L’ambasciatore Sannino, capo della macchina diplomatica di Bruxelles, dopo l’incontro con l’omologa americana Sherman: “Sanzionando gli europarlamentari la Cina è andata troppo oltre”
L’accordo di investimenti raggiunto da Unione europea e Cina soltanto un anno fa ma congelato dalla Commissione europea dopo le proteste del Parlamento europeo? “Non so se sia praticamente morto, ma non prevedo alcun tipo di sviluppo concreto nel prossimo futuro”. È quanto dichiarato da Stefano Sannino, segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna, ossia la macchina diplomatica dell’Unione europea, durante un dibattito ospitato dalla Brookings Institution al termine di due giorni di consultazioni “molto produttive” con la numero due del dipartimento di Stato americano Wendy Sherman, vicesegretaria a cui è stato affidato il dossier Cina. “Sanzionare membri del Parlamento europeo, membri dei parlamenti nazionali, funzionari che lavorano nelle istituzioni europee, membri di ONG, think tank e università… forse [la Cina] è andata un po’ troppo oltre”, ha aggiunto.
Le parole dell’ambasciatore Sannino sono molto nette e dimostrano la svolta intrapresa da Bruxelles verso Pechino: l’Unione europea “riconosce l’importanza della Cina nel mondo” ma “non ci tiriamo indietro quando la Cina sfida il nostro modo di pensare e di agire e quando non gioca seguendo le regole”. Quanto a Taiwan, il diplomatico ha spiegato che l’Unione europea “vuole rafforzare” i “legami economici e culturali (…) nel contesto della politica Una Cina” e ritene “importante” garantire a Taiwan “un’importante partecipazione” nelle organizzazioni internazionali, “in particolare nell’Organizzazione mondiale della sanità”.
È un altro segnale del fatto Stati Uniti e Unione europea hanno “prospettive sempre più convergenti” verso Pechino “e il suo comportamento sempre più preoccupante”, come ha spiegato un alto funzionario del dipartimento di Stato americano prima dell’incontro tra Sherman e Sannino. Il faccia a faccia ha rappresentato la seconda occasione di confronto ad alto livello all’interno del Dialogo Stati Uniti-Unione europea sulla Cina rilanciato a marzo dai capi delle diplomazie, Antony Blinken e Josep Borrell. Ma anche il primo momento per discutere la strutturazione di un nuovo dialogo tra le due parti sui temi della difesa e della sicurezza, dopo l’inaugurazione a settembre del Consiglio commercio e tecnologia e la presentazione della strategia Global Gateway che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha legato all’iniziativa statunitense Build Back Better World come “una vera alternativa” alla Via della Seta cinese.