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Un colpo a Putin e uno a Xi. La Difesa di Biden va all’attacco con il budget

Nel National Defense Authorization Act per il 2022 un messaggio del Congresso Usa (e di Joe Biden) a Putin e Xi. Nuovi fondi per la sicurezza dell’Ucraina e rafforzamento delle capacità militari di Taiwan. Graziato per il momento il gasdotto russo Nord Stream 2

Un messaggio a Xi Jinping e uno a Vladimir Putin. A poche ore dalla video-telefonata con il presidente russo, Joe Biden mette nero su bianco la deterrenza americana.

Il Congresso ha dato il via libera al National Defense Authorization Act, il decreto che autorizza la spesa annuale per il 2022 nella Difesa. La cifra è monstre: 770 miliardi di dollari, 25 in più di quelli chiesti dal presidente, una crescita del 5% rispetto al 2021.

È il sintomo di una situazione non ordinaria sul fronte della sicurezza. Una guerra che ha bruciato migliaia di miliardi di dollari è finita con il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Altre guerre “tiepide” stanno nascendo. Il segnale politico contenuto nel documento di duemila pagine ha due chiari destinatari: Cina e Russia. E il segnale, confermato da un voto bipartisan del Congresso, si traduce in un aumento della spesa militare su alcuni dei fronti più caldi del confronto con le due potenze autoritarie.

Nel decreto è previsto lo stanziamento di 300 milioni di dollari per l’“Iniziativa per l’assistenza alla sicurezza ucraina”. “Dall’invasione dell’Ucraina nel 2014, il governo russo non ha migliorato il suo atteggiamento e sotto diversi aspetti è diventato sempre più belligerante”, si legge nel testo. “La volontà della Russia di ingaggiare azioni di ampio raggio e pericolose contrarie all’ordine internazionale pone un serio rischio ala sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

Un riferimento al recente schieramento massiccio di truppe russe – secondo l’intelligence Usa si tratta di 170mila uomini – a pochi chilometri dal confine orientale ucraino. Per gli Stati Uniti non è da escludere una imminente invasione militare delle forze armate russe. L’ipotesi è stata al centro del confronto virtuale di martedì sera tra Biden e Putin, che per il momento ha escluso un’azione militare.

Ai fondi a sostegno della sicurezza ucraina il Congresso americano aggiunge 4 miliardi di dollari per l’ “Iniziativa per la Difesa europea” e propone lo stanziamento di 150 milioni di dollari per la “Cooperazione per la sicurezza Baltica”. Manca invece un passaggio che aveva richiesto un ampio fronte di parlamentari: non ci saranno infatti nuove sanzioni americane contro il Nord Stream 2, il gasdotto di Gazprom che unisce il Mar Baltico alla Germania considerato dalla diplomazia americana uno strumento di pressione politica del Cremlino.

Nel nuovo stanziamento di fondi per la Difesa c’è un messaggio in bottiglia anche per la Cina. Più di 7 miliardi di dollari (7,1) sono infatti previsti per rinforzare l’ “Iniziativa per la deterrenza nel Pacifico”. Il decreto affronta poi la vicenda di Taiwan, l’isola autonoma che Pechino vuole annettere alla Cina continentale. “Gli Stati Uniti dovrebbero continuare a sostenere lo sviluppo di forze di Difesa capaci, pronte e moderne che permettano a Taiwan di essere in grado di auto-difendersi”, scrivono i parlamentari.

Viene dunque confermata la linea ufficiale del Dipartimento di Stato: no a un intervento diretto, sì al potenziamento delle forze armate taiwanesi per far fronte a un’eventuale invasione cinese. Di qui la previsione di fornire a Taipei nel 2022 “armi e servizi”, con una “particolare attenzione per le capacità che supportano la strategia di Difesa asimmetrica di Taiwan”. Ma anche l’invito a “condurre addestramento pratico ed esercitazioni militari” insieme alle forze taiwanesi. C’è già un appuntamento in agenda, la “Rim of the Pacific” prevista per la metà del 2022.

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