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Come va il debito greco dopo la pandemia? Report Moody’s

Paese campione della performance finanziaria, recitano alcuni report. Atene entrerà a far parte, entro il prossimo anno, del club di quei Paesi che emettono obbligazioni verdi

Moody’s e UBS promuovono la Grecia dopo anni in cui i rapporti sono stati difficilissimi, a causa della crisi nell’eurozona del 2012. I giorni delle fibrillazioni mondiali sui mercati sembrano lontani: lo dimostra la concordia con cui agenzie e banche scommettono su Atene sia per quanto riguarda la riduzione del debito, sia per le previsioni sul Pil. Anche Bruxelles dà luce verde ai conti ellenici, accendendo un fascio di luce sulla relativa performance finanziaria.

QUI MOODY’S

Secondo l’agenzia Moody’s nel 2022 si prevede una modesta ma incoraggiante riduzione del debito, anche se i livelli di debito rimarranno ben al di sopra dei livelli pre-crisi. I motivi sono da ritrovarsi nella crescita economica e nella riduzione dei deficit primari con il ritiro delle misure di sostegno legate alla pandemia. La Grecia, che è tra quei Paesi maggiormente indebitati, vedrà il suo debito scendere del 10,1% (al 191% del Pil). A seguire Cipro del 6,8% e Portogallo (-5,9%), poi Francia, Italia e Spagna.

Le risorse del Recovery Fund stimoleranno significativamente la crescita nel Mezzogiorno dell’Ue entro il 2027, con la Grecia che riceverà il maggior impulso. Nello specifico, nonostante i forti tassi di crescita del 2021 la Grecia supererà leggermente il Pil del 2019. Moody’s si aspetta anche un immediato ritorno alla redditività, cosa che sarà favorita dalle positive prospettive dell’economia greca.

QUI UBS

Secondo l’ultimo report di UBS la Grecia è il Paese campione della performance finanziaria: nei prossimi due anni mostrerà una crescita maggiore rispetto alla media europea. Sono quattro i fattori determinanti secondo l’istituto elvetico.

In primis l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund, circa 10,5 miliardi di euro nei prossimi due anni che, stando alle previsioni della Banca di Grecia, potrebbero aumentare il Pil cumulato nel 2021-2023 di circa il 10% solo se sommati a riforme strutturali che in Grecia si attendono da decenni. Inoltre la crescita dell’occupazione è stimata nel 3% in due anni, a cui sommare la ripresa del turismo che continuerà a ritmo sostenuto. Infine le quattro maggiori banche greche sono attese da cartolarizzazioni e cessioni dei cosiddetti prestiti rossi che le zavorravano non poco. Si tratta di Alpha Bank, Eurobank, National Bank e Pireo, interessate dalla qualità degli asset e dal miglioramento della credibilità internazionale. Tutti fattori che conducono ad uno slancio positivo.

QUI JP MORGAN

JP Morgan “scommette” sui titoli decennali greci, ritenendo che la Banca centrale europea deciderà di continuare il proprio sostegno dopo la fine del programma di allentamento quantitativo straordinario. Lo spread greco, dai circa 135 punti base di oggi, dovrebbe scenderà a 105 punti base entro il prossimo dicembre, mostrando così un trend incoraggiante e in linea con le previsioni delle maggiori agenzie.

QUI UE

Anche dalla Commissione Europea c’è fiducia sulla capacità della Grecia di riprendersi: Bruxelles ha stimato una crescita del Pil del 5% nel 2021 e del 4,3% nel 2022. Secondo un report ad hoc della Commissione la ripresa dell’economia greca sta procedendo spedita a causa di due fattori: la domanda interna e la stagione turistica estiva appena conclusa che è stata migliore del previsto. Secondo le rilevazioni Ue l’impatto della pandemia dovrebbe attenuarsi gradualmente, mentre la politica fiscale e monetaria accomodante, insieme al forte impulso del Piano di ripresa e resilienza, sono destinate a sostenere lo slancio in futuro. “Le misure di sostegno di emergenza vengono adattate alle esigenze in evoluzione dell’economia e dovrebbero essere in gran parte eliminate entro la fine del 2021, a sostegno della riduzione del disavanzo pubblico”.

QUI ATENE

Secondo il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis l’elevato debito non è una preoccupazione e il Paese sta prendendo in prestito a tassi storicamente bassi. A ciò si aggiunga che il governo ellenico intende ottenere almeno 12 miliardi di euro dai mercati attraverso l’emissione di nuovi bond con la possibilità per la Grecia di entrare a far parte, entro il prossimo anno, del club di quei Paesi che emettono obbligazioni verdi.

Intanto la produzione industriale ellenica aumenta, come rivelano i dati dell’Autorità ellenica di statistica (Elstat): a settembre 2021 è stato registrato un più 9,7% rispetto a settembre 2020, anche se la recente carenza di materiali rappresenterà una minaccia per l’aumento della produzione manifatturiera nel medio periodo.

@FDepalo



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