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Allarme umanitario in Yemen per i profughi di Marib, lo lancia la KSRelief

Il Supervisore Generale del King Salman Humanitarian Aid and Relief Center (KSRelief), Abdullah bin Abdulaziz Al Rabeeah, a Roma per firmare due accordi con il World Food Programme spiega a Formiche.net la situazione drammatica nella città yemenita assediata dai ribelli Houthi

In queste ora la città di Marib, nel nord-est dello Yemen, sta vivendo una situazione drammatica in quanto è assediata dai ribelli Houthi, finanziati dall’Iran, che dallo scorso febbraio hanno lanciato un’offensiva per conquistare l’area ricca di petrolio e strategicamente importante del Paese. A lanciare l’allarme è il Consigliere della Corte Reale saudita e Supervisore Generale del King Salman Humanitarian Aid and Relief Center (KSRelief), la più importante Ong con sede a Riad, Abdullah bin Abdulaziz Al Rabeeah, che si trova a Roma in questi giorni dove ha firmato due importanti accordi con il World Food Programme.

La KSRelief, che ha operato anche in Italia nel 2020 in occasione della pandemia da Covid-19 fornendo alle nostre autorità sanitarie una serie di attrezzature per la terapia intensiva, ha progetti in diverse parti del mondo ed in particolare in Yemen e in Siria, anche se auspica che in futuro possano nascere nuovi progetti di collaborazione con organizzazioni italiane per intervenire anche in Europa.

Al momento il fronte sul quale è maggiormente impegnato però è quello yemenita, dove finora ha speso in progetti di aiuto più di 4 miliardi di dollari oltre i 19 miliardi stanziati da Riad dall’inizio della crisi nel 2015 a sostegno dell’economia nazionale, e in particolare quello di Marib dove solo negli ultimi mesi, a causa dell’offensiva in corso dei ribelli filo iraniani, sono giunti 250 mila nuovi profughi fuggiti dalle aree interessate dal conflitto. Gli Houthi infatti, non riuscendo a sfondare il cordone di difesa formato dall’esercito yemenita e dalla Coalizione araba a guida saudita intorno alla città, sono soliti lanciare droni bomba e missili balistici su obiettivi civili come case e campi profughi, costringendo gli sfollati a doversi spostare per allontanarsi sempre di più dal fronte.

“I recenti scontri di Marib hanno provocato una nuova ondata di profughi e noi siamo stati sin da subito tra i primi ad intervenire – ha spiegato Al Rabeeah a Formiche.net – abbiamo dovuto allestire nuovi campi profughi, provvedere alla distribuzione di cibo e alla scolarizzazione dei bambini tramite quelle che noi chiamiamo scuole trasportabili per non far perdere ore di lezione ai bambini”.

La KSRelief ha avviato dei progetti specifici a protezione dei minori dei campi profughi per garantire la loro istruzione in collaborazione con le agenzie dell’Onu e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. In particolare la scorsa settimana è stata inaugurata una scuola nel campo profughi di la Al-Jeel attrezzata per accogliere migliaia di bambini compresi quelli provenienti da Al-Jufainah, il più grande campo profughi dello Yemen, potendo ospitare più di 2.500 studenti in due turni.

“Un altro tema di intervento specifico della nostra organizzazione è quello del soccorso e del reinserimento sociale dei bambini soldato – spiega Al Rabeeah – in quanto si calcola che ci siano al momento in Yemen circa 40 mila bambini sfruttati dalle milizie Houthi come soldati, a causa della difficoltà di reclutare nuove leve dopo le pesanti perdite subite sul fronte di Marib. Noi abbiamo dei progetti di recupero psicologico e medico di questi bambini e finora sono più di 2 mila quelli che abbiamo assistito togliendoli dalle mani dei ribelli filo iraniani. Il nostro impegno è quello di lavorare per avere uno Yemen senza bambini soldato e senza mine purtroppo constatiamo che ci sono formazioni armate come gli Houthi che vivono e si arricchiscono grazie a questo conflitto e non vogliono la pace”.

La Ong non si occupa però solo di Yemen. Nella sua visita a Roma Al Rabeeah ha firmato insieme al direttore esecutivo del World Food Programme David Beasley due accordi congiunti tra il KSRelief e il Wfp. Il primo accordo riguarda il sostegno ai rifugiati siriani che abitano nei campi profughi nel Regno Hashemita di Giordania, del quale beneficeranno 112.000 persone, mentre il secondo riguarda il progetto di sostegno nutrizionale ai bambini della Repubblica Islamica del Pakistan, del quale beneficeranno 66.414 persone. I due programmi sono stati firmati a margine della riunione della seconda sessione ordinaria annuale del Consiglio Esecutivo del Wfp tenutasi questa settimana nella Capitale.



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