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Pechino viola i patti commerciali. Il graffio di Katherine Tai

Nel suo discorso al Center for Strategic and International Studies, il segretario al commercio accusa Pechino di non aver onorato fino in fondo gli accordi stretti nell’era Trump. Ma sui dazi ci sarà un’apertura, viste le attuali strozzature nelle catene di approvvigionamento globali

Joe Biden scopre le carte sulla strategia commerciale con la Cina. O meglio, lo ha fatto Katherine Tai, segretario al commercio, intervenuta al Center for Strategic and International Studies di Washington. Da una parte un messaggio forte e chiaro a Pechino, rea di non aver rispettato i patti tra Stati Uniti e Cina, dall’altra una disponibilità al dialogo, non certo scontata.

Tanto per cominciare, la Cina non ha onorato l’accordo commerciale siglato nell’ultimo anno dell’era Trump, la cosiddetta “Fase Uno”. Secondo Tai, la Cina non ha aderito alle norme del commercio globale e così ha minato la prosperità degli americani e degli altri. L’intesa sottoscritta fra la Cina e l’amministrazione Trump prevedeva che il Dragone acquistasse 200 miliardi di dollari in più di beni e servizi americani rispetto al 2017 – ovvero prima dell’inizio della guerra commerciale – in un periodo di due anni fino alla fine del 2021. Ma, secondo le stime del Peterson Institute for International Economics, ha completato solo il 62% degli acquisti previsti.

“La Cina”, ha spiegato il numero uno del commercio a stelle e strisce, “ha preso impegni che dovrebbero avvantaggiare alcune industrie americane, compresa l’agricoltura, impegni che dobbiamo far rispettare”. Tai ha sottolineato come per “per troppo tempo, la mancanza di aderenza della Cina alle norme commerciali globali ha indebolito la prosperità degli americani e di altri in tutto il mondo”. Poi l’affondo. “A differenza del passato, questa amministrazione si impegnerà con tutta la sua forza verso la Cina perché stiamo investendo nei nostri lavoratori e nelle nostre infrastrutture”. D’altronde, gli Stati Uniti hanno “serie preoccupazioni sulle pratiche commerciali, che non sono state affrontate nell’accordo di Fase Uno. Noi lavoriamo per far rispettare i termini, ma solleveremo queste più ampie preoccupazioni politiche con Pechino”.

Poi c’è la questione dei dazi su cui la presidenza Biden sembra voler approcciare in modo più morbido. Al punto che, come dichiarato da alcuni funzionari Usa al quotidiano South China Morning Post, gli Stati Uniti esenteranno alcuni prodotti cinesi dai dazi sulle importazioni nel tentativo di non intensificare le tensioni commerciali con Pechino e soprattutto di “sciogliere” certi nodi nelle catene di approvvigionamento globali che rischiano di rallentare la ripresa economica negli Stati Uniti.

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