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LiciaCube pronto al lancio. Al via la missione di difesa interplanetaria

Partirà domani dalla base di Vandenberg, in California, la missione di difesa interplanetaria della Nasa “Dart”. A bordo anche il satellite dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) LiciaCube, il cui compito sarà documentare la missione e raccogliere i dati per l’analisi successiva. Obiettivo: testare le capacità di proteggere la Terra da una minaccia dallo spazio

È tutto pronto per il lancio di Dart, la missione della Nasa che valuterà le possibilità tecniche di difendere la Terra da un eventuale oggetto spaziale in rotta di collisione con il nostro pianeta. La partenza è prevista per domani, poco dopo l’una di notte locale (le sei in Italia), dalla base della Us Space force di Vandenberg, a bordo di un Falcon9 della SpaceX. La sonda Dart dovrà colpire un asteroide nello spazio profondo per testare la capacità di deviarne il percorso. A bordo ci sarà anche il satellite dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) LiciaCube, realizzato a Torino da Argotec, che dovrà documentare la missione, raccogliendo i dati utili per la successiva analisi a Terra. Sarà l’oggetto italiano ad andare più lontano nello spazio.

LA MISSIONE DART

Dart punterà dritto verso Didymos, un asteroide binario nello spazio profondo a circa undici milioni di chilometri dalla Terra. Attorno al corpo principale di Didymos orbita come un satellite il più piccolo asteroide Dimorphos, che con i suoi 160 metri di diametro raggiunge comunque le notevoli dimensioni della piramide di Giza. Ad interessare particolarmente gli scienziati della Nasa, però, è il diametro dell’orbita descritta da Dimorphos intorno a Didymos, di appena un chilometro. La distanza, sufficientemente contenuta, permetterà di misurare e valutare con più precisione gli effetti di Dart. La sonda americana, infatti, si lancerà contro il più piccolo dei due, cercando di modificarne la traiettoria

LA MISSIONE DI LICIACUBE

Circa dieci giorni prima dell’impatto, si staccherà il satellite italiano LiciaCube, per consentirgli di registrare le immagini dell’impatto di Dart sull’asteroide e dei detriti generati dalla collisine. Dopo la separazione dalla sonda americana, LiciaCube procederà in navigazione autonoma verso l’obiettivo, compiendo anche un sorvolo del sistema binario e mantenendosi sempre a circa 50 chilometri di distanza dai due asteroidi. Sarà a questo punto che la missione del satellite italiano entrerà nel vivo: LiciaCube dovrà infatti testimoniare l’avvenuto impatto di Dart sulla superficie di Dimorphos, studiandone contemporaneamente la formazione della nube di detriti generata dallo scontro. Questa sarà anche l’occasione per studiarne la struttura e l’evoluzione del materiale presente sull’asteroide. Infine, anche a seconda della nube generata da Dart, dovrà misurare e studiare il sito dell’impatto e del cratere creato dalla sonda americana. La parte fondamentale, ovviamente, sarà l’ultima, con la misurazione dell’avvenuto spostamento della traiettoria di Dimorphos.

IL VALORE SCIENTIFICO

“Tutti i dati prodotti in questa fase della missione – ha spiegato l’Asi – saranno fondamentali per verificare l’efficacia della capacità di variazione dell’orbita degli asteroidi tramite questa tecnica”. Inoltre, i team scientifici italiani e americani utilizzeranno i dati acquisiti per investigazioni sulla natura e composizione dell’asteroide. A bordo di LiciaCube c’è un concentrato di eccellenza italiana. Il piccolo satellite utilizzerà un’ottica potente e un software basato sull’intelligenza artificiale, in grado di effettuare il riconoscimento degli oggetti celesti nel campo di vista della camera, di attuare in modo autonomo manovre orbitali e di catturare immagini e dati scientifici che saranno indispensabili nella validazione di questa tecnica per la difesa della Terra da potenziali minacce esterne come gli asteroidi.

L’IMPEGNO EUROPEO

La missione americana rientra nell’iniziativa “Asteroid impact & deflection assessment”, frutto della collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico per scoprire le possibilità di una difesa interplanetaria. Lo scorso settembre, l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha avviato i lavori per “Hera”, in partenza nel 2024 per verificare i risultati di Dart dopo diversi anni dalla sua missione. C’è tanta Italia anche qui. Al consorzio guidato dalla tedesca OHB (che ha ricevuto un contratto da 129,4 milioni di euro) partecipano tra gli altri Avio, OHB Italia e Thales Alenia Space. Intorno al 2026, Hera dovrebbe avvicinarsi a Didymos, per un rendez-vous con l’asteroide e sei mesi di studi ravvicinati sul “cratere sostanzioso” che la sonda americana dovrebbe essere riuscita a produrre su Dimorphos.

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