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L’imperatore Giustiniano e la festa di compleanno di mio figlio. Scrive Celotto

Secondo il d.l. 221/21 sono vietati le feste, comunque denominate, gli eventi e i concerti che implichino assembramenti in spazi aperti. Però posso invitare persone a casa anche 70 bambini, più tate, genitori, animatori, ecc. Senza nemmeno avere l’obbligo di chiedere il Green pass. Ma come è possibile?

Domani vorrei fare una festicciola a mio figlio che compie 4 anni. Già lo scorso anno non abbiamo festeggiato e vorrei invitare 7/8 bambini a Villa Borghese per farli giocare a palla e mangiare due pizzette. Una cosa semplice, con le pizzette imbustate singolarmente e tutta la prudenza che ci richiede la pandemia.

E invece no. È vietato. Dall’art. 6 del decreto legge 24 dicembre 2021 n. 221 secondo cui dal 25 dicembre e “fino al 31 gennaio 2022, sono vietati le feste, comunque denominate, gli eventi a queste assimilati e i concerti che implichino assembramenti in spazi aperti”.

Però posso invitarli senza problemi a casa. E a casa posso invitare anche 70 bambini, più tate, genitori, animatori, ecc. ecc. Senza nemmeno avere l’obbligo di chiedere il Green pass. Ma come è possibile?

La spiegazione è molto semplice. La fretta con cui si scrivono le leggi. Il governo il 23 dicembre era giustamente atterrito dalle feste di piazza di capodanno e le ha giustamente vietate, vietando anche le feste in sale da ballo, discoteche e locali assimilati.

Ma l’ha fatto scrivendo una norma che vieta anche la innocente festicciola di bambini e invece consente di fare, a casa propria o nella villa in campagna di mio zio, qualsiasi forma di festa e di assembramento.

Noi genitori ci arrabbiamo e siamo ancora più confusi sul da farsi. Ma non dobbiamo incolpare il governo Draghi.
Il problema della confusione nello scrivere le leggi è antico come il mondo. E da sempre tutti i governi hanno cercato di semplificare le leggi, codificandole, raccogliendole, riscrivendole. Non occorre andare a scomodare il codice dei sumeri di Ur-Nammu (circa 2050 a.C.), o quello ben più famoso di Hammurabi (XVIII secolo a.C.), ma basta richiamare l’imperatore Giustiniano che nel 529 d.C avviò la grandiosa opera di codificazione del diritto, così grandiosa al punto che Dante nel Paradiso giustamente lo celebrò perché “d’entro le leggi trassi il troppo e ‘l vano”.

Penso proprio che quando finalmente il Covid finirà o quando quanto meno impareremo a gestirlo meglio, riuscendo a convivere con la pandemia, avremo bisogno anche di una opera grandiosa di semplificazione delle troppe leggi scritte frettolosamente in questi mesi, come accaduto per la possibilità di svolgere attività motoria “in prossimità della propria abitazione” (Dpcm 10 aprile 2020) o agli spostamenti per incontrare i (mitologici) “congiunti” (Dpcm 26 aprile 2020).

Se almeno potessi telefonare a Giustiniano… forse capirei che fare con la festa di mio figlio domani.


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