Skip to main content

Mosca detta le condizioni alla Nato. Via dal fronte orientale

Lavrov fa la lista delle cose che la Nato non deve fare per non innervosire Mosca. Punti ambiziosi che lascerebbero l’Europa orientale strategicamente sguarnita e in mano alla Russia

Mosca annuncia una serie di richieste per risolvere le tensioni con la Nato. Il ministero degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha reso pubblica per conto del Cremlino una lista to-do all’alleanza occidentale per stabilizzare i rapporti, ormai molto delicati dall’annessione della Crimea del 2014 e alterate dai tempi dell’intervento Nato in Libia del 2011.

La lista di Lavrov include garanzie che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato e che la Nato abbandoni le sue attività militari in Ucraina, Europa orientale, Caucaso e Asia centrale, e che la Nato non schieri missili nel quadrante orientale. Si tratta di punti piuttosto ambiziosi, il fronte orientale è la parte più sensibile dell’intero quadro geostrategico in cui si muove l’alleanza, ed è naturale la presenza di certe attività militari, come d’altronde sono altrettanto naturali le preoccupazioni della Russia che soffre una forma di sindrome di accerchiamento.

Secondo un portavoce del Cremlino citato da Associated Press, la Russia è pronta a negoziare su quelle richieste di Lavrov, ed è pronta ad accettare una de-escalation. La lista svelata oggi, venerdì 17 dicembre, è stata fornita mercoledì a Karen Donfried, assistente del segretario di Stato americano, che tra il 13 e il 16 dicembre ha viaggiato a Kiev, a Mosca e infine a Bruxelles per un incontro con i colleghi della Nato.

Le preoccupazioni per l’accumulo militare russo vicino al confine con l’Ucraina – accumulo che c’è stato nelle scorse settimane e che è attualmente fisso, come successo già a giugno – hanno spinto i leader dell’Unione europea a minacciare “conseguenze massicce” in caso di “ulteriori aggressioni”. Si teme che il dispiegamento possa essere una prima fase per una nuova, decisiva mossa a sostegno dei filorussi del Donbas.

Mentre gli sforzi per risolvere lo stallo continuano, alcuni leader europei hanno anche suggerito di bloccare il gasdotto Nord Stream 2 come parte di un potenziale pacchetto di sanzioni contro la Russia. Misura che sarebbe piuttosto importante. I regolatori tedeschi intanto hanno annunciato che una decisione sull’autorizzazione o meno della controversa pipeline che dovrebbe portare gas naturale dalla Russia alla Germania non sarà presa prima del luglio 2022.

Secondo il ministero degli Esteri russo, gli americani hanno ricevuto “spiegazioni dettagliate sulla logica dell’approccio russo”, e ora spetta a Washington e ai suoi alleati occidentali discutere come vorrebbero vederlo modificato. “Confidiamo che, sulla base del nostro progetto di trattato e accordo, gli Stati Uniti entreranno in negoziati seri con la Russia in un futuro molto vicino”, dice un comunicato. Per ora non ci sono state reazioni da Washington.

L’amministrazione Biden sta considerando un piano per reindirizzare elicotteri e altre attrezzature militari una volta assegnate all’ormai defunto esercito afgano all’Ucraina e aiutare così a rafforzare rapidamente le difese di Kiev in mezzo a un accumulo di truppe russe vicino al suo confine, hanno detto intanto funzionari statunitensi e ucraini al Wall Street Journal.


×

Iscriviti alla newsletter