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Vittime e sopravvissuti dell’aumento del gas. C’entra (anche) la geopolitica

Entice Energy e Orbit Energy ko, è allarme in Gran Bretagna. Grecia ed Egitto firmano un memorandum bilaterale per costruire un oleodotto naturale sottomarino diretto

Mentre in Gran Bretagna falliscono due grossi fornitori, nel Mediterraneo si lavora pancia a terra per portare rispettivamente più gas e più transizione ecologica. Solo poche ore dopo che il governo inglese ha confermato che Bulb è entrato in “amministrazione speciale”, altri due fornitori di energia sono falliti: Entice Energy e Orbit Energy. Di contro l’aumento degli arrivi di GNL americano al Terminal gas di Revithousa in Grecia aumenta di pari passo la diversificazione energetica per l’intera Europa in un momento in cui i prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 50% da inizio anno, raggiungendo massimi pluriennali poiché la domanda ha superato l’offerta.

LA SITUAZIONE IN GRAN BRETAGNA

Le bollette di gas ha fatto altre “due vittime” illustri in Inghilterra, dopo le 20 fatte registrare in questo 2021: Entice Energy, che contava 5.400 famiglie nei suoi libri contabili, e Orbit Energy, che rifornisce 65.000 clienti, stanno chiudendo. Secondo il regolatore tutti i clienti potranno trovare un diverso fornitore di energia, con l’incognita rappresentata dal peso specifico delle nuove bollette, ma a preoccupare è il trend rappresentato da aziende costrette al fallimento da un picco dei prezzi globali del gas. Secondo Gillian Cooper, responsabile della politica energetica di Citizens Advice, gli aumenti dei prezzi globali del gas di quest’anno sono stati significativi, “ma non avrebbero dovuto portare al collasso di 25 aziende”. Che però c’è stato.

LE PREVISIONI DI COPERTURA DI REVITHOUSA

Di contro nell’Egeo prosegue la “marcia” di arrivo del gnl americano, che aumenta di pari passo la diversificazione energetica per l’intera Europa. Revithousa, controllata dalla greca Desfa che è sua volta partecipata da Snam, è un’isola-deposito di gas con la prospettiva di coprire il fabbisogno di un’ampia regione che comprende Grecia, Bulgaria, Macedonia del Nord e Serbia. Le previsioni indicano 4 miliardi di euro di investimenti entro il 2030 in gasdotti, reti e impianti di stoccaggio. Di fatto si smina il terreno dai ricatti russi relativi alla possibile chiusura dei rubinetti.

Garantire un approvvigionamento energetico sicuro e rispettoso del clima è uno dei pilastri della politica estera dell’amministrazione Biden-Harris. In questa pista si inserisce la decisione della Casa Bianca di nominare come Senior Advisor del Dipartimento di Stato per la sicurezza energetica Amos Hochstein, che già dal post Ucraina in poi ha stimolato l’AmCham Northern Greece Energy Summit.

LO SNODO DI ALEXANDROUPOLIS

Alexandroupolis è molto più di una città portuale greca. Da questa consapevolezza si sta snodando la strategia Usa nel dossier energetico dal momento che si tratta di una porta di accesso a un mercato di oltre 30 milioni di persone nei Balcani occidentali. Non solo vi fanno ingresso beni e servizi ma è punto di partenza di progetti strategici a cui gli Stati Uniti guardano con favore: come il FSRU (che aumenterà le forniture di GNL proveniente dagli Stati Uniti per una vasta area che comprende Grecia, Bulgaria, Macedonia del Nord e Serbia), l’oleodotto IGB, una centrale elettrica GE che rifornirà tutta l’Europa sudorientale e la Via Carpatia, una bretella che arriverà in Lituania, molto utile in chiave Nato.

Ma il tutto passa dalla privatizzazione dello scalo, a cui partecipano realtà a stelle e strisce come Quintana e BlackSummit. Per questa ragione la Cina vuole mettere i bastoni fra le ruote agli americani per i porti di Alexandrupolis e Kavala, strategici per le pipeline che vi transitano. Attraverso una serie di società connesse e con l’appoggio dell’oligarca ellino-russo Savvidis, Pechino punta a strappare i due porti agli Usa. Sarebbe un cazzotto in pieno viso non solo alle policies della Casa Bianca ma all’intera strategia energetica per l’Ue. Intanto i prossimi 10 giorni saranno cruciali per gli sviluppi nel Mediterraneo orientale, poiché Ankara esamina gli scenari relativi ai piani di trivellazione di Nicosia all’interno della zona economica esclusiva di Cipro (ZEE) dove l’americana EXXON è impegnata fino a dicembre in virtù di un accordo siglato tra Usa e Cipro.

GRECIA & EGITTO

In quest’ottica di nuova cooperazione macro regionale, la Grecia rafforzerà ulteriormente la sua relazione con l’Egitto firmando un memorandum bilaterale: obiettivo, la possibilità di costruire un oleodotto naturale sottomarino diretto tra i due Paesi. L’occasione è stata la Sesta Riunione Ministeriale dei Paesi partecipanti al Forum Mediterraneo SE del Gas Naturale al Cairo. Il Forum consente ai Paesi bagnati dal Mediterraneo di affrontare problemi comuni legati al dossier energetico. Il memorandum congiunto di cooperazione tra Grecia ed Egitto includerà questioni di cooperazione relative alla possibilità del trasporto di gas naturale liquefatto dall’Egitto alla Grecia, e naturalmente la possibilità di cooperare in materia di ricerca e sviluppo di nuovi giacimenti di gas naturale.

@FDepalo

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