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Se l’Europa fa il gioco di Putin. Intervista a Kurt Volker

Parla l’ex inviato speciale degli Usa in Ucraina, un passato alla Cia: Putin ha un piano per dividere l’Europa, che lo sta aiutando. Lukashenko la punta dell’iceberg, l’obiettivo ultimo è il monopolio del gas. Biden? Un errore concentrarsi solo sulla Cina

“L’Europa sta facendo il gioco di Vladimir Putin”. È un allarme serio quello lanciato da Kurt Volker, ex analista della Cia, un passato da sottosegretario di Stato per gli Affari europei e poi inviato speciale di Donald Trump in Ucraina, oggi membro del think tank Cepa. “La Russia sta cogliendo un’occasione perfetta per dividere i Paesi europei. E glielo stanno permettendo”.

Volker, gli Stati Uniti avvisano gli alleati europei: la Russia potrebbe invadere l’Ucraina.

È uno scenario realistico: non possiamo escludere un’invasione, l’hanno già fatto una volta. Questo è il terzo grande aumento dei mezzi militari nel giro di un anno. Le truppe russe sono a Nord e ad Est del confine ucraino. E da mesi assistiamo a un’escalation di retorica del Cremlino, Putin è arrivato a negare l’esistenza stessa di una società ucraina indipendente da quella russa.

Gli Stati Uniti hanno un piano?

Purtroppo c’è la percezione di un passo indietro degli Stati Uniti. Dopo il ritiro dall’Afghanistan, il summit con Biden a Ginevra, la vittoria in Siria, Putin potrebbe pensare di avere una chance per agire. A Washington lo sanno e sono preoccupati. L’allarme lanciato in pubblico agli alleati europei, le parole di Blinken, non sono un caso. C’è un pericolo imminente.

Intanto si fa strada il sospetto che dietro la massa di migranti rilasciata dal dittatore bielorusso Lukashenko contro la Polonia ci sia la mano russa. È così?

Girerei la domanda. La Bielorussia sarebbe in grado di fare tutto questo senza la Russia? Ovviamente no. Lukashenko ha un piano semplice: aumentare la pressione sull’Europa per spingere l’Ue a mettere via le sanzioni. Putin sta giocando una partita molto più grande.

Ci spieghi.

Un pressing contro l’Europa su più fronti, contemporaneamente. Chiude i rubinetti del gas, spinge masse di migranti al confine, minaccia azioni militari. L’obiettivo ultimo è far approvare una volta per tutte il gasdotto Nord Stream II e costringere l’Ue alla dipendenza dal gas russo. Una leva negoziale che permetta a Mosca di avere mani libere in Ucraina, di ristabilire il suo dominio sulle repubbliche ex sovietiche.

L’amministrazione Biden è distratta dalla Cina?

Credo che sia Trump che Biden abbiano avuto una giusta intuizione: la Cina è una minaccia strategica sempre più grande. C’è un punto della loro strategia che non mi convince: non si può scegliere fra la sfida cinese e quella russa, affrontarle una alla volta, serve un approccio a 360 gradi. Non a caso oggi Putin mette in dubbio la capacità di reazione di Europa e Stati Uniti.

Crede che ci sia una sottovalutazione della minaccia?

Questa amministrazione è pienamente consapevole di cosa è successo nel 2014, quando la Russia ha invaso la Crimea. Non eravamo pronti, e non abbiamo fatto nulla, cercando anzi di sminuire gli eventi. Biden non vuole ripetere lo stesso errore: per questo sta inviando messaggi molto schietti.

Basteranno?

Temo di no. Manca qualsiasi forma di azione. Niente sanzioni, niente potenziamento della sicurezza nella regione e in particolare in Ucraina. Niente che possa respingere le minacce di Mosca e mettere sotto pressione Putin. Non basta dare visibilità, bisogna passare ai fatti.

Questo lunedì l’Ue presenta la sua nuova strategia per la sicurezza. Un errore da non commettere?

L’Europa, specie durante l’era Trump, tende sempre a pensare di poter fare da sola. Di poter contare sul sostegno degli Stati Uniti e al tempo stesso proporsi come ponte con la Russia, fra Occidente e Oriente. Putin non solo ama questo comportamento, ma lo incoraggia. Sa che, così facendo, l’Europa si indebolisce, e si divide. Quando impareranno?


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