Una delle organizzazioni invitate alla Camera dall’ex presidente Boldrini è accusata da Israele di essere una copertura del Fplp, nella lista nera Usa e Ue. Ecco i flussi di denaro dal 2013 al 2019, gestiti anche da un uomo sospettato di essere a capo di una cellula terroristica
In sei anni, dal 2013 al 2019, l’organizzazione non governativa palestinese Addameer ha ricevuto quasi 2 milioni di euro in finanziamenti dai governi europei. È una delle sei che sono state definite “organizzazioni terroristiche” nei mesi scorsi dal governo israeliano e una delle due che lunedì sono state invitate in audizione alla Camera dei deputati dall’ex presidente Laura Boldrini scatenando la dura reazione dell’ambasciata israeliana a Roma.
Tra coloro che hanno gestito quei flussi di denaro c’è anche uno dei contabili di Addameer, Samer Arbid. Che per Israele è a capo dei una cellula terroristica del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, partito marxista nella lista nera di Stati Uniti e Unione europea. E, sempre secondo Israele, è l’uomo che ha preparato e fatto esplodere l’ordigno che nell’agosto del 2019 ha ucciso la diciassettenne israeliana Rina Shnerb mentre camminava nei pressi di un insediamento israeliano in Cisgiordiana con il padre, il rabbino Eitan Shnerb, e suo fratello Dvir. Davanti alle accuse contro di lui, Addammer non ha abbandonato il suo contabile offrendogli sostegno legale.
Come racconta un documento diffuso dal governo israeliano l’anno scorso, i rapporti tra Addameer e il Fronte sono molto solidi. Diverse le figure del partito presenti anche nelle posizioni di vertice della Ong. Il sospetto, anzi la certezza, di Gerusalemme è che la Ong altro non sia che un modo per ingannare i governi occidentali e ottenere aiuti economici utili a ristabilire le finanze disastrate del Fronte.
Il governo israeliano li definisce “terroristi in giacca e cravatta”. Sono quelli che ai vertici di alcune organizzazioni non governative che si battono per il boicottaggio dello Stato ebraico e che, allo stesso tempo, attraverso le stesse organizzazioni ricevono finanziamenti dai governi occidentali per le loro attività – sulla carta filantropiche, nei fatti terroristiche, accusa Gerusalemme. E vengono anche accolti come attivisti dei diritti umani a conferenze ed eventi ufficiali in Europa e negli Stati Uniti.
Secondo Israele, nel novero dei “terroristi in giacca e cravatta” rientra anche Addameer, una delle due Ong che lunedì sono state invitate in audizione alla Camera e una di quelle che sono state definite “organizzazioni terroristiche” nei mesi scorsi dal governo israeliano. L’accusa rivolta loro da Israele è di sostenere le attività del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.
In sei anni, dal 2013 al 2019, Addameer ha ricevuto quasi 2 milioni di euro in finanziamenti pubblici e governativi europei da Svizzera, Irlanda, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Spagna. Inoltre, ha ricevuto finanziamenti dal governo svizzero per promuovere le sue attività contro la Corte penale internazionale dell’Aia.
L’audizione di lunedì scorso ha indignato diversi partiti e l’ambasciata israeliana a Roma che si è detta “scioccata”: “i terroristi non possono dare lezioni alle democrazie sui diritti umani”.
Come si legge anche in un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri presentata da Boldrini, “in base alla legge antiterrorismo israeliana la messa al bando di queste Ong autorizza l’esercito a chiudere i loro uffici, a sequestrare i loro beni, ad arrestare e incarcerare il loro personale, a vietare il finanziamento delle loro attività, aspetto quest’ultimo particolarmente delicato visti i loro rapporti con molti Paesi donatori, inclusa l’Italia”.
Come raccontato su Formiche.net, è proprio su questo punto che la diplomazia israeliana insiste: secondo Israele, le istituzioni del Fronte popolare per la liberazione della Palestina hanno ingannato le organizzazioni umanitarie in Europa presentando progetti fittizi, trasferendo documenti falsi, falsificando e gonfiando fatture, deviando gare d’appalto, falsificando documenti e firme bancarie, dichiarando stipendi gonfiati e altro ancora. Il tutto per finanziare l’attività terroristica.