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Bonus e Superbonus, il vero impatto dell’attività edilizia sulla crescita economica

Il Pil sale, ma più per i ponteggi che per le Grandi Opere. Un intervento di favore fiscale che “regala” ai privati 10 euro ogni 100 spesi ha qualcosa di patologico, oltre le buone intenzioni di chi ha provato a riaccendere il motore produttivo di una macchina ingolfata dalla pandemia

Il Pil italiano cresce a passo di carica, al punto che l’Ue ci guarda come la nuova locomotiva d’Europa. Bene. La crescita del Pil oltre il 6% – oltre al dinamismo del sistema imprenditoriale – farebbe supporre lo sblocco del sistema delle Grandi Opere, di cui si parla spesso, ma delle quali si continua ad attendere la realizzazione. Ma per le Grandi Opere servono le gru. E invece se ne vedono poche, girando per il Paese. Si vedono invece tanti ponteggi. I tubi Innocenti sono diventati un bene raro, quasi come i microchip. Tra lavori di efficientamento energetico e ristrutturazione di facciate non c’è condominio che non abbia deliberato – o pensi di farlo – un intervento finanziabile con uno dei bonus o superbonus messi a disposizione dallo scorso anno e rinnovati (in parte) fino al 2023.

La nostra vigorosa ripresa economica quanto dipende da questo riavvio dell’attività edilizia? E quanto di questa attività è crescita vera e non “drogata” da incentivi che danneggiano lo Stato? Il recente allarme lanciato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, circa le frodi in atto sul sistema della cessione del credito o dello sconto in fattura connesso alla misura dei bonus e superbonus ha indotto il governo a definire un decreto per aumentare i controlli e limitare le opportunità connesse alle misure di facilitazione fiscale introdotte.

Resta il fatto che sono già stati individuati almeno 800 milioni di crediti fraudolenti. Ruffini, in una recente intervista al Sole 24 Ore ha tracciato un bilancio a un anno dalla piena operatività della piattaforma per la cessione dei crediti e dello sconto in fattura, denunciando truffe e abusi dei bonus edilizi. Stando ai dati riferiti da Ruffini in un anno sulla piattaforma si sono messi in moto scambi per circa 19,3 miliardi di euro di cui 6,5 miliardi per cessioni e sconti in fattura legati a interventi del Superbonus al 110% (Ecobonus e Sismabonus), e i restanti 12,7 miliardi per tutti gli altri sconti edilizi, per un totale di circa 2 milioni e mezzo di operazioni comunicate all’Agenzia delle Entrate. A fronte di questi consistenti movimenti finanziari l’Agenzia delle Entrate ha intercettato numerose cessioni di crediti inesistenti soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati. In altri casi è stata rilevata la cessione di crediti inesistenti riferiti a lavori fittiziamente realizzati addirittura in favore di persone inconsapevoli, che si sono ritrovate nel loro cassetto fiscale fatture relative a opere mai eseguite. Il rischio – come ha spiegato Ruffini – è che questi crediti vengano acquistati mediante l’impiego di capitali di origine illecita per reinserirli nel circuito legale.

E questo è l’aspetto patologico: la devianza che si è affermata in una normativa che ahimè non ha saputo prevederla. Resta il fatto che un intervento di favore fiscale che “regala” ai privati 10 euro ogni 100 spesi (o almeno documentati formalmente) ha qualcosa di patologico, oltre le buone intenzioni di chi ha provato a riaccendere il motore produttivo di una macchina ingolfata dalla pandemia.

Accanto alla patologia si è innescato un mercato finanziario che ha consentito di lucrare facilmente interessi inimmaginabili nei tempi del denaro a costo zero. La cessione dei crediti ha favorito le banche, soprattutto, tutti gli intermediari finanziari attrezzati, e tutti i professionisti più lesti a proporsi come intermediari, lucrando dal 18% (il tasso di interesse di molte banche applicato all’operazione di sconto del credito) a cifre che hanno superato anche il 20%.

Il Dl anti-frodi ha il sapore amaro di un provvedimento che ostacola solo i meno lesti e i meno ricchi. Che senso ha il limite per le villette unifamiliari? Solo i proprietari con un Isee sotto i 25.000 euro potranno accedere al super-sconto. Ora che i buoi sono scappati ci si mette a vigilare stalle ormai quasi del tutto vuote.

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