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Blinken convoca la prima ministeriale Covid. La crisi non è finita

Il segretario di Stato americano riunisce ministri degli Esteri e organizzazioni regionali e internazionali il 10 novembre. Un incontro che vuole essere il primo di una serie, in cui coordinare la risposta a questa e a future crisi sanitarie. Ci sarà anche la Cina? Al summit del 22 settembre organizzato da Biden, non c’era…

A quasi due anni dall’inizio della pandemia, il segretario di Stato americano Antony Blinken annuncia la prima ministeriale Covid, che si terrà il 10 novembre 2021 e riunirà (virtualmente) i ministri degli Esteri e i capi delle principali organizzazioni regionali e internazionali che hanno un ruolo nella sfida sanitaria più difficile degli ultimi 100 anni.

“Abbiamo assistito a più di cinque milioni di morti nel mondo, economie devastate, vite distrutte. Nuove varianti continuano a emergere, facendo crescere l’incertezza sulla fine della pandemia. Nonostante i progressi nella vaccinazione globale, non siamo dove dovremmo essere. Questa non è solo una crisi sanitaria, ma una crisi economica, umanitaria e di sicurezza. Dobbiamo ricostruire e meglio (build back better) l’architettura globale della salute così da prevenire, rilevare e reagire alla minaccia delle malattie infettive, tutti insieme”, ha detto Blinken.

Il capo della diplomazia americana non ha specificato quali Paesi e quali organizzazioni parteciperanno alla ministeriale del 10 novembre, che segue idealmente il “Covid Summit” organizzato da Biden il 22 settembre scorso, al quale parteciparono oltre 100 capi di Stato e di governo (ma non quello cinese). Per Blinken, l’obiettivo è “valutare lo stato attuale della risposta globale al Covid, l’impatto del virus e la minaccia di future pandemie.  Discuteremo gli sforzi per accelerare verso l’equità vaccinale e il suo impatto.  Discuteremo la necessità di un finanziamento sostenibile per la sicurezza sanitaria globale.  Valuteremo anche il ruolo di una maggiore collaborazione regionale e di una leadership politica coordinata nella preparazione e nella risposta attuale e futura”.

Non sarà l’ultima: l’amministrazione americana vuole renderla “una piattaforma per incontri regolari” tra ministri degli Esteri.



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