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Alghe, convertiplani e profumi. Tutto sul Padiglione Italia a Expo Dubai

Nel Padiglione Italia a Expo Dubai si coltiva l’alga spirulina, c’è una riproduzione esatta del David di Michelangelo e si può dirigere un’orchestra con una bacchetta wireless. Il tutto (e molto altro) tra corde e tende di plastica riciclata, sotto tre scafi che compongono il Tricolore più grande della storia. Oggi l’inaugurazione, con il sottosegretario Della Vedova e manager aziendali

C’è tanta Italia a Expo 2020, la rassegna che questa mattina ha preso il via a Dubai. Ieri, la cerimonia d’apertura diretta da Franco Dragone si è chiusa con l’esibizione di Andrea Bocelli sulle note di The Prayer, cantata in italiano e in inglese ad accompagnare la coreografia di nuove luminose per creare l’albero di Ghaf, simbolo della rassegna emiratina. A salutare l’avvio dell’Expo anche il sindaco di Milano Beppe Sala in un simbolico passaggio di consegne. Gli organizzatori di Dubai prevedono fino al 31 marzo del prossimo anno circa 25 milioni di visitatori. Con 192 Paesi partecipanti (ognuno con un suo padiglione) c’è già chi ha descritto la rassegna come la più grande esposizione universale della storia.

Oggi, con il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto Della Vedova, l’ambasciatore negli Emirati Arabi Nicola Lener e il commissario generale Paolo Glisenti, l’inaugurazione del Padiglione Italia, che già mercoledì si è aggiudicato il premio come miglior progetto imprenditoriale dell’anno durante i prestigiosi “Construction innovation awards” negli Emirati Arabi. Nel progetto architettonico firmato da Carlo RattiItalo RotaMatteo Gatto e F&M Ingegneria sono in mostra le eccellenze della Penisola (qui un focus spaziale) al motto di “la bellezza unisce le persone”.

Presenti per l’inaugurazione del Padiglione Italia anche tanti vertici di gruppi industriali nazionali, che hanno contribuito in qualità di sponsor e partner alla partecipazione nazionale all’Expo. Tra loro anche Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, che si è ritratto accanto al convertiplano AW609, al suo debutto ufficiale nella regione mediorientale. Viste le turbolenze diplomatiche registrate con gli Emirati Arabi a inizio estate per la crisi generata dallo stop all’export militare, l’Expo potrà essere occasione utile per ripristinare i tradizionali rapporti di collaborazione.

Aiuterà il Padiglione Italia, 3.500 metri quadrati per 27 metri di altezza, situato tra i distretti “opportunità” e “sostenibilità”, tra Germania e Israele, considerato tra i più interessanti dell’esposizione universale. Tra gli aspetti più visibili (anche dal cielo) ci sono i tre grandi scafi rovesciati che compongono il tetto del padiglione, realizzati grazie al contributo di Fincantieri e dipinti di verde, bianco e rosso da Boero (con vernici ricavate da scarti alimentari) per formare un tricolore record, il più grande mai visto nella storia del nostro Paese. Dagli scafi discendono corde ignifughe e tende realizzate con plastica riciclata, che assicurano un ombreggiatura sostenibile e naturale.

All’interno si alterneranno centinaia di eventi e iniziative, con la previsione di ricevere circa 5 milioni di visitatori. Sono coinvolti oltre 70 partner istituzionali (15 le Regioni), più di 50 imprese in qualità di sponsor e trenta università. Tante le attrazioni. Ci sono anche le “liane tecnologiche” di Eni, che ha portato un fotobioreattore in grado di alimentare una coltura di micro-alghe. Inwit ha realizzato la smart tower “Venezia”, che rappresenta le opportunità delle smart city. Con una serie di immagini di paesaggi italiani, Ferrovie dello Stato fa rivivere l’esperienza dell’alta velocità. Al centro del “teatro della memoria”, in un percorso a chiocciola, l’iconica copia in 3D del David di Michelangelo.

Il “belvedere” disegnato dallo scenografo Alessandro Camera richiama la struttura dei giardini rinascimentali, solo che in questo si coltiva la spirulina di Tolo Green, che consente il trattamento ecologico dell’aria tramite il processo di biofissazione dell’anidride carbonica espirata dai visitatori. La copertura è una cupola ribassata che richiama il Pantheon e che, al centro, si apre sui “cieli d’Italia”, immagini dei capolavori della pittura nazionale. Sospesa alla passerella superiore c’è un’installazione di Saipem che rappresenta il vento, il sole e il mare, “i tre elementi per lo sviluppo di tecnologie innovative”.

Nel cuore del padiglione si colloca l’Innovation space, pensato come “un orizzonte sulle ultime frontiere della ricerca italiana condotta da università, centri di ricerca e aziende nell’ambito del grande tema dello Spazio e delle acque”. Qui si trovano la trivella per la missione ExoMars, un orologio atomico simile a quelli utilizzati per la navigazione satellitare e il “second sun”, l’installazione progettata da Enel X in cui vengono sperimentate le tecnologie legate allo smart lighting.

Si tratta di luci capaci di contribuire alla fotosintesi delle piante situate nell’orto-giardino su cui si snoda, a più livelli, lo spazio espositivo. Ad arredare il tutto una serie di installazioni che richiamano gli obelischi e le statue del passato, portate però a livello 4.0. Tra loro, infatti, c’è anche un modello del Vega C, il nuovo lanciatore spaziale di Avio. All’uscita dall’orto-giardino si trova “l’esperienza” realizzata dalla Luiss con Intesa San Paolo: una sofisticata bacchetta wireless permette ai visitatori di dirigere un’orchestra. Ultima tappa la “rampa immersiva”, con i pannelli fonoassorbenti progettati da Caimi, che conduce verso i “paesaggi olfattivi” di Acqua di Parma, la diffusione di essenze e profumi di alcuni territori italiani.

(Foto Twitter da @ItalyExpo2020, © @massimosestini1)

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