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Oltre il Travel ban. Così il G7 organizza la riapertura del mondo

In una riunione virtuale, i ministri della Sanità e i Trasporti dell’organizzazione hanno deciso sette misure per il riavvio dei voli internazionali e le regole comuni sui pass vaccinali. Mentre sul divieto di viaggiare negli Stati Uniti…

Nuove riaperture internazionali. I ministri della Sanità e i Trasporti dei Paesi del G7 hanno deciso ieri in una riunione virtuale come e quando riavviare i viaggi internazionali. L’incontro è stato organizzato dal Regno Unito, che occupa la presidenza di quest’anno.

L’obiettivo della riunione era discutere come alleggerire le limitazioni di viaggi e movimenti tra i Paesi, che continuano dall’inizio della crisi sanitaria per Covid-19. Ma, come rileva l’agenzia Bloomberg, le direttive più importanti a riguardo sono arrivate dai livelli più alti della leadership governativa, non dai dicasteri del trasporto, come ad esempio nel caso degli Stati Uniti.

Uno dei punti più importanti è la varietà delle modalità di ammissione dei viaggiatori. Alcuni Paesi membri dell’Unione europea, per esempio, usano il certificato vaccinale “Green pass” (qui l’articolo di Formiche.net) per i viaggi transfrontalieri, altri Stati, come gli Usa, non hanno implementato gli strumenti tecnologici per questioni di privacy. È stata affrontata nella riunione anche la questione dei vaccini non riconosciuti e i criteri comuni per gestire le riaperture.

Eppure, anche quando le frontiere hanno cominciato ad aprirsi, “gli allentamenti sono stati poco sistematici, frustrando i piani di aerolinee e agenzie di viaggi – prosegue Bloomberg -, che si vedono molto colpite dal collasso del turismo per coronavirus”. Questo consenso di alto livello al G7, dunque, potrebbe fornire “un modello di regole comuni in tutto il mondo e promuovere la fiducia del consumatore nelle regole di viaggi internazionali”.

LE MISURE DEL G7

Tra le sette misure concordate dal G7 c’è la creazione di viaggi internazionali “a prova di futuro”, inclusa una maggiore condivisione dei dati i Paesi del gruppo. Da quanto si legge sul sito The National News, all’incontro “sono state espresse preoccupazioni per garantire che i partecipanti agli studi clinici sui vaccini non siano svantaggiati, dato il basso rischio per la salute pubblica che rappresentano e l’importanza vitale di continuare a lavorare per sviluppare vaccini efficaci”.

Le sette misure, riassunte dalla pubblicazione, sono:

–        Rendere il settore dei trasporti sicuro contro le minacce per la salute nel futuro.
–        Garantire il trattamento equo e la sicurezza del personale di trasporto essenziale.
–        Rispettare la privacy e la protezione dei dati nell’introduzione di soluzioni di certificazione delle vaccinazioni.
–        Riaffermare la preminenza dell’evidenza scientifica nella pianificazione della politica di viaggio internazionale.
–        Garantire equità ed equità nelle rispettive risposte nazionali.
–        Mantenere un impegno internazionale e multilaterale regolare.
–        Fornire una ripresa sicura, sostenibile e resiliente.

Grant Shapps, segretario ai trasporti del Regno Unito, ha dichiarato: “Siamo determinati a far viaggiare le persone all’estero nel modo più libero e sicuro possibile, e i progressi compiuti oggi tra tutte le nazioni del G7 testimoniano questa visione […] Condividendo le informazioni, lavorando insieme su standard e soluzioni comuni per la certificazione dei vaccini, e concentrandoci su una ripresa sostenibile per il nostro settore dei viaggi, costruiremo una ripresa resiliente e duratura ora e per le generazioni a venire”.

I PASS VACCINALI, BIGLIETTI D’ORO PER LE RIAPERTURE

Uno speciale di Bloomberg Businessweek intitolato “Il passaporto del vaccino è il nuovo biglietto d’oro alla riapertura del mondo” sostiene che le aziende che hanno subito perdite a causa della pandemia pensano ai neo certificati vaccinali come una via di salvezza.

Perché anche quest’anno la situazione è molto grave per il settore aereo e turistico. L’International Air Transport Association, che raggruppa 290 vettori di tutto il mondo, stima che l’industria potrebbe perdere 95 miliardi di dollari nel 2021, dopo aver già sofferto le perdite più grandi della storia nel 2020. Per questo motivo le compagnie aeree non hanno dubbi nel supportare una serie di soluzioni tecnologiche per verificare la vaccinazione Covid-19 dei passeggeri o i risultati dei test, come l’app IATA Travel Pass, l’AOKpass della società francese di sicurezza dei viaggi International SOS e il CommonPass, sviluppato da un’organizzazione no profit svizzera.

Tuttavia, la mancanza di standard comuni potrebbe ostacolare tali sforzi. Jeffrey Goh di Star Alliance, un’organizzazione di 26 vettori tra cui Air China, Deutsche Lufthansa, Singapore Airlines e United Airlines Holdings, crede che “c’è stata molta difesa, ma l’esecuzione è stata gravemente carente […] Un unico insieme di standard per i pass vaccinali deve essere concordato a livello del G7 o del G20 perché i passaporti dei vaccini rappresentano una scelta politica per riaccendere l’economia”.

E SUI VIAGGI NEGLI STATI UNITI… 

È un mistero la vicenda del travel ban per gli Stati Uniti. Lo scorso 20 settembre, il presidente americano Joe Biden assicurò che si sarebbe messo fine al divieto di ingresso ai turisti stranieri da novembre, permettendo l’arrivo di chi ha completato totalmente il ciclo vaccinale. Nondimeno, ancora non si conoscono i dettagli sulla data, sui vaccini ammessi e le modalità di controllo.

Sui social network è molta la pressione di chi ha bisogno di organizzare un viaggio, dopo più di un anno di limitazione. Sul quotidiano Usa Today si legge che “i funzionari della Casa Bianca rimangono in silenzio su una data o anche quando verrà annunciata una data per riaprire ampiamente i confini degli Stati Uniti ai visitatori internazionali vaccinati […]  A novembre manca solo un mese, e i viaggiatori in Europa, nel Regno Unito e in altri luoghi coperti dal divieto di viaggio, sono alla disperata ricerca di date specifiche in modo da poter creare o modificare i piani di viaggio e ottenere del tempo libero dal lavoro”.

Il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) degli Usa afferma che attendono un ordine che richieda alle compagnie aeree di raccogliere informazioni sui passeggeri per il tracciamento dei contatti con persone contagiate di Covid-19. Ma fonti del governo dicono che da un dipartimento all’altro si passano la palla: “Il Cdc dice che è il Dipartimento di Stato. Il Dipartimento di Stato dice la responsabilità è dei servizi sanitari. Loro dicono che è della Sicurezza Nazionale. È come un round-robin”.

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