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Chi è Alessandro Modiano, futuro inviato per il clima dell’Italia

Cinquantasette anni, in diplomazia da 30. Il curriculum del prescelto da Di Maio e Cingolani per il nuovo incarico. Ma manca qualche passaggio…

Sarà Alessandro Modiano, direttore centrale per le questioni globali al ministero degli Esteri, l’inviato speciale per il cambiamento climatico per l’Italia. L’ha rivelato Il Fatto Quotidiano raccontando che però mancano alcuni passaggi prima della nomina. Luigi Di Maio e Roberto Cingolani hanno trovato l’intesa sul nome – “una faccenda che si trascinava da fine giugno, da quando cioè è stata istituita questa figura, un ritardo che ha impedito all’Italia di avere il suo inviato alla recente Cop26”, scrive il giornale diretto da Marco Travaglio. Ma i ministeri degli Esteri e della Transizione ecologica devono ora sbrogliare la matassa di una procedura “quantomeno bizzarra”.

“Dopo mesi di stallo, infatti, Cingolani ha detto sì al nome proposto dal suo collega Di Maio, ma solo a una condizione: che il prescelto diventasse funzionario del suo ministero e abbandonasse quello del ‘rivale’”, scrive Il Fatto Quotidiano. Che aggiunge un elemento: la posizione prescelta è quella di direttore generale degli Affari europei e internazionali. Il cosiddetto interpello interno alla Pubblica amministrazione, racconta il giornale, “è stato aperto un paio di settimane fa e, a quanto risulta, Modiano ha presentato la sua domanda e – dovesse vincere, per così dire – sarebbe poi nominato anche inviato per il clima”.

IL CURRICULUM DI MODIANO

Modiano è nato a Roma il 29 ottobre 1964 e si è laureato all’Università di Roma in Scienze politiche nel 1989. È entrato nella carriera diplomatica a marzo 1992. Dal 1995 ha prestato servizio presso la Presidenza della Repubblica al segretariato generale presso l’Ufficio affari diplomatici. È stato primo segretario commerciale a Santiago e a Pretoria, dov’è stato successivamente confermato con funzioni di consigliere commerciale. Tornato alla Farnesina, viene nominato consigliere di ambasciata nel luglio 2007 e capo ufficio V della direzione generazione cooperazione sviluppo. Nel 2008 diventa primo consigliere per l’emigrazione e gli affari sociali a Buenos Aires, confermato nella stessa sede con funzioni di Primo consigliere, a fine 2010. Dopo essere stato al Cairo, dov’è arrivata la promozione a ministro plenipotenziario nel 2015, è tornato a Roma. Prima alle dirette dipendenze del direttore generale per la Mondializzazione le questioni globali, poi fuori ruolo per prestare servizio presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, quale capo della delegazione per l’organizzazione della Presidenza italiana del gruppo dei Paesi più industrializzati. Dall’1° agosto 2018 è vice direttore generale per la Mondializzazione e le questioni globali e direttore centrale per le questioni globali (sous-sherpa esteri).

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