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Dreosto a Taiwan. Intervista con l’eurodeputato che sfida la Cina

Una delegazione di sette europarlamentari è in questi giorni a Taipei nonostante le proteste del governo cinese nei giorni scorsi. Tra loro un italiano, che a Formiche.net spiega: “Abbiamo il compito di difendere valori e principi senza paura di ritorsioni o minacce”. L’accordo Ue-Cina? “Non si vedono grandi possibilità di riprendere i negoziati”

Marco Dreosto è l’unico esponente della Lega e del gruppo Identità e democrazia, oltre che l’unico italiano, a far parte della piccola delegazione di sette europarlamentari membri della Commissione del Parlamento europeo sulle interferenze straniere (Inge), giunti nelle scorse ore a Taiwan – una visita duramente criticata dal governo cinese come raccontato nei giorni passati su Formiche.net.

Con Dreosto ci sono il francese Raphael Glucksmann, membro dei Socialisti e democratici, la ceca Marketa Gregorova (Verdi), i lituani Andrius Kubilius (Partito popolare europeo) e Petras Austrevicius (Renew Europe), il greco Georgios Kyrtsos (Partito popolare europeo) e l’austriaco Andreas Schieder (Socialisti e democratici). In agenda i sette hanno incontri di primo livello con, tra gli altri, il primo ministro Su Tseng-chang e la presidente Tsai Ing-wen.

Che cosa l’ha spinta a unirsi a questa delegazione in viaggio a Taiwan?

Taiwan è uno scenario cruciale, non solo dal punto di vista geopolitico e nello scacchiere globale, ma anche per capire come fronteggiare gli attacchi cibernetici, le interferenze e le azioni di propaganda da parte cinese che stiamo subendo in Europa e in Italia (attività confermate anche dal Copasir). Come membro della Commissione del Parlamento europeo sulle interferenze straniere, questa visita sarà di estrema importanza non solo per il Parlamento ma per tutta l’Unione europea per studiare le loro best practice e creare degli strumenti adeguati per non subire gli effetti di questi attacchi. Cyber-warfare e cybersecurity saranno argomenti cruciali per la difesa di tutto il mondo occidentale. Non possiamo trovarci impreparati.

Qual è l’obiettivo della visita?

Oltre alle ragioni sopraelencate, la Cina nel recente passato ha avuto un comportamento opaco e scorretto con l’Occidente. Calpestare i diritti umani a Hong Kong, la persecuzione degli uiguri nello Xinjiang e i ritardi nell’allarmare il mondo intero allo scoppio della pandemia Covid-19 sono azioni che non possono passsare inosservate. È indubbio che anche le tensioni e l’escalation militare tra Cina e Taiwan abbiano portato l’isola a essere l’epicentro di uno scontro – non solo tra i due Paesi asiatici – ma anche tra Washington e Pechino. Alla luce di questi avvenimenti, per noi della Lega, che vediamo le relazioni transatlantiche come pilastro fondamentale della politica estera, è fondamentale dare anche un segnale politico e evidenziare che l’Occidente e l’Europa sanno da che parte stare. Al fianco degli alleati americani, a difesa delle libertà.

Con lei c’è Glucksmann, già nella lista dei sanzionati da parte del governo cinese. Non teme una dura reazione di Pechino a questa visita nei suoi confronti?

Quando si contrappongono democrazia, diritti e libertà da una parte, regimi autoritari, comunismo e pensiero unico dall’altra, non ci possono essere esitazioni. È necessario non guardare altrove e non bisogna chinare il capo. Come membri eletti di un Parlamento abbiamo il compito di difendere i valori e i principi che ci appartengono. Abbiamo questa responsabilità e la dobbiamo portare fino in fondo senza aver paura di ritorsioni o minacce.

Una volta rientrati a Bruxelles, che cosa avete intenzione di fare?

Sarà necessario valutarlo – assieme agli altri miei colleghi – una volta conclusa la visita. Sicuramente bisognerà capire come rafforzare gli apparati del Servizio europeo per l’azione esterna (la macchina diplomatica europea, ndr) nel affrontare le nuove sfide cibernetiche e in particolar modo capire come la task force EastStratCom possa contrastare queste interferenze provenienti dalla Cina. Inoltre, occorrerà capire se vi è la volontà politica per l’apertura a Taiwan da parte di alcuni organismi internazionali, come anche suggerito dal segretario di Stato americano Antony Blinken.

Crede che l’Unione europea dovrebbe rivedere la sua strategia aprendo a un accordo sugli investimenti con Taiwan?

Nel report del Parlamento europeo, approvato a larga maggioranza a fine ottobre, rilanciamo questa idea e chiediamo che se ne discuta con concretezza. Mantenere solide relazioni commerciali e economiche tra l’Unione europea e Taiwan è fondamentale considerando l’interesse reciproco per il settore dei microchip e semiconduttori di cui Taipei è leader mondiale.

Un accordo sugli investimenti, quella con la Cina, è per ora congelato. Vede spazi per sbloccarlo e concluderlo come auspicato dal governo cinese a da diversi Stati membri dell’Unione europea?

È stato un bene congelarlo. Come già sostenni un anno fa, pensare di firmare un accordo Unione europea-Cina senza essersi coordinati con gli alleati d’oltreoceano, senza prendere in considerazione i richiami del Parlamento europeo al rispetto dei diritti umani ed esautorando il potere di ratifica dei Parlamenti nazionali, è stato un grave errore strategico della Commissione europea che ha messo a dura prova i rapporti transatlantici in un momento delicato in cui sarebbe opportuno rilanciare le relazioni con gli Stati Uniti invece di indebolirle. Al momento non si vedono grandi possibilità di riprendere i negoziati nel breve periodo.

(Foto: Twitter @MarcoDreosto)

AGGIORNAMENTO. Formiche.net ha contattato la missione cinese all’Unione europea per un commento. Un portavoce ha rimandato a una precedente dichiarazione che recitava: “Se il Comitato manda degli eurodeputati a visitare Taiwan, ciò violerebbe seriamente l’impegno dell’Unione europea per la politica di ‘una sola Cina’, danneggerebbe gli interessi fondamentali della Cina e minerebbe il sano sviluppo delle relazioni Cina-Unione europea”.



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