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Il sindacato e l’emergenza sanitaria. Il racconto della Uiltec

In uscita, nella seconda metà di ottobre, il nuovo libro di Paolo Pirani “La Uiltec al tempo della pandemia”, (“Arcadia Edizioni”, prezzo di copertina 12 euro). Spiega il leader della organizzazione sindacale: “Per noi una commessa non vale una vita”. Anticipiamo l’introduzione del testo che raccoglie gli editoriali pubblicati sul mensile “Industri@moci” nell’ultimo biennio

Una grande organizzazione sindacale raccontata attraverso gli editoriali scritti dal suo leader nel tempo della pandemia. Per quasi due anni i fondi d’apertura di Industri@moci, il mensile della Uiltec nazionale, hanno descritto il Paese analizzando il contesto nazionale, la specificità industriale, le iniziative da intraprendere in ambito economico, i risultati determinati dal punto di vista sindacale. Il tutto mentre l’Italia era caratterizzata da provvedimenti legislativi che scandivano il perdurare di un’emergenza sanitaria in vigore tuttora.

QUANTO È ACCADUTO NELL’ULTIMO BIENNIO

Eppure, gli scritti di Paolo Pirani, che del periodico in questione è da sempre il direttore responsabile, hanno ogni volta espresso la capacità di aprire porte e finestre del palazzo sindacale per far entrare l’aria della vita che gira intorno. Un tempo caratterizzato dall’imperversare del contagio virale, ma anche il rapporto che lega il mondo sindacale a persone, imprese, associazioni. Nelle pagine che seguiranno i lettori coglieranno il susseguirsi di quanto è accaduto nell’ultimo biennio, a partire dai disagi, dolori e complicazioni, tutte conseguenti alla nuova crisi economica. Le famiglie italiane hanno conosciuto difficoltà dovute all’ampliarsi della povertà, percependo sensazioni crescenti di fragilità, insicurezza, frustrazione. E soprattutto una condizione di isolamento dovuta al crollo delle relazioni sociali e personali. Gli editoriali di Paolo Pirani dimostrano come il sindacato sia riuscito a reagire, ad alzare la testa, a far uscire dal guado lavoratori e le imprese dove gli stessi lavorano. Insomma, un sindacato che è rimasto accanto, dando sostegno, a chi non aveva più forza e voce. Si è trattato dell’unica azione possibile, dignitosa e coerente per far ritrovare le persone al centro del mondo del lavoro e di quello produttivo, passando al setaccio il tempo trascorso e riuscendo a guardare al futuro attraverso una narrazione precisa, attenta, meticolosa, lungimirante. Un modo di fare giornalismo guardando, subito dopo, al tempo che verrà, ricercando il rispetto della libertà dei singoli e della dignità di ciascuno.

AZIONI RESPONSABILI E CONDIVISE

Scrive Pirani: “Abbiamo agito per la tutela dei diritti, facendo leva su un senso del dovere che ha reso la nostra comunità ancor più coesa, nonostante il disagio causato dalla diffusione del virus. Ci siamo stati, a testa alta e con le spalle dritte, dimostrando capacità operative, senso decisionale. Azioni responsabili e condivise in ogni dove. Abbiamo rinnovato, come impone la missione sindacale che ci è propria, tanti contratti di lavoro che riguardano i nostri settori di riferimento. Ma abbiamo fatto di più, garantendo salute, prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, azienda per azienda. Lo abbiamo scritto e ripetuto più volte: per noi una commessa non vale una vita. Su questo giusto presupposto abbiamo lavorato per attuare il dialogo fondamentale tra parti sociali e governo, arrivando alla firma dei protocolli di sicurezza tra noi, Confindustria e l’Esecutivo. Si tratta di testi che andranno aggiornati e rivisti periodicamente, mantenendo l’equilibrio con gli altri provvedimenti governativi che sono in itinere o che dovranno aggiungersi ai precedenti. Siamo stati la forza propulsiva per l’attuazione di normative inerenti il blocco dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori sociali. Abbiamo contribuito a favorire intese sulla riorganizzazione del lavoro, sui tempi, sugli orari, sulla condizione sanitaria e su quella ambientale”.

LA NECESSITÀ DI SCELTE INDUSTRIALI

Questo è quanto è stato fatto. Su quel che sarà è evidente un’azione di continuità in linea con quanto finora realizzato. Ciò significa favorire sempre nell’ambito delle relazioni industriali il metodo partecipativo, soprattutto ora che al tempo della pandemia seguirà quello della transizione energetica. Una nuova epoca che dovrà essere ricordata per la mole di investimenti riguardanti riconversioni nei settori dell’energia stessa, dell’acqua, sulle reti di approvvigionamento correlate, sul campo delle infrastrutture materiali ed immateriali a partire dal digitale. Ci vuole però un piano industriale basato su scelte precise e condivise. Si tratta di una speranza di vita forte quanto quella relativa alla campagna vaccinale che dovrà realizzarsi compiutamente entro l’anno in corso. Sono questi due obiettivi a delineare il tanto lavoro dei mesi che verranno. E gli editoriali raccolti in questo libro ne rappresentano la prospettiva in modo nitido ed incisivo.

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