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Chi ci attacca non vuole la pace. Parola del ministro degli Esteri yemenita

Il capo della diplomazia yemenita a Roma per il Med2021 accusa gli Houthi di rifiutare ogni iniziativa di pace e invita l’Italia a giocare un ruolo nella regione

Lo Yemen in questo momento è vittima di un’aggressione da parte dei ribelli Houthi finanziati dall’Iran che rifiutano qualsiasi iniziativa di pace. A denunciarlo in un’intervista a “Decode39” è il ministro degli Affari Esteri yemenita, Ahmed Awad bin Mubarak, a Roma in questi giorni per partecipare al Med20201.

Il capo della diplomazia yemenita ha denunciato che è in corso da mesi una escalation militare nel suo Paese, in particolare nella provincia di Marib, e questo nonostante l’iniziativa di pace dell’Arabia Saudita e la mediazione delle Nazioni Unite. “Gli Houthi hanno completamente respinto qualsiasi iniziativa di pace, mentre nel febbraio di quest’anno è partito un attacco molto vasto degli Houthi sul fronte di Marib e Shabwah. Nel frattempo abbiamo assistito a una serie di iniziative e sforzi degli inviati internazionali e da parte del nuovo inviato delle Nazioni Unite, ma è chiaro che se non cambia la situazione e senza pressioni sugli Houthi e sull’Iran, è difficile fare un passo avanti nella verso la pace, e questa offensiva dei ribelli avrà ripercussioni umanitarie molto grandi”.

Rispetto al ruolo del nostro paese nella regione, Bin Mubarak ha spiegato che “l’Italia è un Paese importante che svolge un ruolo centrale nella regione a livello bilaterale o attraverso la sua presenza nell’Unione Europea”, sottolineando che Roma “comprende la cultura della regione più di altri paesi”. Il rafforzamento della cooperazione diretta tra il governo italiano e quello yemenita è a suo giudizio “una questione molto importante perché l’Italia può aiutare lo Yemen economicamente attraverso la conferenza dei donatori, e l’assistenza diretta, sia sotto l’aspetto culturale, dando borse di studio agli studenti yemeniti, sia aiutando gli yemeniti a proteggere il patrimonio e le antichità che sono state danneggiate durante la guerra e l’Italia, attraverso l’Unione Europea, ha fatto pressioni sull’Iran per arrivare alla pace”.

Per quanto riguarda la situazione nell’aeroporto di Sana’a, “è stato diffuso di recente un video che mostra come gli Houthi abbiano utilizzato alcune delle strutture aeroportuali per sviluppare missili e droni e utilizzarli per le loro operazioni militari. Ora capiamo perché noi avevamo presentato più di un’iniziativa per l’apertura dell’aeroporto di Sana’a ma gli Houthi hanno sempre eluso questo tema”.

Quello che è merso negli ultimi mesi in particolare è che “gli Houthi rifiutano l’iniziativa di pace saudita perché non hanno interesse per la pace e vogliono prolungare la guerra. Loro non possono accettare un processo democratico, quindi stanno cercando di prolungare il conflitto. I rapporti internazionali confermano che il gruppo filo iraniano ha raccolto più di 3,8 milioni di dollari in un anno di operazioni militari tramite il mercato nero e il loro controllo sulle risorse del Paese”.

 



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