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Draghi al Colle? Cosa ne pensano analisti e banche d’affari

La banca d’affari elvetica certifica la bontà delle misure intraprese fin qui dall’ex presidente della Bce per gestire la pandemia e rilanciare l’economia. Per questo spedire Draghi al Colle potrebbe interrompere questo processo

Mario Draghi? Meglio tenerlo a Palazzo Chigi e anche bene stretto, se il metro di misura sono le riforme e la sostenibilità del terzo debito mondiale. Fuori dal parlamento e dai corridoi della politica, chi osserva attentamente l’Italia, investitori e analisti in primis, ha la propria idea di cosa ha bisogno il Paese. Di fiducia, credibilità agli occhi di chi compra 400 miliardi di debito all’anno e di mettere a terra 200 miliardi di investimenti del Pnrr. E allora, meglio piantonare Palazzo Chigi e far sì che Draghi non salga al Colle, soprattutto ora che l’Italia sembra respirare l’aria della ripresa.

DRAGHI PROMOSSO (A PIENI VOTI)

Gli economisti del Credit Suisse, una delle principali banche d’affari europee, hanno le idee piuttosto chiare su quello di cui l’Italia necessita e su chi deve azionare il motore. “La ripresa economica dell’Italia è risultata molto più rapida del previsto. Grazie a un programma di vaccinazione efficace, gran parte delle restrizioni sono state ormai revocate”, si legge in un report, appositamente dedicato all’Italia. “In particolare, la precoce riapertura ha consentito lo svolgimento della stagione turistica estiva in Italia. Inoltre, grazie a un efficace intervento di politica fiscale, si è registrata una buona ripresa della domanda. Pertanto, la ripresa economica dovrebbe concludersi entro inizio 2022”. fin qui, un certificato che attesta l’azione del governo Draghi.

OCCHIO AL DEBITO

Attenzione però, non va tutto bene. C’è un problema, piuttosto grosso, che si chiama debito. “Tuttavia, considerata la portata del supporto che il bilancio del governo italiano ha fornito all’economia dall’inizio della pandemia, il debito pubblico dell’Italia resta un grave rischio per l’economia. Per il prossimo anno il governo prevede un deficit pari a quasi il 5% del PIL, per cui il debito pubblico italiano si attesterebbe al 150% del Pil del Paese”, spiegano dal Credit Suisse.

Lo spread Btp/Bund, per ora è benevolo, 128 punti base. “I rendimenti delle obbligazioni indicano che per il momento il debito non rappresenta un problema. I rendimenti dei titoli di Stato italiani a 10 anni sono inferiori all’1%, pertanto i pagamenti degli interessi sul debito dell’Italia restano bassi.  Di conseguenza, nel 2022 i rischi connessi al debito italiano dovrebbero rimanere contenuti. Il prossimo anno, tuttavia, l’Italia avrà l’opportunità di mitigare tali rischi sul lungo periodo”.

IL QUIRINALE PUÒ ATTENDERE

Il messaggio sotteso ma non troppo è che Draghi sta meglio a Palazzo Chigi che al Quirinale. “A seguito dei finanziamenti alla ripresa e la resilienza dell’Ue, il primo ministro Mario Draghi sta introducendo numerose riforme, allo scopo di migliorare un sistema fiscale complesso e inefficiente e affrontare le carenze del mercato del lavoro, l’inadeguata formazione del capitale umano e l’inefficienza della Pubblica amministrazione”. Dunque per la banca elvetica “se il primo ministro Draghi riuscirà a proseguire sul cammino delle riforme anche l’anno prossimo, oltre a migliorare le prospettive di crescita a lungo termine e di sostenibilità del debito dell’Italia, consoliderà ulteriormente i rapporti con gli altri Stati membri dell’Ue, favorendo il progresso dell’integrazione europea nel prossimo anno”.

Di questo sono convinti anche a Standard&Poor’s. L’agenzia di rating ha infatti appena alzato l’outlook del debito sovrano italiano a “positivo” da “stabile”, confermando il rating a “BBB/A-2″ e affermando che l’impegno del governo per le riforme a favore della crescita è in grado di stimolare efficacemente l’economia .”L’ampia maggioranza bicamerale del governo Draghi dovrebbe garantire l’attuazione alla fine del 2021 dei 51 traguardi e obiettivi inclusi nel suo ambizioso programma di riforme”.

Di più. “Prevediamo una forte ripresa guidata dagli investimenti nel 2021 e nel 2022, portando il Pil italiano sopra i livelli del 2019 un anno prima di quanto ci aspettassimo. Prevediamo un deficit di bilancio per il 2021 dell’8,8% del Pil rispetto all’obiettivo del 9,4% del governo, poiché le entrate continuano a superare le ipotesi di bilancio. Per il 2021, la crescita attesa del Pil è del 6%, seguita da un +4,4% nel 2022”. Nessuno si muova da Palazzo Chigi.

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