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Xi senza freni. Pechino blocca la chat di Tencent

I manager di almeno nove aziende statali, tra cui China Mobile, China Construction Bank e China National Petroleum, hanno spiegato ai dipendenti che qualsiasi gruppo di chat creato su Weixin, l’app di messaggistica di Tencent, verrà chiuso e cancellato. E d’ora in avanti il colosso tech dovrà richiedere l’approvazione di Pechino per presentare al mercato tutti gli aggiornamenti delle proprie app

Non si allenta la morsa di Xi Jinping contro il settore tecnologico. Alcune aziende statali cinesi stanno limitando l’uso da parte dei loro dipendenti di una popolare app di messaggistica prodotta dal colosso digitale Tencent, motivando la decisione con possibili problemi di sicurezza.

La notizia arriva direttamente dal Wall Street Journal, che spiega come i manager di almeno nove aziende statali, tra cui alcune delle più grosse della nazione, come China Mobile, China Construction Bank e China National Petroleum hanno spiegato ai dipendenti che qualsiasi gruppo di chat creato per motivi di lavoro su Weixin, l’app di messaggistica dominante di Tencent in Cina, potrebbe contenere informazioni sensibili e dovrebbe essere chiusa e cancellata.

Non è tutto. I dirigenti hanno anche ordinato ai dipendenti di essere cauti nell’usare Weixin, l’app gemella di WeChat all’interno del mercato cinese, per le comunicazioni relative al lavoro. Un’iniziativa che arriva mentre Pechino intensifica il controllo sui giganti di internet tra cui proprio Tencent. Ad oggi, le approvazioni delle app sono attualmente sospese, con il ministero dell’Industria e dell’Information Technology cinese che deve ora esaminare tutte le nuove app e gli aggiornamenti prima che possano essere proposti al mercato.

Ora, la costante e progressiva stretta normativa del governo di Pechino sul tech fa parte del piano più ampio di Xi Jinping denominato Cina 2050 già espresso nei diversi congressi del Partito Comunista degli scorsi anni e che prevede uno sguardo molto più attento sui settori strategici del Paese (come immobiliare e istruzione online) che negli anni hanno beneficiato dell’assenza di normative. Una delle misure più importanti in questo senso, e che ha colpito anche le grandi tech quotate all’estero come Didi e Alibaba, è stata una legge sulla protezione dei dati personali che si concentra sulla raccolta ed elaborazione dei dati degli utenti.

All’inizio di novembre la Cina ha promulgato la legge sulla protezione delle informazioni personali, una delle normative più severe al mondo per la sicurezza dei dati personali con implicazioni di vasta portata per i trasferimenti di dati transfrontalieri e il modo in cui le aziende operano all’interno del Paese.

La stessa Tencent è stata una delle grandi società del tech che hanno risentito di più delle misure di Pechino, soprattutto dopo i divieti sui minori messi in atto a fine estate. Ad agosto, infatti, sono stati imposti limiti all’uso dei videogiochi per gli under 18, i quali potranno usufruire dei giochi online solo tre ore di videogiochi online a settimana e durante le finestre designate dal governo, misura che aveva affossato l’indice tecnologico della Borsa di Hong Kong.

 



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