutta Europa. Il prezzo dei futures sul gas continua a raggiungere livelli record ed è aumentato di oltre il 600% nel giro di dodici mesi.
Il problema c’è. “Quello a cui stiamo attualmente assistendo in Europa”, spiega un report dell’Atlantic Council, “è una replica degli shock petroliferi vissuti dall’America negli anni ’70. La materia è sì diversa, le tutele sono più forti, ma le dinamiche di fondo sono le stesse. Non è stata la mancanza di petroliere a far salire i prezzi del greggio e ad innescare una recessione economica negli Stati Uniti quasi 50 anni fa, ma le decisioni dei principali produttori di petrolio di sospendere le forniture”.
L’analisi si sofferma su quello che appare a tutti gli effetti un paradosso. “Il problema che sta a monte della risalita dei prezzi del gas in Europa è che non mancano le capacità di transito. Mentre il Cremlino sostiene il Nord Stream 2 come soluzione ai problemi energetici dell’Europa, circa il doppio di gas può essere spedito oggi dalla Russia all’Ue attraverso l’Ucraina. Eppure la rete dell’Ucraina è vuota e l’Europa non può avere abbastanza gas”. Perché, insomma, c’è un’infrastruttura e non la si usa?
“Nel 2019, l’Ucraina ha firmato un contratto quinquennale con Gazprom per il transito di volumi di gas prestabiliti, con capacità aggiuntive offerte alle aste mensili. Queste aste si sono recentemente dimostrate uno strumento di segnalazione particolarmente efficace per la Russia. Ogni volta che l’offerta ucraina di capacità di transito aggiuntive viene raggiunta, i prezzi del gas salgono a nuovi massimi record. In effetti, Gazprom sta comunicando che non spedirà gas in Europa attraverso l’Ucraina. Quindi alza ulteriormente la posta in gioco esaurendo le strutture di stoccaggio durante la bassa stagione”. Per questo i prezzi del gas in Europa stanno battendo record giorno dopo giorno poiché il principale fornitore, la Russia, mantiene un tetto sui flussi aggiuntivi necessari per riempire i siti di stoccaggio.
Ma c’è di più. “Chiunque si stia ancora interrogando sulle origini dell’attuale crisi del gas in Europa, con relativa salita dei prezzi, dovrebbe considerare la recente dichiarazione del Cremlino che conferma che la messa in servizio del Nord Stream 2 bilancerà i parametri dei prezzi del gas naturale in Europa. Se questo non è uno sforzo per ricattare l’Europa, che cos’è?”
L’Europa per, deve e può difendersi. Secondo l’Atlantic Council, “la forza dell’Europa deriva dallo Stato di diritto. L’Ue sarà protetta al meglio se le norme del mercato del gas saranno applicate nella loro totalità a tutte le rotte di transito. Le regole europee si applicano all’Ucraina e questo rende il corridoio di transito ucraino più affidabile. Il terzo pacchetto energetico è la prima linea di difesa dell’Europa contro la manipolazione dei prezzi e altri abusi. Ora è il momento di usarlo”.
Ora, sul Nord Stream 2, che bypassando l’Ucraina farà perdere e Kiev circa un miliardo di euro all’anno, l’Unione europea si è spaccata. Da una parte la Polonia e gli Stati baltici, schierati con l’Ucraina e preoccupati dalle ambizioni russe. Dall’altra la Germania, principale sostenitrice del progetto che definisce principalmente economico (e dunque non politico) e fondamento per la transizione energetica. Questi fattori, però, non bastano a fermare la campagna di pressione di Mosca per portare a termine il progetto del gasdotto, i cui lavoro sono stati sostanzialmente ultimati a ridosso del voto in Germania. È urgentemente necessaria una risposta più solida”.