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Biden accende Wall Street e scatena la febbre delle costruzioni

L’approvazione del piano pandemico da 1.750 miliardi che porta in dote il maxi-finanziamento per le infrastrutture, scatena l’appetito verso i titoli legati alle società di costruzioni e innesca il rally a Wall Street. Intanto a Washington Powell traballa sempre di più

C’era una volta la corsa all’oro, dalla California verso il Klondike. Oltre un secolo dopo negli Stati Uniti è tempo di un’altra febbre, quella del mattone. Merito del maxi-piano da 1.750 miliardi di dollari messo in piedi dall’amministrazione Biden e appena approvato dal Congresso americano, sul filo del rasoio. Il grosso del pacchetto pandemico, circa 1.200 miliardi, è riservato proprio al finanziamento delle infrastrutture, case, scuole, strade e ponti.

LA FEBBRE DEL MATTONE

Di qui un effetto domino sui mercati, in particolare sugli investitori statunitensi che hanno deciso di puntare i propri risparmi sulle obbligazioni emesse dalle grandi società di costruzioni. Il mercato immobiliare, negli Stati Uniti, evoca la grande crisi dei mutui subprime, nel 2007, origine della recessione globale innescata dal crack di Lehman Brothers. Stavolta però il mattone è amico.

Il ragionamento è piuttosto semplice: l’approvazione del piano sta facendo schizzare i titoli legati alle costruzioni, trainati a loro volta dall’euforia di Wall Street. Nell’ultima seduta, il Dow Jones è salito dello 0,28% a 36.431,39 punti, il Nasdaq dello 0,07% a 15.982,36 punti mentre lo S&P 500 ha messo a segno un progresso dello 0,09% a 4.701,72 punti. Giocoforza, il valore delle azioni delle società edili salirà, così come i rendimenti delle obbligazioni emesse per raccogliere liquidità dal mercato.

“Gli investitori hanno atteso per decenni un significativo aumento della spesa per le infrastrutture, fin dai tempi dei progetti di Barack Obama e della settimana delle infrastrutture di Donald Trump. Ma sono rimasti sempre ampiamente delusi. Di conseguenza, consideriamo questo investimento generazionale come un catalizzatore significativo per la crescita di alcuni titoli”, ha affermato Anthony Pettinari, economista di Citi. Secondo l’analista Bernstein Chad Dillard, il piano per le infrastrutture ha risvegliato la capacità degli appaltatori “di assumere nuovi lavoratori e acquistare attrezzature”.

INTANTO, ALLA FED…

Ma proprio mentre gli investitori americani si apprestano a fare incetta di titoli legati alle costruzioni, alla Federal Reserve succede qualcosa. Per ora sono solo rumors, ma Jerome Powell, governatore della banca centrale, in odore di stretta sui tassi (il tapering, per ora più una prospettiva che una realtà) pare traballare. Secondo Bloomberg Lael Brainard, membro del board della Fed, avrebbe avuto un colloquio alla Casa Bianca per il ruolo di presidente della Fed.

Il colloquio segnala un’accelerazione nella scelta per la presidenza della Fed. E indica che Jerome Powell ha una rivale per la guida della banca centrale. Il mandato di Powell scade in febbraio e Joe Biden non ha ancora sciolto le sue riserve fra il pressing dei democratici progressisti che chiedono un cambio di passo e la sostituzione di Powell, che a loro avviso non va riconfermato alla guida della Fed.



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