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Il braccio di ferro tra Cina e Taiwan sbarca al G20 di Roma

Il ministro degli Esteri di Taipei interverrà virtualmente a un evento Ipac. Ma non è escluso che prenda un volo all’ultimo momento e raggiunga la capitale. Lì dove ci sarà il capo della diplomazia cinese che farà le veci del presidente Xi al summit convocato da Draghi

Alle tappe in Repubblica Ceca e Slovacchia per una serie di memorandum d’intesa che coprono settori diversi come cybersecurity e tecnologie verdi, il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu ne ha aggiunta una a Bruxelles. A rivelarlo è Politico, che evidenzia come il viaggio in Europa del capo della diplomazia di Taipei avvenga in una fase calde per le relazioni del governo taiwanese, al centro del braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina.

Ultimi due episodi: il presidente statunitense Joe Biden si è detto pronto a difendere Taipei in caso di attacco, parole (poi ridimensionate dalla Casa Bianca) che confermano quanto per Washington il futuro dell’isola sia parte centrale del confronto con Pechino; il braccio di ferro tra le due potenze sulla possibilità che Taiwan possa partecipare ai lavori delle Nazioni Unite. “Taiwan non ha alcun diritto”, ha sentenziato Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo di Pechino, rispondendo al segretario di Stato americano Antony Blinken che chiedeva “una partecipazione significativa dell’isola all’interno del sistema Onu e della comunità internazionale”.

Una portavoce dell’Unione europea ha spiegato a Politico di essere “a conoscenza della visita” del ministro Wu a Bruxelles ma ha anche insistito sul fatto che si tratta di un passaggio “non politico” – il che sembra suggerire che non ci sarà un faccia a faccia con l’Alto rappresentante Josep Borrell. “Ci impegniamo con Taiwan anche in assenza di riconoscimento diplomatico”, ha aggiunto la portavoce. La missione cinese a Bruxelles ha subito tuonato: Pechino “si oppone fermamente alle interazioni ufficiali di qualsiasi forma o natura tra la regione di Taiwan e i Paesi che hanno legami diplomatici con la Cina”, ha fatto sapere con una dichiarazione a Politico. E contro il tour europeo del ministro Wu si è scagliato anche il Global Times, megafono in lingua inglese della propaganda del Partito comunista cinese, con un editoriale contro le “idee secessioniste” del governo taiwanese. Taipei cerca di dividervi, è il messaggio del Global Times all’Unione europea.

Dinamica simile a quella vista poche ore prima, quando il governo cinese aveva espresso la sua irritazione per una possibile visita a Taiwan la prossima settimana di una delegazione del Parlamento europeo, guidata dall’eurodeputato francese Raphael Glucksmann, sanzionato a marzo da Pechino. A rivelare i dettagli del viaggio è stato il South China Morning Post, sottolineando anche che in agenda ci sarebbero di alto livello con l’amministrazione taiwanese.

La delegazione, a conferma della delicatezza della questione, “ha giurato di mantenere il segreto sui dettagli della missione a causa dei rischi per la sicurezza, anche ricevendo e-mail che chiedevano loro di non parlare del viaggio fino a dopo che avrà avuto luogo”, ha scritto il quotidiano di Hong Kong. Secondo le fonti del giornale, a Taipei la delegazione europea incontrerà i funzionari del ministero della Giustizia e degli Esteri, avrà colloqui con la ministra dell’Innovazione digitale Audrey Tang e parteciperà ad alcune riunioni dello Yuan Legislativo, il Parlamento di Taipei. Il 3 novembre sarebbe prevista una cena “in onore della delegazione” organizzata dal viceministro degli Esteri Harry Tseng. Assieme a Glucksmann, membro dei Socialisti e democratici, dovrebbero prendere parte al viaggio anche la ceca Marketa Gregorova (Verdi), i lituani Andrius Kubilius (Partito popolare europeo) e Petras Austrevicius (Renew Europe), il greco Georgios Kyrtsos (Partito popolare europeo), l’austriaco Andreas Schieder (Socialisti e democratici) e l’italiano Marco Dreosto della Lega (Identità e democrazia).

“Il Parlamento europeo è un organo ufficiale dell’Unione europea e se inviasse deputati in visita a Taiwan, violerebbe gravemente l’impegno dell’Unione europea nei confronti del principio della ‘Unica Cina’, danneggerebbe un interesse principale della Cina e minerebbe il sano sviluppo delle relazioni Cina-Unione europea”, ha ribattuto la rappresentanza cinese a Bruxelles in una nota.

Nelle ore successive alla visita a Bruxelles il ministro Wu è atteso a Roma per un evento organizzato dall’Ipac, una coalizione di oltre 200 parlamentari che sostiene “l’adozione di una postura più rigida verso il Partito comunista cinese” attraverso strategie collettive fondate l’estate scorsa. Alla conferenza organizzata per il 29 ottobre, il giorno prima del via del G20 presieduto dall’Italia, ci saranno Penpa Tsering, capo del governo tibetano in esilio, Nathan Law, parlamentare di Hong Kong anch’egli costretto all’esilio (recentemente intervistato da Formiche.net), l’attivista uigura Rahima Mahmut e appunto il ministro Wu. Sulla carta la sua presenza è prevista in formato virtuale, ma nelle ultime ore si susseguono voci sulla possibilità che atterri a Roma per l’occasione.

Potrebbe accadere, dunque, che nella Città eterna si trovino nelle stesse ore il ministro degli Esteri taiwanese e quello cinese Wang Yi, inviato al G20 dal presidente Xi Jinping, che si collegherà da remoto avendo deciso di non impegnarsi in viaggi fuori confine dall’inizio della pandemia Covid-19 i cui primi casi sono stati registrati a fine 2019 nella città cinese di Wuhan.

Taipei cerca spazi, Washington offre sponde, Pechino si oppone fermamente. il resto del G20 nicchia, a partire dall’Europa “insensibile” per utilizzare le parole scelte da Paolo Mieli sul Corriere della Sera, nonostante i richiami di Biden. Quanto accadrà e quanto non accadrà a Roma nei prossimi giorni potrebbe dirci qualcosa in più sugli equilibri globali futuri. E non è un caso che tra i timori della Cina – e pure della Russia – ci sia quello di un G20 a tradizionale occidentale che spinga, assieme ai suoi alleati e partner, su una divisione tra autocrazie e democrazie, di cui Taiwan è un esempio chiaro e valido nello scenario attuale.

(Foto: Twitter, @MOFA_Taiwan)

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