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Exxon, gas e F-35. Cosa irrita Erdogan

Alta tensione nella zona economica esclusiva cipriota contesa da Ankara: gli americani si preparano a trivellare mentre Cavusoglu minaccia ritorsioni

Grandi manovre militari a Cipro “a tutela” di Exxon che si prepara a perforare nella zona 10 della Zee cipriota, nel giacimento di Glafkos. Cordone di sicurezza sull’impianto Stena Forth che è ancorato da giorni nel porto di Limassol. Si temono provocazioni da Ankara. La tensione turca è stata rafforzata anche dal fatto che Mosca non ha dato l’ok al ruolo di mediatore in Ucraina a Erdogan, quindi il presidente turco è parecchio irritato (e anche le notizie degli F35 ad Atene non lo rasserenano).

QUADRO

La presenza anche di players Usa come Exxon (oltre che di mezzi e militari) a Cipro sta innervosendo Ankara, perché dimostra una volta di più l’oggettivo coinvolgimento degli Stati Uniti nella macroregione. Un passaggio che si lega a doppia mandata agli sviluppi geopolitici in Turchia, che sono sempre più difficili da prevedere. Nonostante il crollo della valuta turca, Recep Tayyip Erdogan resta un leader con una forte predisposizione alla penetrazione nei versanti di crisi, come Libia, Siria e Ucraina. Ma la questione energetica travalica tutte le altre perché interconnessa, come dimostrano le parole del ministro degli esteri, Melvut Cavusoglu, secondo cui “la Turchia non consentirà mai a nessun paese, azienda o nave straniera di impegnarsi in attività di esplorazione di idrocarburi nelle sue giurisdizioni marittime”.

La replica del Consiglio Affari esteri dell’Ue consiste nella solidarietà espressa a Cipro e, al contempo, con un invito rivolto alla Turchia “a porre fine a tutte le minacce e azioni che danneggiano le relazioni di buon vicinato, a normalizzare le relazioni con la Repubblica di Cipro e a rispettare la sovranità di tutti gli Stati membri dell’Ue”.

QUI CIPRO

Come osservato dai vertici di Exxon alla recente convention di Houston, ExxonMobil ha ridotto i suoi investimenti complessivi per limitare la produzione di idrocarburi in risposta alla pressione degli azionisti. Pur essendo volontà del colosso americano spostarsi rapidamente verso forme di energia più pulite, è chiaro che nel breve periodo il mondo continuerà a fare affidamento sui combustibili fossili. Per cui a Cipro ExxonMobil potrebbe iniziare con una raccolta dati sulle indagini fatte nel blocco 10, senza alcuna indagine nel blocco 5 che ipoteticamente potrebbe essere avviata in un qualsiasi momento. Sul punto va ricordato che il 40% del blocco a Cipro nord rivendicato dalla Turchia presenta un potenziale di idrocarburi inferiore rispetto al resto dei lotti.

A Cipro, per tutta risposta, arriva un nuovo Navtex turco fino al 31 gennaio del prossimo anno. Si tratta di un’area in cui la nave da ricerca “Oruç Reis” sta conducendo indagini da ormai quasi tre anni.

F-35

Quello che è già stato definito “l’ultimo caccia con l’equipaggio” potrebbe essere entrato nel cono di interesse ellenico (ed uscire da quello verso il Bosforo). Alla luce dell’approvazione formale del bilancio della difesa degli Stati Uniti, che includeva la legge Menendez-Rubio, è scritto nero su bianco che aumenta il coinvolgimento americano nel rafforzamento delle capacità militari della Grecia. Il testo include specificatamente un richiamo per accelerare le procedure di appalto degli F-35. Se da un lato appare di tutta evidenza che la Grecia ha già speso un ingente quantitativo di fondi per i caccia Rafale e le fregate francesi, dall’altro nulla può essere escluso per il medio-lungo periodo, dal momento che la geopolitica più dei bilanci potrebbe influenzare decisioni e relazioni.

Il prossimo lustro in questo senso sarà decisivo quanto a cronoprogramma, ma nel frattempo il suddetto pronunciamento burocratico e l’attuazione su suolo greco della nuova alleanza militare ellino-americana rappresentano due pilastri delle nuove strategie Usa nel Mediterraneo.

@FDepalo

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