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Il Mediterraneo si incontra oggi a Roma con Med 2021

Prende il via la settima edizione della Conferenza Rome Med – Mediterranean Dialogues promossa dal Maeci e da Ispi. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, chiede che torni ad essere uno spazio di dialogo

Il Mediterraneo torni ad essere spazio di dialogo. Questo auspicio, riportato in un intervento del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sul giornale “La Repubblica”, arriva in concomitanza con l’avvio della settima edizione della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues promosso dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e da Ispi.

Mentre il mondo è ancora alle prese con il Covid-19 e le sue varianti, il Mediterraneo attraversa infatti una complessa fase di transizione politica ed economica. Una transizione cruciale per definire gli equilibri futuri del mare su cui buona parte dell’Europa si affaccia, e per cui ha interesse a mettere a punto “un’agenda positiva”, ripartendo dal multilateralismo come strategia per la soluzione dei conflitti. È da qui che parte quest’anno la Conferenza MED – Mediterranean dialogues, giunta alla sua settima edizione, che si svolgerà dal 2 al 4 dicembre a Roma, presso il Grand Hotel Parco dei Principi.

Tra i temi strategici al centro del dibattito, in modalità ibrida – con partecipazioni sia fisiche che virtuali e una diffusione in live streaming – le principali sfide per la sicurezza, politiche innovative per la gestione dei flussi migratori, il destino delle giovani generazioni dopo la pandemia, le iniziative per accelerare il passaggio ad un’economia verde e sostenibile, le risposte ai problemi posti dall’emergenza climatica e il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. Ma anche un’opportunità per discutere del futuro del partenariato euro-mediterraneo, del ruolo della Nato e dell’Unione Europea nel Mediterraneo.

Lo stesso Di Maio ricorda come questa “iniziativa promossa dal ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale e dall’Ispi e ormai affermatasi come il principale appuntamento internazionale dedicato al Mediterraneo allargato, area di straordinaria rilevanza geopolitica che va dal Sahel ai Balcani, dal Nord Africa al Golfo Persico, e che vede il nostro Paese al centro”. “La Conferenza – spiega il ministro – rappresenta il culmine di un percorso che ci accompagna per tutto l’anno volto a sviluppare e mantenere viva la riflessione sulle principali sfide che la regione fronteggia, nella consapevolezza che la complessità delle dinamiche in corso e l’elevato grado di reciproca interconnessione richiedono un sforzo continuo di approfondimento e dialogo”.

Il ministro ricorda inoltre che “il Mediterraneo è storicamente uno spazio di dialogo e scambio. La nostra ambizione è quella di continuare a offrire con i Med Dialogues un laboratorio per ridefinire la nostra azione comune alla luce delle sfide di oggi. Su queste basi, vogliamo e dobbiamo investire mettendo al centro le persone, a partire dai giovani, cui sarà dedicato uno dei fora organizzati a margine dei Med Dialogues, e sostenendo la loro capacità di innovazione e di crescita”. “In questo modo, – aggiunge – e in continuità con l’approccio promosso dalla presidenza italiana del G20, possiamo dare sostanza rinnovata al tradizionale obiettivo dei Med Dialogues: la costruzione di una ‘Agenda positiva’, che guardi al Mediterraneo non come un epicentro di crisi, ma ne riconosca le straordinarie potenzialità, in primis come piattaforma materiale e ideale di connessione tra Europa, Africa e Asia, unite in un unico macro-continente”.

L’edizione di quest’anno si intitola Leveraging Transitions. Spiega il ministro: “un titolo maturato dall’esigenza di far leva sulle differenti transizioni che stiamo attraversando sul piano politico, sociale, economico, energetico e digitale. Si pensi alla transizione verde e a come essa accresca la centralità del Mediterraneo per la sicurezza energetica; o alla transizione digitale, catalizzatore di modernizzazione, integrazione e competitività su entrambe le sponde. Governare le transizioni in un mondo interdipendente richiede uno sforzo collettivo e un rafforzamento della cooperazione”.

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