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Asse Italia-Usa. Il viaggio del presidente Fico a Washington

Il presidente della Camera impegnato per tre giorni a Washington (con un occhio alla svolta progressista dei 5 Stelle). Rivedrà la speaker Nancy Pelosi e incontrerà alcuni think tank americani tra cui quello fondato dal clintoniano Podesta

Inizia oggi (martedì 2 novembre, ndr) la visita ufficiale di tre giorni di Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati ed esponente di spicco del Movimento 5 Stelle, a Washington. Stando a quanto ricostruito da Formiche.net, il viaggio è pensato su due direttrici: rafforzare l’asse progressista tra Italia e Stati Uniti e approfondire alcuni temi da sempre in agenda del presidente come le nuove forme della partecipazione democratica, i diritti e la sostenibilità urbana.

L’AGENDA E GLI INCONTRI

Oggi il presidente Fico incontrerà Bill Nelson, amministratore della Nasa ed ex senatore del Partito democratico, visiterà lo Steven F. Udvar-Hazy Center presso il National Air and Space Museum e i National Archives, dove sono custoditi la Dichiarazione di indipendenza, la Costituzione e la Carta dei Diritti degli Stati Uniti.

Mercoledì la giornata più politica. In mattinata sarà ricevuto a Capitol Hill da Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti, che recentemente è stata a Roma in occasione della cerimonia di apertura della pre-Cop26 dei Parlamenti. Poi avrà un incontro con la leadership della Camera, dunque con i capigruppo del Partito democratico e del Partito repubblicano e altri rappresentanti. Nel pomeriggio, invece, incontrerà Kathy Castor, presidente della Commissione sul cambiamento climatico. Infine, incontri con alcuni esponenti del think tank German Marshall Fund e successivamente con alcuni rappresentanti della comunità italiana.

Giovedì presenzierà alle celebrazioni per il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate. Poi sarà in visita al Cimitero monumentale di Arlington con la cerimonia del Cambio della guardia e la deposizione della Corona ai Caduti. Chiuderà la mattinata un incontro con esponenti di un altro prestigioso think tank, la Brookings Institution presieduta da John Allen, ex comandante delle forze Nato in Afghanistan. Nel pomeriggio sono in programma una visita al Center for American Progress e un incontro a Capitol Hill con David Cicilline, deputato dem di origini italiane, figlio dell’“avvocato della mafia” John Francis Cicilline, primo sindaco gay di una capitale di Stato (Providence, Rhode Island), vicepresidente del Caucus dei Progressisti e membro della Sottocommissione Europa della Commissione Esteri della Camera.

I TEMI DELLA VISITA

Ecco la prima delle due direttrici della visita del presidente Fico. Pensando anche al futuro del Movimento 5 Stelle e ai suoi rapporti con il Partito democratico, l’incontro con la speaker Pelosi e quello al Center for American Progress arrivano a pochi giorni di distanza dalla riunione del Global Progress Network a Roma, a margine del G20, su iniziativa del segretario dem Enrico Letta – evento il cui motore è stato proprio il Center for American Progress, che dei tre think tank sull’agenda del presidente della Camera è senza dubbio quello più schierato politicamente (basti pensare che è stato fondato dal clintoniano di ferro John Podesta). Quanto alla seconda direttrice, invece, serve guardare agli incontri alla Brookings Institution e al German Marshall Fund, centri studi di prestigio internazionale che offrono programmi dedicati a questioni che stanno a cuore al presidente Fico sin da quando, nel 2005, fu tra i fondatori a Napoli di uno dei 40 meetup “Amici di Beppe Grillo”, sui quali è nato il Movimento 5 Stelle.

IL RAPPORTO ITALIA-STATI UNITI

Guardando l’agenda del presidente Fico a Washington ci sono, infine, diverse occasioni istituzionali. A dimostrazione di una sintonia tra Italia e Stati Uniti, non soltanto tra i governi (come dimostrano l’intesa tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente statunitense Joe Biden, il colloquio tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il segretario di Stato americano Antony Blinken a margine del G20 di Roma e la recente missione a Boston e Washington del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti) ma anche a livello istituzionale sotto lo sguardo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’INTERVISTA A “FORMICHE.NET” DOPO LA VITTORIA DI BIDEN

Torna utile in questo quadro rileggere l’intervista rilasciata dal presidente Fico a Formiche.net quasi un anno fa, pochi giorni dopo le elezioni presidenziali statunitensi. Definiva la vittoria di Joe Biden come un’occasione per aprire una nuova era nei rapporti fra Europa e Stati Uniti. Ecco due passaggi di quel colloquio.

Credo che i segni di una discontinuità saranno percepibili su diversi fronti. A cominciare dall’impegno sul lato ambientale e da un diverso approccio nella gestione del fenomeno migratorio e nel rapporto con tutte le minoranze, alcune delle quali hanno attraversato anni davvero duri e angoscianti. Del resto alcuni provvedimenti in tal senso sono stati già annunciati da Biden, come l’adesione all’accordo di Parigi e il superamento del Muslim ban. Sul piano internazionale viene dato per scontato sia un ritorno degli Usa all’approccio multilateralista sia una ripresa, in forme rinnovate di collaborazione, delle relazioni transatlantiche. Ritengo che entrambe queste linee direttrici si rendano più che mai necessarie di fronte alle enormi sfide globali che siamo chiamati insieme ad affrontare: la pandemia, i cambiamenti climatici, la lotta alle diseguaglianze.

Con Nancy Pelosi – quale ho trasmesso nei giorni scorso una lettera di congratulazioni per la rielezione alla Camera dei rappresentanti – ci sono state in questi anni diverse occasioni di confronto, sia bilaterale che nell’ambito delle riunioni dei Presidenti dei Parlamenti del G7. Abbiamo sviluppato un ottimo rapporto e condiviso ragionamenti sia rispetto a tematiche di interesse comune – penso ad esempio al tema delle conseguenze sociali ingenerate dal cambiamento climatico – sia più recentemente durante il triste periodo delle violenze seguite all’assassinio di George Floyd, e soprattutto rispetto all’approccio da seguire nel contrasto alla diffusione della pandemia e all’importanza che può giocare anche in questo frangente storico la diplomazia parlamentare. Su questi temi ho trovato davanti a me una interlocutrice appassionata e tenace, ma anche sensibile rispetto a questioni che da Presidente della Camera ho sentito il dovere di porre alla sua attenzione, come il caso Chico Forti.


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