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Draghi al Quirinale, ma occhio a Berlusconi. Orsina e i malumori della destra

draghi berlusconi

Il direttore  della School of Government alla Luiss dopo le parole di Berlusconi: “Salvini dice di sostenerlo per il Colle. Ma dopo l’elezione presidenziale, è da vedere se Salvini sosterrà l’esecutivo fino al 2023”. Sull’ipotesi di un asse centrista: “Non credo che il leader di Forza Italia sia interessato a stringere rapporti con Renzi e Calenda”

Berlusconi getta il cuore oltre l’ostacolo. “Draghi fino al 2023”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, coglie la palla al balzo. E, proprio oggi, ha dichiarato che il premier “sta lavorando bene”. Dunque apre alla possibilità di non andare a elezioni anticipate e di mantenere lo status quo. Di Quirinale, il padre nobile di Forza Italia, non ne parla esplicitamente. Anzi, glissa: “Finché ci sarà Mattarella non ne voglio parlare”. Eppure la scadenza del Colle si profila sempre più vicina. “E Berlusconi sta giocando la sua partita”. A dirlo è Giovanni Orsina, storico, politologo e direttore della School of Government alla Luiss.

Orsina, questa presa di posizione di Berlusconi è destinata ad aprire un fronte nel centrodestra?
E’ difficile a dirsi. In questa fase si fa fatica a capire esattamente quale sia il rapporto fra tattica e strategia. Berlusconi sta facendo una sua partita per aprirsi la strada quirinalizia. Fra i suoi alleati, ormai Meloni è l’unica che esplicitamente dice di voler andare a elezioni anticipate.

Questo è il nodo. La posizione di Berlusconi, ripresa da Salvini, può creare una crepa nel centrodestra?
No, fin quando siamo nella pretattica. Quando invece si entrerà nel vivo della battaglia per il Quirinale, allora sì che potrebbero crearsi strappi anche irrimediabili. Ma ora è molto presto per dirlo.

Il leader di Forza Italia potrebbe strappare?
Finché è ‘in partita’ non credo. Io comunque rimango persuaso che Berlusconi sia interessato a far sopravvivere la coalizione di centrodestra anche a prescindere dal Quirinale: si è sempre sentito il ‘federatore’ della coalizione e il custode del bipolarismo.

Tuttavia è lusingato da Italia Viva, Azione e dalle forze centriste in generale.
I voti per la presidenza della Repubblica li deve andare a recuperare da quelle parti. Ma creare un asse politico centrista è tutt’altra questione.

Della posizione di Salvini che rientra nei ranghi del Governo che lettura dà?
Salvini ha rilanciato e sostenuto le posizioni di Berlusconi, in prospettiva del Colle. Ma dopo l’elezione presidenziale, è da vedere se Salvini sosterrà l’esecutivo fino al 2023.

Lei sul Quirinale come la vede?
Diciamo che la congiuntura di questa fase spinge per il congelamento dello status quo, per via della recrudescenza della pandemia. Dunque significa che sta riprendendo quota l’ipotesi che Mattarella possa accettare il bis e Draghi rimanere a palazzo Chigi. Però io resto convinto che, alla fine, l’esito più probabile sia che al Colle salga Draghi. Ma è un’ipotesi che non pare proprio piacere al Pd.

Ma il Pd rivendica di aver sempre appoggiato Draghi.
Sì, ma al Governo. Non al Quirinale.

Al Pd non conviene andare a elezioni?
Mah, anche in questo caso i tatticismi si sprecano. Da ultimo, paradossalmente, anche l’ipotesi del voto anticipato pare riprendere forza. E a Letta non sembra dispiacere più di tanto.

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