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Draghi al Colle, governo tecnico e il centro con Iv. I piani di Brugnaro

Il primo cittadino di Venezia, promotore di Coraggio Italia, a Formiche.net: “Fra i nostri obiettivi c’è anche quello di intercettare tutti i voti del 30% di italiani che, alle scorse politiche, accordò la fiducia ai 5 Stelle”. E sull’alleanza coi dem: “Non tutti gli elettori del Movimento accolgono di buon grado l’asse ‘venezuelano’ che si sta creando tra Pd e M5S”

“Siamo tutti d’accordo che Draghi è una benedizione del cielo. Dunque, piuttosto che tenercelo per solo un anno, teniamocelo per altri sette al Quirinale”. Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e promotore della formazione Coraggio Italia, parla con il pragmatismo di chi viene dal territorio ed è lontano anni luce dalle stanze eburnee del potere capitolino. Non è per il voto anticipato, ma per aprire la strada un cambiamento de facto “verso il presidenzialismo”. Che, secondo lui è “il grande timore di tutti i partiti”.

Brugnaro, con Draghi al Colle significherebbe terminare anticipatamente la legislatura. 

No, si può tentare la terza via. Draghi al Colle e un anno di governo tecnico con una figura scelta o tra i ranghi dell’esecutivo oppure dalla società civile, che porti a termine la legislatura. Questa sarebbe la soluzione ottimale non per noi, ma per tutto il Paese. Diciamo che con il ruolo di Presidente della Repubblica declinato in senso più operativo, Draghi sarebbe un elemento di stabilità ulteriore per il Paese anche in ottica delle sfide che ci attendono.

Parla del Pnrr?

Sì ma non solo. La pandemia ha di fatto congelato alcune questioni che, o prima o dopo, torneranno a emergere. Prima fra tutte quella legata all’aumento dell’energia e delle forniture. I costi elevatissimi delle materie prime che strozzano la ripresa per le nostre imprese. A questi più contingenti, si aggiunge l’annoso ma sempre attuale problema dei flussi migratori.

Lei che idea ha su questo tema?

Sicuramente in passato si è fatta della demagogia. Ma il nostro Paese deve tornare ad avere delle frontiere. Non pensabile che l’Italia possa essere una nazione senza confini. Con il buonismo non si va da nessuna parte.

A proposito di dibattiti che riaffiorano, sul fronte energetico è tornato a essere d’attualità il discorso sul nucleare. Le centrali vanno riaperte secondo lei?

Ma certo che le centrali devono essere riaperte. Il nucleare è il futuro, ed è l’unica forma di sostentamento energetico che ci potrà permettere, se sfruttato a dovere, di essere competitivi con gli altri Paesi dell’Eurozona.

Torniamo alla politica. Come sono i rapporti fra Coraggio Italia e gli altri schieramenti del centrodestra?

Sono abbastanza buoni. Noi pensiamo che il centrodestra senza il centro non possa esistere. Noi proponiamo progetti, abbiamo in dote coerenza e credibilità. Abbiamo persone serie, scevre da condizionamenti politici e a breve fonderemo il gruppo al Senato. Ed è per questo che la nostra proposta piace anche a coloro che si erano allontanati dalla politica. Fra i nostri obiettivi c’è anche quello di intercettare tutti i voti del 30% di italiani che, alle scorse politiche, accordò la fiducia ai 5 Stelle.

A proposito dei pentastellati. Che opinione si è fatto del nuovo corso del Movimento con Conte?

Credo che sia una persona ragionevole, con la quale si può ragionare. Così come penso che non tutti gli elettori del Movimento accolgano di buon grado l’asse “venezuelano” che si sta creando col Pd. Poi, per quanto mi riguarda, la misura del reddito di cittadinanza andrebbe strutturalmente modificata.

Lei ha parlato di centro. Pensa che a Coraggio Italia possano affiancarsi formazioni come Azione e Italia Viva?

Calenda non penso proprio. È una persona che rispetto e stimo, ma non credo sussistano i presupposti per un ingresso in un campo largo centrista. Lui è saldamente legato alla sua posizione, mentre Italia Viva ha la capacità di ragionare in maniera trasversale. Dunque, perché no?

Posto che lei ha espresso il suo parere favorevole su Draghi al Colle, che ne pensa della soluzione Berlusconi?

Sarebbe un ottimo candidato, con capacità e visione, qualora Draghi non dovesse scegliere la strada del Quirinale.

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