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Cultura e certificazione. Da Icsa le ricette per un’Italia cyber-sicura

La tutela delle informazioni riservate presenti sulle reti dello Stato è stato il tema centrale dell’evento della Fondazione Icsa al Casd. Tra i partecipanti anche il presidente del Copasir, Adolfo Urso, il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè,  e il vice direttore dell’Agenzia per la cyber-sicurezza, Nunzia Ciardi

“Individuare criteri comuni e standard nel mondo della cyber-security non sarà lavoro da poco, ma noi siamo certi di stare promuovendo un passo in avanti verso l’ordinamento di attività che sono afferenti alla sicurezza dello Stato”. Apre così il presidente della Fondazione Icsa, generale Leonardo Tricarico, i lavori della conferenza “Oltre la tutela del segreto: la certificazione della sicurezza Ict come strumento di difesa del perimetro cibernetico nazionale”, organizzata ieri in partnership con il Centro alti studi della Difesa (Casd). Al centro dell’evento, una riflessione degli addetti ai lavori, esperti e stakeholder nazionali sull’importanza per la tutela dell’interesse nazionale della protezione dei suoi dati e delle sue reti di comunicazione.

SICUREZZA E AUTONOMIA STRATEGICA

“La pandemia ci ha imposto una veloce transizione al digitale, che invece che avvenire nell’arco di qualche anno si è realizzata nell’arco di qualche giorno”. Descrive così il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), Adolfo Urso, lo scenario nel quale il comparto della sicurezza cibernetica nazionale si deve muovere, repentinamente modificato dal sopraggiungere della pandemia. “Il riconoscimento del Copasir quale ente di supervisione dell’Agenzia per la cyber-sicurezza dimostra che c’è bisogno di concepire la dimensione cibernetica nell’ottica della sicurezza nazionale, non solo dell’Intelligence”. In questa fase, dunque, per il senatore Urso è importante che la transizione digitale si realizzi in sicurezza e in autonomia, senza rischiare di far finire il proprio sistema cyber subordinato ad altri sistemi industriali: “altrimenti alla fine saremmo ancora più deboli”.

SUPERARE LA CHIUSURA

Per il sottosegretario della Difesa, Giorgio Mulè: “dobbiamo affrontare le sfide del futuro con competenza e visione”. “Gli elementi costitutivi dello Stato: popolo, territorio e sovranità – ha continuato Mulè – sono messi in discussione e compromessi da un’azione coordinata di forze da tutto il mondo” ed è per questo motivo che è necessario affrontare il tema attuale e importante come quello della cyber-sicurezza. “Vuol dire andare oltre a una visione che è stato miope per troppo tempo, un approccio difensivo caratterizzato da eccessiva chiusura” ha detto il sottosegretario. Per questo, è necessario imporre in tempi brevi un’agenda nazionale da una parte, e internazionale dall’altra, che proceda di pari passo all’evoluzione del dominio cyber.

LA TRAMA DIGITALE

Si è detta d’accordo anche il vice direttore dell’Agenzia per la cyber-sicurezza nazionale (Acn), Nunzia Ciardi: “Ho vissuto questa miopia sulla pelle, quando il mondo cyber faceva fatica a definirsi un interlocutore di un certo livello a causa della natura carsica dei reati cibernetici, che non destavano attenzione”. La ricetta, per Ciardi, è la creazione di una cultura, una formazione e una consapevolezza dell’importanza del tema, perché “viviamo costantemente immersi in una trama digitale, anche quando non ce ne rendiamo conto”. La creazione dell’Agenzia è stato un segnale importante e significativo dato dal governo.

FORMAZIONE CYBER

L’importanza della formazione, del resto, è stata sottolineata anche dal padrone di casa, il presidente del Casd, ammiraglio Giacinto Ottaviani, nel corso del suo saluto: “Stiamo navigando in un mare non noto, ricco di opportunità ma anche di pericoli” ha rilevato l’ammiraglio, che ha ricordato come il Centro sia stato individuato quale centro di formazione cyber per il comparto della Difesa. Un polo a sua volta inserito in una rete che ricomprende tutti i principali attori cyber nazionali, internazionali e delle principali alleanze dell’Italia, Nato e Unione europea.

LA CERTIFICAZIONE

Tanto lo spazio lasciato ai protagonisti della sicurezza delle infrastrutture Ict e cyber italiane. Si sono alternati sul palco il chief strategy e market intelligence officer di Leonardo, Enrico Savio, il direttore del Ceva Difesa, colonnello Roberto Ferrando, il consigliere scientifico di Icsa e partner di Hermes Bay, Luisa Franchina, il capo del Ceva di Digital platform, Cristiano Pasqui, e il vice presidente esecutivo per la sicurezza di Tim, Stefano Grassi. Tema centrale, che ha percorso tutta la conferenza, è quello della certificazione per la sicurezza, che permette di dotarsi fin da subito di sistemi controllati e verificati che consentano una tutela diffusa dell’infrastruttura e delle proprie reti.

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