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Dizionario del Vaccino 2021, a cura del prof. Pellicciari

La parola più utilizzata nel 2021 è stata vax (vaccino) in tutte le sue varianti, così Igor Pellicciari, ordinario di Relazioni Internazionali all’Università di Urbino, ne riassume i principali aspetti che ne hanno fatto a livello globale il vero e incontrastato protagonista dell’anno

Se il protrarsi dei suoi effetti valse all’Ottocento l’epiteto di Secolo Lungo, non è esagerato ipotizzare che il 2021 pandemico passerà alla Storia come Anno Interminabile; destinato a protrarsi ben oltre il 31 Dicembre.

Tale è l’incertezza sul futuro che, come accade per gli oroscopi in tempo di guerra, vi è un effetto surreale nello stilare oggi i classici bilanci di fine anno, rituale prediletto dai media in tempi di normalità.

Poiché (secondo l’Oxford English Dictionary) la parola più utilizzata nel 2021 è stata vax (vaccino) in tutte le sue varianti, ha senso riassumerne i principali aspetti che ne hanno fatto a livello globale il vero ed incontrastato protagonista dell’Anno. Piuttosto che Elon Musk, assente dalla lotta contro il Covid e tuttavia person-of-the-year di TIME e Financial Times.

Primato vs Origine – In molti hanno auspicato che il Nobel per la Medicina 2021 premiasse gli scopritori del vaccino contro il Covid-19. Tuttavia non è chiaro a chi, nel caso, dovesse essere assegnato, poiché ogni vaccino ha celebrato esclusivamente i “propri” eroi. Da Vladimir Putin a rivendicare il primato di Sputnik V a Boris Johnson a salutare i ricercatori di AstraZeneca; Angela Merkel a celebrare la coppia di coniugi di origine turca Ugur Sahin e Oezlem Tuereci della BioNTech e Joe Biden i laboratori della Johnson & Johnson.

È stato un dubbio preceduto e alimentato da quello sull’origine stessa del virus, sulla quale – al netto di contrapposte ipotesi naturali vs artificiali – resta un’angosciante incertezza che non farà che gettare un ombra di sospetto su qualunque sarà la versione ufficiale finale.

Se il Covid è, come viene di continuo ripetuto, una guerra – c’è da sperare che si arrivi ad una comune visione su quanto è stato e sta avvenendo. In caso contrario, il dopo-guerra rischia di essere un incognita per durata, questioni irrisolte e impatto sul già discreto attuale Dis-ordine mondiale.

Privilegio vs Obbligo – I sociologi della comunicazione studieranno a lungo l’inversione che ha subìto nel corso del 2021 la narrazione sulla somministrazione del vaccino. Prima ancora che ve ne fosse una disponibilità per far fronte alle campagne vaccinali di massa si era partiti con l’annuncio dell’arrivo del Vaccino (in Italia, con una spettacolarizzazione dai risvolti parodistici con alcune scatole di cartone circondate da guardie armate). Ne è conseguita una corsa alla dose che ha sottolineato stratificazioni corporative e sociali, con atteggiamenti da homo-homini-lupus e i primi vaccinati trattati alla stregua di una casta di privilegiati.

All’effettivo arrivo delle dosi, ad essere accusati di egoismo e assenza di senso civico sono diventati invece quelli restii a vaccinarsi. Tanto che a partire dall’estate 2021, l’argomento dominante è diventata la politica di promozione del vaccino, ai limiti della obbligatorietà. Senza tuttavia sollevare dalle accuse di egoismo i primi vaccinati di febbraio-aprile 2021.

Potere vs Responsabilità – Il vaccino ha confermato la contraddizione ai tempi della pandemia di una equazione base della politica – ovvero la diretta proporzionalità tra Potere e Responsabilità. Già il 2020 aveva progressivamente asseverato una narrativa istituzionale per cui il calo dei contagi era merito delle politiche del Governo; mentre il loro aumento era ascrivibile ai comportamenti dei cittadini. Con evidenti cortocircuiti logici e manifestazioni, a seconda delle circostanze politiche, definite come “iniziative della società civile” (su tutte le proteste di massa del Black Lives Matter) o come “assembramenti di irresponsabili” (tutte quelle contro le restrizioni imposte per il Covid).

Con l’arrivo del vaccino, il tema si è riproposto e caricato di forza e di risvolti pratici. Come la determinazione dei Governi a spingere de facto i cittadini a vaccinarsi, scaricando su di loro la responsabilità di eventuali reazioni avverse, peraltro oggi molto rare. Questa non sembra tanto la volontà di mantenere le libertà individuali (proprio mentre in altri casi vengono limitate senza troppi complimenti) quanto di tutelare lo Stato da possibili azioni legali non dei pochissimi singoli oggi ma di eventuali masse in futuro. Il che, viste le liberatorie penali che hanno preteso le Big Pharma, fa obiettivamente dubitare il cittadino medio sulla certezza degli effetti vaccinali nel medio-lungo e lunghissimo periodo.

Multilaterale vs Unilaterale –  A marzo 2020, la prima fase dell’esplosione globale del virus (prima in Italia e poi nel resto dell’Europa e del Mondo) aveva mostrato la assenza (Onu, Nato, Coe, Osce etc) o l’inconsistenza (Ue, Oms) delle piattaforme multilaterali a governare la pandemia, con le relazioni internazionali dominate dal bilaterale.

È un trend confermato nei primi mesi del 2021 dalla carenza vaccinale, con l’aggravante di alcuni paesi chiave (come Usa, Uk, Israele) a chiudersi in se stessi unilateralmente e rifiutare collaborazione sui vaccini fino a quando le loro campagne nazionali di immunizzazione non saranno terminate. La situazione migliora, almeno in parte, nella seconda parte dell’anno in particolare per quanto riguarda la Ue che nel Global Health Summit di Roma (21 Maggio 2021) – presieduto da Ursula Von Der Leyen e Mario Draghi Presidente di turno del G20, ottiene di rilanciare una azione multilaterale europea sui vaccini con il sostegno degli Usa.

Iniziativa alla quale tuttavia finora è seguito poco rispetto ad annunci ed aspettative eccessive. Peggio comunque va all’Onu che torna a riproporre il suo tema del cambiamento climatico (interrotto dalla pandemia) con il Cop26, mega conferenza all’antica con molta coreografia, moltissimi delegati politicamente corretti, una rinata Greta Thunberg e fiumi di retorica – ma alla prova dei fatti l’ennesimo fallimento e giro (quasi) a vuoto.

Peggio ancora va alla Nato che, nel bel mezzo della pandemia, conclude i lavori del suo 31° vertice di Capi di Stato e Governo a Bruxelles (14 Giugno 2021) con un documento finale anche qui ripescato dal passato dove si candida a contenere la “principale minaccia dell’Occidente”. Non il virus galoppante, ma gli eterni competitors: Cina e Russia.

(continua)

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