L’ex ceo lascia il board senza maxi buonuscita, ma potrà beneficiare della manleva. Il titolo sale in Borsa, sul dossier Kkr i tempi si preannunciano lunghi e prima ci sarà da approvare i conti e il piano industriale. Labriola sempre in pole per la successione. E Salvini va all’attacco
Un passo indietro, il secondo in tre settimane. Dopo l’addio al timone di Tim, lo scorso 26 novembre, Luigi Gubitosi lascia anche il board dell’ex Telecom, riunitosi questo pomeriggio poco dopo le 15. Il manager ex Rai e Alitalia ha trovato un accordo per l’uscita che rispetta quanto previsto dal contratto, inclusa la manleva, ma senza maxi buonuscita.
Gubitosi a questo punto esce definitivamente di scena, tenendo fede a quanto dichiarato in una lettera alla vigilia del passo indietro, nella quale annunciava l’intenzione di rimettere le deleghe operative nelle mani del presidente Salvatore Rossi, poi girate all’attuale dg, Pietro Labriola, in pole position per la nomina a nuovo ceo, anche al fine di agevolare le valutazioni del board verso l’offerta di Kkr per il 100%. La decisione di Gubitosi infatti era maturata nei giorni della presentazione dell’offerta a 50 centesimi ad azione, presentata dal fondo americano, con il manager fortemente intenzionato a non ostacolare un eventuale deal. Di qui, il successivo addio, senza strappi, al gruppo telefonico.
E che l’uscita di Gubitosi sia stata percepita dai mercati come una spinta all’operazione con Kkr lo prova lo sprint del titolo che non appena trapelata la notizia ha segnato una delle migliori performance tra le blue chip in un mercato in deciso rosso, con le azioni del gruppo che salgono dell’1% con una punta 0,4456 euro. Venendo poi ai lavori del consiglio, nel corso della riunione si sarebbe parlato anche dell’operazione con Kkr, seppur in maniera informale.
Dopo le rassicurazioni del fondo americano, sulla natura amichevole dell’offerta, è probabile che si vada verso l’apertura di una negoziazione, preceduta da una due diligence. Ma i tempi, come trapela da ambienti vicini al dossier, saranno decisamente lunghi. Se una accelerazione ci sarà, difficilmente avverrà prima di fine febbraio, quando è in programma il board per l’approvazione dei conti 2021, segnati da ben tre profit warning, e il nuovo piano industriale. E non è detto che per quella data venga avviata la due diligence da parte di Kkr.
Frattanto, il leader della Lega, Matteo Salvini, è tornato a chiedere rassicurazioni sul futuro di Tim. “Non è più possibile che ci siano aziende che prendono denaro pubblico in Italia, licenziano in Italia, magari via mail, e vadano all’estero e assumano all’estero. Da questo punto di vista questo riguarda anche grandi aziende a partecipazione pubblica. Penso a Tim. Noi contiamo che Tim non venga spezzettata, svenduta, frantumata perché reti e dati degli italiani vanno tenuti in mani sicure”.