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Intelligence e vigilanza per impedire nuovi casi Game Stop. Il report Carnegie

Dieci mesi fa la tempesta azionaria che fece scoprire al mondo il potere dei social media sui listini globali. Ma evitare che pochi dilettanti facciano il bello e cattivo tempo è possibile. Paolo Ciocca (Consob) e Claudia Biancotti (Bankitalia) spiegano come

Alzi la mano chi non ricorda il caso, era la fine di gennaio 2021, di Game Stop. Il più grande rivenditore di videogiochi al mondo finito al centro di una tempesta azionaria perfetta, innescata da una piattaforma social. Tutto è cominciato quando dei trader non professionisti, coordinatisi attraverso il forum Wall Street Bets su Reddit (sito di social news dove gli utenti registrati possono pubblicare contenuti sotto forma di post testuali o di collegamenti ipertestuali) hanno preso di mira alcuni hedge fund che avevano scommesso contro Game Stop, vendendone le azioni allo scoperto.

IL CASO GAME STOP

Dopo l’exploit di gennaio, a inizio febbraio è giunto il prevedibile crollo, con tanto di sollievo dei mercati statunitensi: il titolo ha perso il 60% del suo valore chiudendo a 90 dollari dopo il picco di 325 dollari ad azione raggiunto venerdì 29 gennaio. Quello a cui borse e analisti di mezzo mondo hanno assistito allibiti fu una battaglia sul mercato azionario: da una parte gli investitori privati, per lo più giovani e con poca esperienza, e dall’altra gli hedge fund, che muovono miliardi e miliardi di dollari. Si è scatenata una vera e propria frenesia, che ha fatto salire vertiginosamente i prezzi di alcune società, danneggiando i cosiddetti short seller, ovvero coloro che vendono alla scoperto uno o più titoli puntando sul loro futuro ribasso. E tutto per colpa di un social.

TUTTO IL POTERE AI SOCIAL

Sul caso, a distanza di mesi, sono tornati due economisti del calibro di Paolo Ciocca, commissario Consob e Claudia Biancotti, a capo dell’area digital integration di Bankitalia, per mezzo del report Financial markets and social Media: lessons from information security. Obiettivo, accendere un faro sull’effettiva influenza delle piattaforme social sulla finanza e gli investitori. Influenza dei social media “destinata a rimanere dal momento che le giovani generazioni iniziano a risparmiare e investire. Questo comporta sia opportunità che rischi”, è la premessa del report.

“La condivisione delle informazioni e la discussione sulle piattaforme internet possono migliorare la trasparenza e l’efficienza del mercato. D’altra parte, le piattaforme dei social media sono noti veicoli di disinformazione e manipolazione del comportamento umano. Potrebbero essere usate come armi da malintenzionati che cercano di compromettere l’integrità del mercato e la stabilità finanziaria”. Di qui, la nuova sfida delle autorità di vigilanza, Consob in testa.

UNA NUOVA SFIDA

Secondo Ciocca e Biancotti, “per le democrazie liberali con organi di controllo finanziari indipendenti, ci sarà una complessa sfida politica. Al fine di combattere le operazioni di informazione, le autorità finanziarie avranno bisogno di cooperare con le comunità di intelligence. Questo richiede regole che definiscano chiaramente il ruolo di ciascuna parte e incoraggino la fiducia reciproca”. Il report cita proprio il caso Game Stop che “ha sperimentato un drammatico aumento del prezzo delle sue azioni nel gennaio 2021 quando i sentimenti rialzisti dei singoli investitori hanno inondato i social media.”

Il punto di caduta è comunque chiaro chiaro. “In questo documento, sosteniamo che il modello deve evolvere per aiutare a prevenire o difendersi da operazioni informatiche malevole. Evidenziamo, come primo passo, l’importanza di moduli organizzativi che consentano alle entità con diversi livelli di accesso alle informazioni classificate di lavorare insieme per valutare e informare le risposte alle operazioni ostili”.

D’altronde, “il trading non professionale è in crescita da alcuni anni, in parte grazie alle nuove app fintech a basso costo e facili da usare. Secondo la società di ricerche di mercato Apptopia, le sette principali app di trading non collegate a società di investimento tradizionali hanno registrato una crescita del 126% nei download negli Stati Uniti tra il 2015 e il 2019. Nel 2020-21, le restrizioni alla mobilità legate al panico da coronavirus si sono tradotte in un ulteriore interesse per le app finanziarie. Una delle piattaforme più popolari, Robinhood, ha annunciato nell’ambito della sua Ipo del giugno 2021 di avere 18 milioni di conti finanziati.”

L’UNIONE FA LA FORZA

Ora, come affrontare questa minaccia così subdola? Ciocca e Biancotti hanno la loro idea. “Di fronte a possibili operazioni di informazione e influenza, le autorità finanziarie non possono e non devono lavorare da sole. Ogni volta che attori esterni tentano di interferire con gli asset e i sistemi strategici di una nazione, il problema diventa politico. La sfida per i governi è quella di riunire le autorità indipendenti e le agenzie governative per combattere le operazioni di informazione nel sistema finanziario, sfruttando le capacità esistenti di ciascuna parte e introducendone di nuove, se necessario. Sono necessari quadri di cooperazione e condivisione che definiscano chiaramente ruoli e responsabilità nel contrasto a simili condotte.”

Insomma, intelligence e vigilanza finanziaria devono poter lavorare più a stretto contatto. “È necessario trovare un delicato equilibrio tra la protezione della riservatezza, lo sfruttamento delle competenze specialistiche e la prevenzione di frizioni tra le istituzioni, pur rimanendo fedeli al mandato legale di ciascuna parte.”


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