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Conte che apre a Draghi per il Colle è un appiattimento sul Pd. Parola di De Masi

Il sociologo spiega che il consenso per il Movimento sembra essersi cristallizzato intorno al 15%, e dunque non dovrebbe subire grossi scossoni dall’appoggio per Draghi al Quirinale. Ma trova inedita una situazione in cui quasi tutti i partiti diano al premier carta bianca sul proprio destino politico

È solo una normalizzazione o la definitiva trasformazione del movimento del vaffa? L’apertura di Giuseppe Conte all’ipotesi di Mario Draghi al Colle fa discutere. Ormai, per il premier in carica, la strada sembra spianata da più parti. Se dovesse prendere corpo questa ipotesi, il sogno covato da Berlusconi rischierebbe di infrangersi contro un Parlamento compatto sulla figura dell’ex vertice della Bce. Politicamente, però, “questo endorsement di Conte a Draghi rappresenta un ulteriore appiattimento sul Pd”. A dirlo è Domenico De Masi, sociologo del lavoro, che in passato collaborò con il Movimento 5 Stelle.

L’apertura di Conte su Draghi post-Mattarella non la convince?

Diciamo che la considero un’altra occasione persa, da parte del presidente del Movimento 5 Stelle, per potersi differenziare dalle posizioni del Partito Democratico. In questo modo, invece, l’ex premier dà l’impressione di essere sempre più schiacciato sulle linee dei dem, dimostrando una scarsa autonomia di proposta.

Secondo questa uscita farà perdere voti al Movimento?

La base elettorale, dall’ottobre del 2019, rimane sempre più o meno stabile in termini di gradimento. Quantomeno stando agli ultimi sondaggi. Per la base grillina, Draghi ha lo stigma di essere un vecchio banchiere. D’altra parte, lo stesso Grillo in una recente dichiarazione piuttosto roboante, ha detto che Draghi è un grillino. Per cui, penso prevarrà la narrazione di Draghi come figura di garanzia anche per il Movimento. Sul gradimento, c’è un grande mistero tutto italiano che avvolge il Pd e il Movimento.

E quale sarebbe?

Sempre stando agli ultimi sondaggi. Emerge che il Partito Democratico non cresce e il Movimento 5 Stelle non cala. Per questo ultimo, come detto, pare che la situazione si sia cristallizzata a due anni fa. Probabilmente vorrà dire che lo zoccolo che si attesta attorno al 15-16% rimarrà saldo sulle sue posizioni. Digerirà anche la scelta di Draghi al Colle.

Lei pensa che le dichiarazioni di Conte possano in qualche modo favorire la frangia guidata da Alessandro Di Battista?

Secondo me queste esternazioni non portano e non tolgono nulla al Movimento, quindi mi sentirei di escluderlo. Tuttavia non mi meraviglierei se ci fosse qualche malumore. Visto e considerato che il segretario del Pd Enrico Letta vuol far passare il messaggio che Draghi, in un certo senso, sia espressione del Pd stesso. A questo contesto, si aggiunge una condizione davvero insolita per il dibattito politico.

Ovvero?

Credo che questo sia l’unico Paese al mondo nel quale il presidente del Consiglio possa deliberatamente scegliere dove stare (o a Palazzo Chigi o al Quirinale) potendo contare sull’appoggio incondizionato del Parlamento.

Legge questa cosa come un azzeramento della politica?

Più che altro l’inversione di prospettiva. L’abdicazione, da parte dei partiti, dal voler esprimere una propria scelta, se non quella convergente sull’attuale presidente del Consiglio.

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