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Crisi in Etiopia e rischi per l’Italia. Il capo degli 007 al Copasir

Audito il generale Caravelli, direttore dell’Aise. Al centro dell’incontro flussi migratori e penetrazione islamica nel Corno d’Africa, regione di nostro prioritario interesse strategico

Anche il Copasir ha acceso i riflettori sulla situazione in Etiopia. L’ha fatto con l’audizione odierna del generale Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise, cioè l’intelligence per l’estero.

In una nota il senatore Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, presidente del Copasir, ha riferito i temi al centro dell’incontro. In primo luogo è stata esaminata la Relazione semestrale sulle attività del comparto intelligence per il primo semestre 2021 con particolare attenzione su aspetti che riguardano l’intelligence economica, la sicurezza cibernetica e l’intensificarsi delle attività di soggetti statuali nei nostri teatri operativi, si apprende.

Ci si è poi soffermati sulla drammatica crisi che investe l’Etiopia e che vede l’avanzata delle milizie del Tigray verso la capitale Addis Abeba, anche in considerazione delle possibili ricadute sulla dinamica dei flussi migratori e della penetrazione islamica nel Corno d’Africa, regione di nostro prioritario interesse strategico.

Successivamente, sono stati affrontati i temi che caratterizzano le tre indagini conoscitive che il Copasir sta conducendo: la prima sul tema della sicurezza energetica nell’attuale fase di transizione ecologica, la seconda sulle prospettive di sviluppo della difesa comune europea e della cooperazione tra i Servizi di intelligence e la terza sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica.

Infine, il Copasir ha poi esaminato alcune questioni di attualità sulle quali si sono svolti approfondimenti con il generale Caravelli.

A proposito del ruolo dell’Italia in Etiopia, ecco quanto ha dichiarato a Formiche.net Nicola Pedde, direttore dell’Institute for Global Studies.

Mentre l’Unione europea ha un rappresentante speciale e un team impegnato nei negoziati, anche se il suo ruolo non è efficace, l’Italia risulta assente in questa crisi. Mentre l’Ue ha una struttura che si occupa di Corno d’Africa che è sul posto e sta facendo dei tentativi di mediazione, l’Italia ha un problema enorme nella regione perché la nostra politica è inesistente e vengono al pettine i nodi di molti anni di disinteresse e di mancanza di programmazione come per la Somalia e l’Eritrea. Se andiamo a guardare gli attori negoziali dei tentativi internazionali di gestire la crisi l’Italia è il grande assente mentre, come accade in Libia, i grandi attori di queste dinamiche di crisi sono diventati attori terzi come gli Emirati Arabi Uniti, la Turchia e il Qatar. Anche qui siamo in balia di una serie di nuove dinamiche politiche dettate da Paesi piccoli e ricchi ma con agende chiare.



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