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Il Cile, la transizione (verso sinistra) e le preoccupazioni per l’economia

Gli elettori hanno scelto Gabriel Boric, candidato del partito di sinistra Convergencia Social, al secondo turno delle presidenziali. Un risultato storico per il Paese sudamericano, che si avvia verso nuovi cambiamenti guidati dal presidente più giovane, con più quantità di voti e fuori dalle coalizioni tradizionali

Il Cile ha un nuovo presidente. Il giovane politico Gabriel Boric, candidato del partito di sinistra Convergencia Social, ha vinto al secondo turno le elezioni presidenziali, superando l’avversario di estrema destra, Antonio Kast, candidato del Partido Republicano.

Con circa il 56% dei voti, il trentacinquenne Boric è diventato il presidente cileno più giovane della storia. Nel suo primo discorso da presidente eletto, Boric si è rivolto alle molte migliaia di persone che l’hanno aspettato per ore a Santiago: “È cominciata una stagione di cambiamenti che deve approfondire la giustizia sociale e la democrazia di questo Paese”.

Boric ha pronunciato alcune parole in mapuche, la lingua della popolazione originaria del sud del Cile, e ha ringraziato tutti quelli che sono andati a votare, “compresi quelli che non hanno votato per me”. Questo perché la strategia del giovane politico è quella di coinvolgere tutti i settori in un processo di transizione a beneficio del Paese.

E, in questo senso, ha voluto come primo impegno da presidente eletto una colazione di lavoro oggi con il presidente uscente Sebastian Piñera con l’obiettivo di avviare il processo di transizione del potere, che si concluderà con l’insediamento a Palazzo della Moneda l’11 marzo 2022.

“Sono convinto che le riforme che faremo per avere successo dovranno essere il risultato di un ampio consenso fra le diverse forze politiche – ha spiegato -. Ci aspettano tempi difficili. Per la pandemia e perché le ragioni della rivolta sociale scoppiata nel 2019 ancora permangono. Per risolverli avanzeremo a passi piccoli, ma decisi”. “Il Cile è stata la culla del neoliberismo. Ora dovrà essere la sua tomba”, ha aggiunto.

Per Boric, “la crescita economica nella disuguaglianza sociale è un errore […] Destabilizzare le istituzioni democratiche per governare è sbagliato e per questo mi impegno a proteggere la democrazia insieme alla gente”.

A rendere tanto popolare Boric è stato il suo attivismo politico degli ultimi 10 anni, e poi il ruolo nelle proteste del 2019 in Cile. I cortei, innescati dal malcontento per la crisi economica, si sono presto trasformati in manifestazioni contro il governo di Piñera.

Ex leader del movimento studentesco, nel suo programma di governo Boric ha detto di volere espandere notevolmente la rete di sicurezza e welfare per cittadini: “Il secondo turno sarà storico. Ci hanno affidato la battaglia per la democrazia, la giustizia, l’inclusione, il rispetto e la dignità di tutti e tutte […] La nostra crociata, per la quale si mobiliterà tutto il Cile, è che la speranza vinca sopra la paura. Ci hanno dichiarato la guerra, noi dichiareremo la speranza”.

Germán Campos- Herrera, ricercatore dell’Istituto di Ricercatore di Scienze Sociali (Icso) dell’Università Diego Portales in Cile, ha dichiarato all’emittente Radio Caracol che il risultato di ieri è storico nel Paese “perché è il presidente più giovane, con più quantità di voti e fuori dalle coalizioni tradizionali”.

Sulla telefonata tra Piñera e Boric, l’analista sostiene che rappresenta un passo “verso la transizione pacifica e trasparente, di cui ha bisogno il Cile in un ambiente di prolungata preoccupazione.

La vittoria di Boric certifica che la maggioranza dei cileni vogliono trasformazioni che sono necessarie, nel sistema sanitario, sistema pensionistico e dell’istruzione. Ma questi cambiamenti devono essere fattibili, giacché si sono “equilibrati le forze al Senato e alla Camera dei deputati, per cui sarà molto più difficile portare avanti i suoi progetti se non sono moderati. Boric deve moderare le sue posizioni”.

Il presidente eletto sarebbe già al lavoro dal primo turno, quando ha cominciato a circondarsi da esperti in materia economica, per riempire il vuoto più evidente del suo background.

L’ambito economico preoccupa significativamente il settore privato. Gli imprenditori, nazionali e stranieri, identificano nel discorso socialista di Boric molte sfumature che ricordano il modello venezuelano spinto da Hugo Chávez nel 1999.



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