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Gli effetti politici del Covid-19 in Europa

Dal Portogallo alla Germania, il virus è protagonista della scena politica in molti Paesi europei, sotto pressione per la nuova ondata di contagi. Ecco cosa sta accadendo

Dalla campagna elettorale francese al nuovo governo di coalizione in Germania. Il Covid-19 sembra essere protagonista fisso in molti scenari politici dell’Europa. La nuova variante Omicron, e l’ondata di contagi, hanno aumentato la pressione. Non solo sui mercati finanziari, spaventati dalle minacce di rallentamento della ripresa economica (qui l’articolo di Formiche.net), ma anche sulle forze politiche e i governi, alla prova della gestione della pandemia.

Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha aperto la porta al dibattito “necessario” sull’obbligo vaccinale. Ricorda il quotidiano spagnolo El País, che l’argomento non è pacifico, come hanno dimostrato gli scontri per le limitazioni in Austria, Belgio e Olanda. E amplifica le tensioni politiche.

GERMANIA

Succede, infatti, in Germania, dove il cambio di governo coincide con la quarta ondata di contagi Covid-19, la più grave dall’inizio della pandemia. La saturazione del sistema sanitario, e la veloce diffusione del virus, hanno aggiunto tensione alla formazione del nuovo esecutivo di coalizione tra i socialdemocratici, verdi e liberali. Il cancelliere uscente, Angela Merkel, ha ordinato nuove misure restrittive, tra cui limitazioni per i non vaccinati, la chiusura dei locali notturni e il divieto di eventi con grande partecipazione.

L’ipotesi dell’obbligo vaccinale è argomento caldo di discussioni. Olaf Scholz, leader  del Partito Socialdemocratico, ha anticipato che l’inoculazione sarà obbligatoria da febbraio 2022 in Germania, anche se all’inizio il leader del Partito Liberale, Christian Lindner, non era d’accordo. L’estrema destra AfD è contraria. La questione sarà decisa dai membri del parlamento

FRANCIA

In Francia, la pandemia è in primo piano della campagna elettorale per le presidenziali del 2022. Un anno fa, i francesi uscivano da mesi di lockdown, ma la “nuova normalità”, con la riapertura di musei, cinema e teatri, è arrivata molto dopo.

A cinque mesi dal voto, l’arrivo della variante Omicron ha sconvolto il governo di Emmanuel Macron, che credeva di essere riuscito indenne grazia alla campagna di vaccinazione e il green pass.

La notizia che il primo ministro francese, Jean Castex, è positivo al Covid, nonostante la vaccinazione, ha seminato dubbi sulla strategia. Per Marine Le Pen, candidata del partito Rassemblement National, il certificato vaccinale non funziona perché esime dall’obbligo di fare un test, permettendo di entrare in luoghi pubblici, con la possibilità di contagiare altri.

PAESI BASSI

Il governo olandese ha chiesto poteri straordinari per l’approvazione di nuove misure anti-Covid. L’estrema destra, guidata dal leader Thierry Baudet, è contraria alle limitazioni e, indirettamente, promuove le diverse manifestazioni, che sono state sfruttate da gruppi violenti.

Ora l’esecutivo è alle prese con la proposta di introdurre tre tipi diversi di certificazione vaccinale per la scuola, il lavoro e i luoghi di intrattenimento. Il progetto di legge è al Congresso ed esercita pressione sull’esecutivo in funzioni, dopo la dimissione del governo liberale a gennaio.

PORTOGALLO

Infine, c’è l’esempio (lodevole) del Portogallo. Manca circa un mese per le elezioni anticipate in Portogallo e l’aumento dei casi Covid-19 preoccupa le diverse forze politiche del Paese. Tuttavia, l’ultima parola è stata lasciata al comitato dei tecnici e tra i partiti è stato trovato il consenso.

Il primo ministro, António Costa, ha avvertito che se la tendenza continua ad alzarsi, potrebbero essere considerate ulteriore misure restrittive per le feste natalizie. Dall’inizio del mese, il Portogallo è entrato in stato di “calamità, ed è stato imposto il test per entrare in bar, ristoranti, discoteche e musei.

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