Avvenuta con successo la messa in orbita della missione Ixpe, frutto della collaborazione tra Nasa e Asi per lo studio della polarizzazione dei raggi X. Le prime osservazioni dell’Imaging X-ray polarimetry explorer partiranno già da domani e studieranno resti di supernove, pulsar, buchi neri e altri oggetti estremi presenti nell’universo
Ha raggiunto con successo l’orbita la missione spaziale Imaging X-ray polarimetry explorer (Ixpe), frutto della collaborazione dell’Agenzia spaziale italiana e la Nasa. Decollato questa mattina alle 07:00, ora italiana, dal Kennedy space center in Florida su un Falcon 9 di SpaceX. Il satellite ora studierà la polarizzazione dei raggi X, andando ad osservare alcuni degli oggetti spaziali più estremi del cosmo, tra pulsar, resti di supernove e buchi neri. Le osservazioni partiranno già da domani e la prima sorgente osservata sarà il resto di una supernova. Dopo il successo della recente Dart-LiciaCube, la missione vede ancora una volta collaborare nella gestione congiunta l’Asi e la Nasa. Al lancio hanno, infatti, assistito in presenza l’amministratore della Nasa, Bill Nelson, insieme al presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia.
OCCHI ITALIANI SULL’UNIVERSO
Cuore della missione sono tre telescopi, realizzati in Italia, installati su un satellite in grado di misurare la polarizzazione nei raggi X emessi da sorgenti cosmiche. Ixpe aprirà una nuova ‘finestra’ astrofisica i cui principali obiettivi saranno lo studio dei nuclei galattici attivi, microquasars, pulsar, nebulose, magnetar, buchi neri, resti di supernova e anche del centro galattico. I tre rivelatori sono stati finanziati dall’Asi e sviluppati da un team di scienziati dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).
UN NUOVO MODO DI ESPLORARE IL COSMO
La missione è importante anche da un ulteriore punto di vista: con un costo complessivo non superiore ai 180 milioni di dollari, e per l’Italia di venti milioni di euro, la missione è notevolmente “economica” rispetto agli standard tradizionali di un lancio spaziale. Ixpe fa parte del programma spaziale Small explorer (Smex) della Nasa, ideato proprio per piccole missioni scientifiche. “Proporzionalmente, si ha un ritorno sull’investimento straordinario” ha spiegato il 3 dicembre il presidente Saccoccia durante la presentazione della missione. Nella stessa occasione il presidente dell’Asi ha anche lanciato l’idea dell’Agenzia per le missioni del futuro: “Totalmente italiane e, con budget contenuti, anche più frequenti, per la gioia degli scienziati italiani”.
TECNOLOGIA ITALIANA
La tecnologia della missione è completamente nata e realizzata in Italia e grazie a essa sarà possibile misurare la direzione, l’energia e la polarizzazione dei raggi X ed estrarre nuove informazioni dalle più disparate sorgenti cosmiche. Fondamentale è stata la collaborazione interna di tutto il comparto spaziale italiano, con la sinergia tre le diverse istituzioni scientifiche, Infn e Inaf, con l’Asi come capofila. La polarizzazione dei raggi servirà a capire come il campo magnetico di determinati oggetti spaziali esotici, emissioni nebulari, buchi neri e altro, influenzi questi fluidi cosmici magnetizzati.
GLI OCCHI DI IXPE
Il contributo italiano consiste nei tre Detector units, i misuratori di polarizzazione, di una Detector service unit, una unità per funzioni di servizio per i tre rilevatori, e la Filter and calibration wheel, per la calibrazione dei sensori, entrambe realizzate da OHB-I. Inoltre, l’Italia mette a disposizione della missione la base di Malindi come ground station primaria, oltre al centro Ssdc per l’analisi successiva dei dati.
IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA
Fondamentale il ruolo della ricerca scientifica, con un processo iniziato fin dagli anni Settanta con la prima misurazione della radiazione della nebulosa del Granchio. Grazie a questa missione gli scienziati saranno ora in grado di misurare gli assi di rotazione delle stelle di neutroni, capire se un buco nero sta ruotando o e fermo, e verificare se i modelli sulla produzione di raggi cosmici realizzati finora sono validi o meno. La missione si concentrerà su alcuni degli oggetti astrofisici più estremi dell’universo, oggetti le cui condizioni sono impossibili da creare in laboratorio, e l’Italia sarà in prima linea anche per quanto riguarda l’analisi dei dati di Ixpe.
Foto: Asi