Passaggio di consegne tra il generale Enzo Vecciarelli e l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone al ruolo di capo di Stato maggiore della Difesa. Tante le sfide che attendono il nuovo comandante delle Forze armate, dalla trasformazione multi-dominio dello strumento militare all’instabilità del Mediterraneo allargato
“La portata delle sfide che la Difesa deve affrontare è quanto mai vasta, sia sul piano del mantenimento e del potenziamento dello strumento”. Così il nuovo capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, si è espresso durante la cerimonia di avvicendamento al comando delle Forze armate con il generale Enzo Vecciarelli, questa mattina presso l’aeroporto militare di Ciampino, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Gli obiettivi identificati dal nuovo capo di Stato maggiore sono chiari: “Il perfezionamento dell’integrazione interforze, lo sviluppo delle attività nei nuovi domini operativi, il potenziamento, a tutto tondo, della nostra capacità di proiezione di intervento e di presenza nel Mediterraneo allargato”.
LE SFIDE DI CAVO DRAGONE
Quale responsabile dell’area di vertice tecnico-operativa della Difesa e dell’impiego dello strumento militare nazionale, Giuseppe Cavo Dragone assume la guida di circa 165mila uomini e donne delle Forze armate, quotidianamente impiegati nelle operazioni, in Italia e all’estero, con 44 missioni, condotte in quattro continenti. Due i principali archi di crisi che il nuovo comandante è chiamato a fronteggiare, uno meridionale che investe il Medio oriente e la sponda nordafricana e uno orientale che dal mar Baltico raggiunge il mar Nero.
GLI OBIETTIVI DELLA DIFESA
Per l’ammiraglio, le Forze armate dovranno diventare uno strumento “credibile, capace, equilibrato, e reattivo e in grado di tutelare la nostra sovranità, di proteggere le nostre genti e tutelare gli interessi nazionali”, apportando al contempo un contributo significativo alle diverse alleanze dell’Italia, dalle Nazioni Unite, alla Nato, all’Unione europea. “La Difesa – ha ribadito Cavo Dragone – si proporrà quale elemento aggregante e qualificante al centro dell’azione di integrazione tra tutte le realtà che concorrono alla sicurezza e difesa del sistema Paese”.
IL MEDITERRANEO ALLARGATO
Raccogliendo la propria eredità navale, per il nuovo capo di Stato maggiore tra le diverse sfide che attendono l’Italia “la più preminente è rappresentata dall’attuale scenario geopolitico di riferimento che vede nell’area di principale interesse per gli obiettivi strategici del Paese il Mediterraneo Allargato”, reso sempre più agitato dal “proliferare di conflitti e focolai preoccupanti, oltre alla presenza di attori terzi che pongono a rischio gli interessi della nazionali e internazionali.”
UN FUTURO MULTI-DOMINIO
Dopo tre anni alla guida dello strumento militare, il generale Enzo Vecciarelli ha voluto esprimere la propria gratitudine e riconoscenza a tutto il personale delle Forze armate: “Uomini e donne che, per onorare il giuramento di fedeltà alla repubblica, ogni giorno si mettono a disposizione della patria e di tutti gli italiani”. Nel consegnare l’alta direzione tecnico-operativa dello strumento militare al proprio successore, Vecciarelli ha anche voluto sottolineare la sfida del multi-dominio che attende il nuovo capo di Stato maggiore: “La cyber e lo spazio, insieme ai classici ambienti di terra, mare e cielo, rappresentano ormai un’unica dimensione nella quale abbiamo iniziato a operare e misurarci.”
IL RUOLO DELL’ITALIA
“L’Italia sta lavorando a una revisione strategica che ci faccia diventare attori protagonisti in aree di assoluto rilievo come quella del Mediterraneo allargato” ha ribadito anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, evidenziando la necessità, in questa prospettiva, anche dell’ammodernamento delle forze: “Un tassello necessario per rispondere meglio alle sfide che abbiamo di fronte”. Nel ringraziare il generale Vecciarelli per il lavoro svolto e augurando buon lavoro al successore, ammiraglio Cavo Dragone, Il ministro ha anche sottolineato l’urgenza di rafforzare il ruolo dell’Italia non solo come attore globale, ma soprattutto nella collaborazione con l’Alleanza Atlantica e l’Unione europea.