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La visita di Di Maio in Tunisia e il ruolo dell’Italia secondo Karbai e Colombo

Il ministro degli Esteri italiano a Tunisi per incontri istituzionali con “un partner strategico dell’Italia”, come il presidente Fassino definisce il Paese nordafricano. I commenti del deputato tunisino Karbai e di Matteo Colombo (Clingendael Institute)

La visita del ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, tocca argomenti delicati che vanno dall’energia alla questione rifiuti, all’immigrazione. Di più: l’Italia ha un ruolo di interlocutore per Tunisi, dove la crisi istituzionale sembra aver trovato una delicatissima quadra con la road map annunciata dalla presidenza. Per Roma l’obiettivo è cercare ulteriori forme di stabilità nel Mediterraneo.

“Speriamo che nella visita in Tunisia del ministro italiano sia stata affrontata non solo la delicata questione dei migranti, parlando anche di canali sicuri e legali di accesso in Europa, ma anche quella dei rifiuti italiani illecitamente esportati in Tunisia (212 container di rifiuti campani illegalmente portati sull’altra sponda del Mediterraneo, ndr)”, commenta a Formiche.net Majdi Karbai, deputato tunisino trentasettenne eletto alle ultime politiche del 2019 con la Corrente democratica (Attayar).

“Spero – continua – che si sia parlato anche della questione di diritti in Tunisia, che sono in pericolo dopo l’impedimento di manifestare e i processi dei civili davanti a corti marziale. E della libertà di stampa, visto che è venuta meno con tutto il resto dal 25 di luglio, ossia da quando il presidente ha violato la costituzione e ha preso tutto il potere”.

Di Maio ha visto il ministro degli Esteri, Othman Jerandi, la premier ad interim, Najla Bouden Romdhane, e il presidente Saied. “Con la Tunisia il dialogo non è mai stato interrotto, è un paese amico”, ha detto il ministro.

La Tunisia, da un punto di vista di studio delle scienze politiche, è un caso di transizione tra un sistema democratico a uno di autoritarismo competitivo in cui un presidente governa ed è difficile per le opposizioni avere voce in capitolo con un referendum fissato per il nuovo anno che va verso il destino presidenzialista, fa notare Matteo Colombo, esperto dell’area MENA del think tank olandese Clingendael Institute.

“Fermo restando che il destino tunisino è in mano ai tunisini – spiega Colombo a Formiche.net – l’Europa e l’Italia hanno margini di manovra per aiutare Tunisi. E per farlo serve identificare i problemi: il tema centrale è lo sviluppo economico del Paese, che è nell’interesse di Roma e Bruxelles, dove sfocia la stragrande maggioranza del mercato tunisino. C’è poi certamente il tema dell’immigrazione irregolare, e poi c’è il sostegno politico che va dato al mantenere ciò che di buono è stato fatto in questi ultimi anni”.

Tre elementi che sono nell’interesse dell’Europa, dove molto passa dall’ultimo aspetto: paesi democratici, liberi, aperti, sono ciò che Italia e Unione Europea intendono sostenere. Come farlo? “La Tunisia è un Paese piccolo, che sostanzialmente non ha bisogno di enormi fondi, e progetti macro-economici potrebbero essere facilmente finanziati dall’Ue. Abbiamo visto in Libia come il fissarsi sui tempi non sia la cosa migliore (il riferimento va alla scadenza elettorale che l’Onu aveva fissato al 24 dicembre, ma che poi è saltata a data da definire, ndr), più importanti sono i modi della transizione, con l’Ue che deve facilitare il dialogo e la partecipazione più larga possibile”, risponde Colombo.

C’è poi da stabilire condizionalità riguardo agli aiuti: l’Europa e l’Italia possono chiedere riforme e garanzie sul percorso elettorale pensato da Saied, che ha previsto nuove elezioni per il prossimo anno. Si pensa a vincolare i fondi alle riforme, e su questo si gioca anche l’aiuto del Fondo monetario internazionale. Su questo l’Italia, che ha un interesse di politica domestica sulla Tunisia, diventa un Paese guida nel meccanismo di assistenza”.

“La visita del ministro Di Maio testimonia della vicinanza dell’Italia alla Tunisia e dell’impegno concreto […] per promuovere pace, stabilita e sicurezza nel Mediterraneo”, ha dichiarato il presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, Piero Fassino: “Peraltro la Tunisia è un partner strategico dell’Italia nel comune impegno per favorire e sostenere la stabilizzazione della Libia. Un impegno che anche la Commissione Esteri della Camera dei Deputati sostiene attivamente”.

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