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Martedì summit Biden-Putin. Gli Usa temono un attacco all’Ucraina nel 2022

L’esito del faccia a faccia virtuale tra i due presidenti dipenderà dalle concessioni che Mosca riuscirà a strappare a Washington sul futuro di Kiev nella Nato

Si terrà martedì 7 dicembre il colloquio in videoconferenza tra Joe Biden e Vladimir Putin. Lo ha annunciato Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino. I presidenti di Stati Uniti e Russia “decideranno autonomamente”, ha precisato il diplomatico in riferimento alla possibile durata dei colloqui. Tra i temi centrali del confronto, che segue quello dei giorni scorsi a Stoccolma tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, ci dovrebbe essere la situazione di tensione ai confini dell’Ucraina.

Secondo Anatolij Antonov, ambasciatore russo negli Stati Uniti, il faccia a faccia virtuale tra i due presidenti aiuterà a stabilizzare le relazioni bilaterali e a calmare la situazione riscaldatasi eccessivamente in Europa e nel mondo.

L’incontro si avvicina e il Washington Post rivela che “il Cremlino sta pianificando un’offensiva in Ucraina su più fronti all’inizio del prossimo anno utilizzando 100 gruppi tattici di battaglione con un numero stimato sino a 175.000 soldati, insieme a blindati, artiglieria e altro equipaggiamento”. Lo fa citando un dirigente dell’amministrazione sotto anonimato e documenti non classificati dell’intelligence statunitense, tra cui immagini satellitari.

Al momento, 50 gruppi tattici russi sarebbero dispiegati nell’area insieme a carri armati ed artiglieria giunti sul posto da pochi giorni. Le stime ucraine hanno parlato di circa 94.000 soldati russi vicino ai confini, mentre queste mappe statunitensi indicano tale numero a 70.000 unità ma lascerebbero prefigurare un dispiegamento fino a 175.000 unità nelle prossime settimane.

“Siamo consapevoli delle azioni della Russia da molto tempo e la mia aspettativa è che avremo una lunga discussione con Putin”, ha detto ai giornalisti Biden prima di partire per il fine settimana a Camp David. A una domanda sulle posizioni della Russia sulla Nato e sull’Ucraina, la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha risposto: “Sono i Paesi membri della Nato a decidere chi è membro dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord non la Russia. È sempre stato così ed è come si procederà”.

Ecco cosa scrivevamo su Formiche.net inquadrando le recenti mosse russe e l’incontro tra i due leader.

È possibile che la recente mobilitazione delle truppe russe sia stata progettata, almeno come obiettivo laterale, per forzare i negoziati diretti tra Mosca e Washington. In parte Putin c’è riuscito – per la seconda volta in sei mesi – e questo perché sostanzialmente l’amministrazione Biden è interessata a una linea severa con Mosca ma non guerresca. Lo stesso Blinken ha minacciato, in caso di invasione del Donbas, non una risposta militare ma sanzioni economiche molto dure – che per Mosca, in una situazione economica instabile – significherebbero comunque molto.

Quali concessioni riuscirà a strappare Putin a Biden in particolare sul rapporto tra Ucraina e Nato? Dalla risposta a questa domanda si potrà giudicare l’esito dell’incontro.

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