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Roma città chiusa. Un G20 importante anche per la sicurezza

Il G20, che si terrà il 30 e 31 ottobre, non solo proietterà l’Italia e la sua Capitale al centro dell’attenzione mondiale, ma sarà anche una grande sfida sul fronte della sicurezza. Ecco tutte le misure pianificate dal ministero dell’Interno, e non solo

Da qualche decennio Roma non ospitava un vertice internazionale di questo livello come numero di delegazioni, proporzionato alla complessità degli argomenti tra pandemia, cambiamenti climatici ed economia. Il G20 che si terrà il 30 e 31 ottobre perciò non solo proietterà l’Italia e la sua Capitale al centro dell’attenzione mondiale, ma sarà anche una grande rogna sul fronte della sicurezza.

CITTÀ BLINDATA

Con un numero di delegazioni ben superiore a 20 per la presenza di alcuni Paesi invitati e dei rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali, oltre ai giornalisti accreditati da tutto il mondo, aggiungendo le precauzioni per il Covid e le tensioni successive alle polemiche per gli incidenti del 9 ottobre, al ministero dell’Interno, alla prefettura e alla questura di Roma si stanno vivendo giornate febbrili e nella pianificazione del dispositivo di sicurezza si fa attenzione a ogni dettaglio. Il cuore del vertice sarà il Roma Convention Center la Nuvola all’Eur mentre la stampa accreditata sarà al Palazzo dei congressi. La zona di massima sicurezza comprenderà 10 chilometri quadrati con 20 varchi d’accesso presidiati dai quali potranno passare solo i residenti e chi è autorizzato per motivi di lavoro. Lo spazio aereo sarà chiuso su Roma e sulle aree circostanti dalle 20 del 28 ottobre fino all’1 e 59 del 1° novembre per un’area circolare di 6,5 miglia sempre partendo dalla Nuvola. Gli aeromobili che volano a vista saranno interdetti per un raggio di 35 miglia, mentre sarà consentito il normale traffico diretto agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino.

I MEZZI IN CAMPO

Il dispiegamento è al massimo livello. La Polizia metterà in campo il Nocs e le Uopi (Unità operative di pronto intervento), i Carabinieri il Gis, le Api (Aliquote di pronto intervento) e le Sos (Squadre operative di supporto), la Guardia di Finanza i “baschi verdi” dell’Atpi (Anti terrorismo – pronto impiego). Operatori del Nocs e del Gis saranno impiegati nelle scorte più importanti, altre unità saranno pronte all’intervento sperando che non ce ne sia bisogno. Le Api e le Uopi sono addestrate per fornire una prima risposta in caso di attacco terroristico, le Sos dipendono dal Comando generale dell’Arma che le assegna provvisoriamente al Comando provinciale che ne ha bisogno. Tiratori scelti saranno disseminati un po’ ovunque. A questi reparti specializzati si aggiungeranno naturalmente quelli territoriali e la polizia locale di Roma che ha già allestito posti di blocco in alcune zone sensibili.

CINOFILI, ARTIFICIERI E SISTEMA ANTI-DRONE

Le bonifiche cominceranno venerdì 29 e impegneranno unità cinofile e artificieri non solo all’Eur ma anche nelle tante zone dove si muoveranno i leader, come quelle delle rispettive ambasciate, delle residenze degli ambasciatori e delle sedi istituzionali. Come stressante antipasto per chi si occupa di sicurezza, il 29 il presidente americano, Joe Biden, incontrerà papa Francesco e a Palazzo Chigi il presidente Mario Draghi. In occasioni del genere c’è un costante coordinamento con la sicurezza dei leader stranieri come il Secret Service nel caso di Biden. Inoltre, venerdì 29 si comincerà con la riunione dei ministri delle Finanze e della Salute del G20, presieduta dai ministri Daniele Franco e Roberto Speranza.

Anche le Forze armate daranno un supporto importante con l’utilizzo di sistemi anti-drone e con ulteriori 500 unità per rinforzare il contingente di Strade sicure, come deciso nel Comitato nazionale per l’ordine pubblico del 13 ottobre. E’ difficile fornire numeri precisi, ma in tutto dovrebbero essere 5-6mila le unità di forze dell’ordine e forze armate. Attenzione anche sul fronte sanitario: l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha messo a disposizione oltre 150 unità di personale medico, infermieristico e di rianimazione e 50 mezzi in aggiunta ai normali turni.

PREVISTE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

Le riunioni si susseguono. Il Comitato provinciale per l’ordine pubblico si è riunito ieri ed è programmato di nuovo per domani, giovedì, anche in vista delle manifestazioni previste. Fridays for future ha indetto un corteo per sabato alle 15 da piazzale Ostiense alla Bocca della verità al quale potrebbero partecipare membri del centro sociale Acrobax che ha annunciato un “Climate Camp” dal 28 ottobre al 1° novembre: sul sito di Acrobax si parla di “onda delle mobilitazione” e di “ribaltare” l’attuale “modello” ecologico e sociale. Più tranquilla si annuncia la manifestazione organizzata sempre sabato a piazza San Giovanni dal Partito comunista: sono in corso colloqui con la questura di Roma perché l’itinerario non interesserà la zona del vertice. È stata inoltre rafforzata la vigilanza su tutti gli obiettivi sensibili.

PREVENZIONE E MONITORAGGIO DEL WEB

Già al Comitato nazionale del 13 ottobre il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, aveva parlato di “impegnativo periodo” in vista del G20. L’attività informativa dell’intelligence, in particolare dell’Aisi, e quella della Polizia di prevenzione attraverso le Digos avrà un ruolo fondamentale insieme con il controllo del web e dei social network da parte della Polizia postale e delle comunicazioni. È possibile l’arrivo di estremisti dall’estero oltre a elementi di estrema destra e di estrema sinistra (da Forza nuova agli anarchici) che puntano a infiltrarsi per creare incidenti.

SICUREZZA E TENSIONI POLITICHE

Non c’è dubbio che quello che è andato storto il 9 ottobre non ha aiutato nella preparazione del dispositivo di sicurezza. In un recente convegno del Siulp, il ministro Lamorgese ha ricordato le 13.800 manifestazioni di quest’anno, di cui 5.400 contro provvedimenti del governo e 3.500 sul Covid, difendendo la professionalità delle forze dell’ordine nell’equilibrare libertà di pensiero e fermezza. Il capo della Polizia, Lamberto Giannini, nello stesso convegno ha detto che “il nostro è un mestiere complicato e noi possiamo essere accusati di tante cose, siamo fallaci in quanto uomini e donne, ma ce la mettiamo sempre tutta e non è sempre facile riuscire a far andare tutto bene. E’ ingeneroso fare valutazioni su singoli episodi senza cogliere il senso di mesi, anni, in cui si è lavorato tutti i giorni quando in tanti avevano l’opportunità di preservarsi stando a casa. Un decimo della nostra forza lavorativa si è ammalata, 17 colleghi sono morti, quindi le valutazioni andrebbero fatte nel complesso e con grande serenità”.



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