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Covid, che succede in Germania e perché dovrebbe preoccupare l’Europa

Nonostante i vaccini, la Germania ha superato per la prima volta la soglia di 50.000 contagi. Preoccupa anche la pressione su ospedali e terapie intensive. Quali sono le cause di questo fenomeno, che potrebbe colpire nelle prossime settimane i Paesi vicini?

La pandemia sta colpendo duramente la Germania. Ieri i casi di contagio registrati sono stati più di 50.000, la cifra più alta dall’inizio della crisi sanitaria. Secondo l’Istituto Robert Koch di Berlino, l’incidenza settimanale, nonostante l’indice di vaccinati, è di 249,1 su 100.000 (il giorno prima 207,1). I morti sono stati 235.

Ralf Reintjes, epidemiologo dell’Università di Scienze Applicate di Amburgo, ha spiegato a France 24 che la situazione degli ospedali sta peggiorando. Il numero di pazienti ricoverati non è alto come l’anno scorso, grazie all’effetto protettivo dei vaccini, ma c’è una tendenza che potrebbe ancora aumentare.

Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, invece, assicura che le terapie intensive sono “più congestionate di un anno fa, quando non c’erano vaccini”. Questo perché c’è meno personale sanitario, a causa delle dimissioni per l’eccesso di lavoro dall’inizio della pandemia, e perché è necessario curare pazienti con altre malattie. Nel 2020, grazie ai lockdown, la diffusione di altri virus stagionali come l’influenza era limitato rispetto a quest’anno.

Il virologo tedesco Christian Drosten crede che in Germania potrebbero morire altre 100.000 persone se non si prendono misure per frenare la diffusione del virus. “Ed è una stima conservativa […] – ha detto all’emittente Ndr -. È vero che con due terzi della popolazione adulta vaccinata la situazione sanitaria può sorprendere, ma in realtà non c’è da stupirsi”.

Preoccupa anche la pressione sugli ospedali e le terapie intensive. Gli stati più colpiti da questa nuova ondata sono, ad oggi, la Sassonia e la Baviera, dove sono state introdotte nuove misure per le persone che ancora non hanno ricevuto il vaccino anti-Covid 19.

Da lunedì, infatti, a Berlino chi non ha il certificato vaccinale ha il divieto di entrare in ristoranti al chiuso, bar, centri sportivi e parrucchieri. Non sarà più valido il test negativo per accedere a questi spazi (qui l’articolo di Formiche.net “Altro che green pass. Ecco le norme anti-Covid più rigide in Europa”).

Ma quali fattori hanno portato a questa nuova crisi sanitaria in Germania? Prima di tutto, il fatto che milioni di tedeschi adulti, molti con altre patologie, non sono ancora immunizzati. A questi si sommano i primi vaccinati, molti di loro anziani, che cominciano a perdere protezione giacché sono stati inoculati tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021.

Poi ci sono anche le varianti. Come spiega Reintjes, il virus non è lo stesso: la variante delta è molto più contagiosa rispetto alla versione del Covid-19 del 2020, e questo rende la malattia più pericolosa, anche tra i vaccinati.

In Germania, l’aumento di casi di Covid si deve anche all’effetto (negativo) delle elezioni generali del 26 settembre. Durante la campagna elettorale, la crisi sanitaria è passata in secondo piano, i candidati si sono concentrati per motivi politici sulla retorica della buona gestione della pandemia ed è passato il messaggio che il peggio era superato.

“Vige la falsa impressione che, grazie ai vaccini, possiamo voltare pagina di questa crisi sanitaria […] Abbiamo più fiducia nei vaccini rispetto alle limitazioni della circolazione o i test”, aggiunge Reintjes. Il ritorno alla vita sociale, senza distanze di sicurezze e misure preventive, aiuta alla diffusione del virus. Il risultato è che il 70% della popolazione tedesca fa ben poco per proteggersi dal Covid-19.

Altri Paesi europei, con indici di vaccinazione simile alla Germania, dovrebbero preoccuparsi. In Francia, Danimarca e i Paesi Bassi, per esempio, i contagi sono tornati a salire. Spagna e Italia, dove le temperature sono ancora miti, restano un po’ più protetti ad ora.

Sebbene sia impensabile immaginare nuovi lockdown, restano opzioni più agevoli e convenienti come fare campagne massive di test per identificare dove si trova il virus e fermarlo. La pandemia continua e non bisogna rallentare la prevenzione, specialmente con l’arrivo dell’inverno.



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