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L’imperativo della mobilità sostenibile. L’Italia si ritrova all’Expo Dubai

Con il ministro Enrico Giovannini, aziende, esperti e istituzioni, il Padiglione Italia all’Expo Dubai ha riunito il settore nazionale della mobilità. Ne è emerso un punto sulle strategie da adottare per trasporti sostenibili, nell’ambito del rilancio infrastrutturale del Paese

La sostenibilità quale direttrice per il rilancio infrastrutturale del Paese. È questo il messaggio arrivato oggi dal Padiglione Italia all’Expo di Dubai, dove è andato in scena l’evento “Shaping the future of mobility”, organizzato in occasione della settimana che l’esposizione emiratina ha deciso di dedicare allo sviluppo urbano e rurale. Col ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini (collegato da remoto) si sono riuniti i rappresentanti delle istituzioni nazionali, gli esperti del settore e i manager delle principali aziende del nostro Paese.

Tra gli altri hanno partecipato i ceo di Rete Ferroviaria italiana Vera Fiorani, di Aeroporti di Roma Marco Troncone e di SEA Milano Aeroporti Armando Brunini. C’erano anche il direttore generale di Costa Crociere Mario Zanetti, il direttore generale di TELT Mario Virano, il vice presidente senior di Fincantieri Achille Fulfaro e Nasser Majid AlQasemi, assistant undersecretary for Infrastructure and transport degli Emirati Arabi. Ne è emerso un punto comprensivo sui modelli di trasporto e mobilità sostenibile, e quindi sulla necessità di migliorare le infrastrutture per accrescere la qualità di vita e ridurre le diseguaglianze territoriali. Il tutto in coerenza con i principi dell’Agenda 2030 dell’Onu, del Green Deal europeo e del Pnrr.

“La Cop26 sta discutendo temi che sono molto legati a quelli che stiamo discutendo qui oggi”, ha ricordato nel suo intervento il ministro Giovannini. “Proprio ieri su iniziativa del governo Usa è stata firmata una dichiarazione dai Paesi, compresa l’Italia, che parla di infrastrutture sostenibili; questo è assolutamente necessario perché se vogliamo costruire nuove infrastrutture, e noi vogliamo farlo, dobbiamo seguire gli standard fissati dal G20 anni fa sotto la presidenza giapponese che descrivono bene quello che un’infrastruttura sostenibile deve essere”.

Ciò passa anche dalla collaborazione internazionale. “Siamo molto felici che Expo2020 ci permetta di rafforzare la partnership con altri Paesi, compresi quelli del Medio Oriente e Nord Africa – ha detto Giovannini – ho visitato Dubai e molti altri Paesi del Golfo e degli Emirati Arabi Uniti, che giocano un ruolo molto importante anche nel guardare avanti sul mondo che vogliamo costruire”. In tal senso, “penso che il Padiglione Italia sia una opportunità incredibile per scambiare non solo buone pratiche, ma anche per costruire partnership”. Anche perché, ha aggiunto, “molte importanti società italiane hanno deciso di contribuire al Padiglione Italia, non solo per mostrare quello che l’Italia sta facendo, ma anche per costruire una visione comune sul futuro”.

Tra queste società ce ne sono diverse che si occupano di mobilità, a partire da ferrovie e aeroporti. Ciò alimenta le prospettive di integrazione inter-modale. “L’integrazione tra aereo e ferrovia è una grande opportunità, che è stata già improntata qualche anno fa”, ha detto Marco Troncone, ad di Aeroporti di Roma (da tempo impegnata sul tema della mobilità sostenibile). Ora, ha aggiunto, “è il momento di una vera accelerazione perché è anche una necessità, più che un’opportunità”. Opportunità perché “moltiplica le possibilità per i viaggiatori”, e necessità “perché legata all’imperativo della decarbonizzazione”. In definitiva, si tratta di “amplificare la connettività”.

A sottolineare tale necessità è stata anche Vera Fiorani: attualmente, “abbiamo solo sei aeroporti connessi con la rete ferroviaria nazionale, progetti sviluppati entro il Pnrr puntano a connetterne altri undici, a partire dall’aeroporto di Venezia”. Anche perché “la stazione è la porta d’ingresso al sistema ferroviario nazionale, un luogo su cui noi stiamo lavorando moltissimo; deve diventare lo strumento attraverso cui molto rendere molto facilmente accessibile il treno”. Ciò significa, ha aggiunto, “che la stazione deve essere sviluppata per rappresentare il luogo dove è possibile arrivare facilmente a piedi, facilmente parcheggiare una bicicletta, una macchina, facilmente prendere una metropolitana, facilmente trovare servizi sharing; questo deve diventare la stazione ferroviaria e quindi al suo interno devono essere presenti anche tutti i servizi a supporto del viaggiatore”.

Interessante la visione emiratina spiegata da Nasser Majid AlQasemi: “Vogliamo realizzare infrastrutture smart attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale; vogliamo avvicinare il futuro a noi; non vogliamo parlare della prossima generazione; noi siamo la prossima generazione”.

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