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Banche e yuan, la Cina tornerà padrona. Il monito di S&P

L’agenzia di rating che solo una settimana fa ha dato per spacciata Evergrande paventa un sempre più forte legame tra le grandi banche cinesi e la finanza globale. Ed evoca lo spettro di un ingresso in forze dello yuan digitale nelle transazioni internazionali

Tutto il potere alle banche, cinesi. Nell’annus horribilis della grande crisi immobiliare e del debito fuori controllo, la Cina si riscopre baricentro della finanza globale. Possibile? Sì, secondo gli analisti di Standard&Poor’s, l’agenzia di rating che proprio una settimana fa ha declassato quella Evergrande simbolo della fragilità intrinseca del Dragone nascosta dietro una maschera di forza e potenza.

Il cuore sono sempre loro, le grandi banche della Repubblica Popolare. Secondo S&P è “probabile che le prime quattro banche cinesi aumenteranno la loro importanza sistemica globale nei prossimi anni, diventando sempre più connesse con il sistema finanziario mondiale nel medio termine, guidate dai flussi di investimento transfrontalieri e dall’uso offshore dello yuan cinese”. Insomma, le varie China Construction Bank o Export and Import Bank al centro del mondo? Sembra proprio di sì.

S&P, a sostegno della propria tesi, cita in particolare punteggi di fine 2020 di tutte le grandi banche “superiori a quelli di sei anni fa e che suggeriscono un aumento dell’impatto sul sistema finanziario mondiale. Per esempio c’è lo score di Industrial&Commercial Bank of China, la più grande banca al mondo per patrimonio, che è aumentato per il sesto anno consecutivo a 303″.  Oppure il punteggio della Agricultural Bank of China, cresciuto per il terzo anno a 216, mentre i punteggi di Bank of China e China Construction Bank sono scesi marginalmente a 287 e 236.

Tutto questo ha come minimo comun denominatore la moneta virtuale cinese, lo yuan digitale. Visto sempre più come l’arma finanziaria segreta di Pechino. “Mentre l’uso dello yuan al di fuori della Cina continentale è ancora limitato in parte a causa dei controlli sui capitali, l’internazionalizzazione della valuta è in cima all’agenda di Pechino. Le autorità hanno ampliato l’accesso dello yuan a più istituzioni straniere aprendo i suoi mercati finanziari”. Ma ecco che entrano in gioco le banche.

“L’importanza di una banca nel sistema finanziario globale aumenterà e quindi anche i collegamenti transfrontalieri. Una volta che le questioni geopolitiche (tra Usa e Cina, ndr) si saranno attenuate, le banche cinesi aumenteranno di importanza e peso nel mondo e con esse anche l’adozione dello yuan digitale”, scrive S&P. Ricordando come alla fine del 2020, “China Construction Bank, Bank of China e Agricultural Bank of China avevano meno dell’8% delle loro attività totali al di fuori della Cina continentale”. D’ora in avanti le cose cambieranno.

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