Si prende tempo sull’annosa questione del gasdotto russo-tedesco, sia in attesa delle decisioni del neo cancelliere Scholz, sia dei sommovimenti che si registrano negli Usa, dove il senatore Joni Ernst chiede, senza mezzi termini, sanzioni
Semaforo rosso (questa volta) da Berlino al Nord Stream 2: la certificazione del gasdotto è stata ora sospesa e il gasdotto potrà essere messo in funzione solo dopo il completamento di questo processo. Lo ha detto una portavoce del ministero federale dell’economia e dell’energia. “La certificazione non è stata ancora completata. Fino a quando ciò non accadrà, Nord Stream 2 non potrà essere messo in funzione”. Stando così le cose cadrebbe l’exit strategy immaginata da Mosca, ovvero far partire il tutto per pagare al massimo qualche multa in sanzioni. E al contempo gli Usa potrebbero avere il tempo per rafforzare le infrastrutture in Ucraina, dove l’avvicinarsi dei carri armati russi crea forti tensioni.
QUI BERLINO
Un mese fa l’Agenzia federale di rete tedesca aveva annunciato che la certificazione dell’operatore Nord Stream 2 era stata sospesa fino a quando la società non avesse trasferito il capitale sociale relativo al segmento tedesco dalla Svizzera ad una controllata tedesca. Quindi aveva deciso di creare una società controllata ai sensi del diritto tedesco, che diventasse ufficialmente la proprietaria e anche il gestore della sezione tedesca dell’opera.
Qualcuno si spinge a sussurrare che la composizione del nuovo governo tedesco potrebbe ritardare la soluzione di questo puzzle, dal momento che potrebbero esserci diverse sensibilità rispetto al passato merkeliano. La co-leader dei Verdi e ministro degli Esteri in pectore, Annalena Baerbock, ha già inviato segnali verso un diverso approccio. E il Cancelliere Olaf Scholz alla luce delle crescenti tensioni sulla situazione in Ucraina ha già detto pubblicamente che deve essere “molto, molto chiaro” alla Russia che ulteriori minacce all’Ucraina sarebbero inaccettabili. E ha annunciato che i primi due viaggi fuori dalla Germania saranno a Parigi e Bruxelles, per garantire che “l’Europa sia forte e sovrana”.
QUI MOSCA
Gazprom mostra i muscoli e diffonde il dato secondo cui l’Europa in questi giorni di dicembre ha già impiegato un quarto del gas presente negli impianti di stoccaggio in Europa, certificando come il Vecchio continente viaggi in queste settimane di freddo con “meno energia del solito”. Da Bruxelles si sparge ottimismo, con le parole del commissario europeo per l’energia, Kadri Simson, secondo cui la riserva attuale è sufficiente. Ma da Mosca giocano sulla contingenza relativa alla esigenze di imprese e famiglie. La speciale classifica degli eurodepositi più vuoti vede sul podio Austria (50,44%), Paesi Bassi (54,43%) e Portogallo (58,17%).
QUI WASHINGTON
Il tutto mentre il senatore Usa Joni Ernst, R-Iowa , sostiene che ci siano abbastanza senatori, sia democratici che repubblicani, che sarebbero disposti a scavalcare il presidente Joe Biden e sanzionare il gasdotto Nord Stream 2. In una lunga analisi pubblicata su Defensenews osserva che, in risposta alle pressioni di Mosca sull’Ucraina (dove si registra un anomalo e intenso flusso di truppe al confine), gli Stati Uniti devono smantellare ulteriormente i punti di pressione economica che la Russia sta usando sull’Ucraina. “Ciò significa impedire il completamento e l’esercizio del gasdotto Nord Stream 2. Se questo gasdotto diventa operativo, Putin disporrà di un potente mezzo per isolare l’Ucraina da una fonte di entrate forte e affidabile, mentre invierà il gas russo ai settori energetici dei nostri alleati europei proprio mentre arriva l’inverno”.
In secondo luogo chiede che gli Stati Uniti facciano valere il proprio impegno per la difesa dell’Ucraina attraverso la fornitura di ulteriori capacità difensive come armi anticarro e antiaeree, cyberdifese potenziate, addestramento e collaborazione. “Tutte queste capacità renderanno l’Ucraina un problema più impegnativo per Putin e per i suoi progetti imperialisti”.
@FDepalo