Il prefetto Vittorio Rizzi della Direzione centrale della Polizia criminale, struttura interforze alla quale partecipano anche Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria, tira le somme di un 2021 definito anno della “nuova normalità”: minacce ad amministratori e giornalisti, femminicidi, pericoli online, minori sottratti da uno dei genitori
Un boom dei reati informatici e, su un altro fronte, un aumento esponenziale delle intimidazioni ad amministratori locali e giornalisti. Sono alcuni dati tratti dal bilancio annuale della Direzione centrale della Polizia criminale guidata dal prefetto Vittorio Rizzi, struttura interforze alla quale partecipano anche Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria. Un 2021 definito anno della “nuova normalità” sul fronte criminale dopo un crollo dei reati l’anno scorso a causa del Covid e del conseguente blocco di quasi tutte le attività.
I pericoli del web
Da gennaio a novembre sono stati commessi oltre 1,8 milioni di reati, il 5,4 per cento in più del 2020 ma il 12,9 per cento in meno del 2019. Sono i reati informatici a preoccupare visto che ne sono stati commessi più di 219mila, il 30,5 per cento in più dell’anno scorso e quasi il doppio del 2019 quando furono poco più di 121mila. I reati informatici, ormai purtroppo noti, sono di tutti i tipi (phishing, spyware, ransomware, social engineering) e si aggiungono ai reati comuni online come le truffe, due terzi delle quali sono avvenute sul web. Solo per le truffe ci sono stati arresti o denunce nel 28,7 per cento dei casi.
Aumentano i femminicidi
Sono state 116 le donne uccise fino al 26 dicembre, come l’anno scorso e sei in più del 2019. Ben 100 sono state uccise in ambito familiare mentre il totale di 289 omicidi registra un aumento di quattro casi rispetto al 2020 e 25 in meno rispetto al 2019. Oggi l’Italia è in basso alla classifica mondiale sul fronte della sicurezza, ha sottolineato Rizzi, mentre nel 1990 eravamo al secondo posto come pericolosità con 3.012 omicidi, “battuti” solo dagli Stati Uniti.
Minacce ad amministratori e giornalisti
Gli osservatori del Viminale dedicati ad amministratori, sindaci e rappresentanti dei media hanno rilevato nei primi nove mesi di quest’anno 541 atti intimidatori, di cui oltre la metà rivolti ai sindaci, con un aumento del 16,9 per cento rispetto all’anno scorso. Nello stesso periodo le intimidazioni nei confronti dei giornalisti sono state 156 (il 21 per cento in più) di cui quasi la metà tramite social network. Aumentano infatti i giornalisti sotto scorta.
Le mafie al tempo della pandemia
L’infiltrazione nell’economia ha avuto un netto incremento a causa del Covid e delle conseguenti difficoltà di molte aziende. L’organismo di monitoraggio, con rappresentanti di tutte le forze di polizia, si è focalizzato soprattutto sulle variazioni societarie per prevenire fenomeni illeciti: le società interdette in base alla normativa antimafia sono aumentate del 9,7 per cento e quelle interdette che hanno registrato variazioni societarie sono aumentate del 47 per cento.
La cooperazione internazionale
La collaborazione delle forze di polizia tra Paesi “resta fondamentale soprattutto in questo periodo di pandemia” ha detto il capo della Polizia, prefetto Lamberto Giannini, che ha parlato di “risultati sorprendenti”. Lo Scip (Servizio per la cooperazione internazionale di polizia) fino a novembre ha consentito di arrestare 1.343 latitanti in 61 Paesi più o meno divisi a metà tra soggetti ricercati dall’Italia all’estero e quelli stranieri arrestati in Italia. L’Italia è presente in 65 Paesi e lo Scip ha una sala operativa h24 che riceve circa 165mila messaggi l’anno, 452 al giorno da tutto il mondo.
Importante è la rete Enfast (European National Fugitive Active Search Team) che collega le squadre impegnate nella ricerca e cattura dei latitanti a livello internazionale: 139 membri del crimine organizzato, i 10 terroristi rifugiati in Francia arrestati nell’operazione “Ombre rosse”, il terrorista Endri Elazi che aveva fornito le armi per l’attentato di Nizza del 2016 e che faceva il bracciante a Caserta.
Uno specifico progetto è I Can (Interpol Cooperation Against ‘ndrangheta) avviato l’anno scorso dall’Italia con l’Interpol e al quale aderiscono altri 11 Paesi. L’arresto di criminali come Rocco Morabito, Vincenzo Romeo e Francesco Pelle dimostra l’efficacia delle nuove tecniche di indagine nelle quali il mondo cyber è determinante. Morabito, ha detto Rizzi, è caduto in una trappola cyber creata dall’Fbi.
Il dramma dei minori
Infine la delicata questione dei minori sottratti e spesso portati all’estero da uno dei genitori. Sono 71 le indagini in corso, il 14 per cento in più dell’anno scorso e il caso più eclatante è stato quello di Eitan, il bambino rimasto orfano nella tragedia del Mottarone, rapito dal nonno materno e riportato in Italia dalla zia materna all’inizio di dicembre. L’indagine ha consentito l’arresto a Cipro di Alan Abutbul Gabriel, complice del nonno e contractor della Blackwater (oggi Academi), una delle aziende più famose nel settore. E’ invece affidata alla famiglia di un poliziotto di Novara la bambina di un anno di una coppia italiana, nata in Ucraina con maternità surrogata e abbandonata dopo la nascita. Lo Scip e la Cri l’hanno riportata in Italia.